superimpacchettamento in valtellina.
http://www.dovesciare.it/news/2008/06/2 ... -dosde-so/personalmente mi sembra una cosa un po' ridicola
qui un interessante aritcolo da meteolive.it
Ghiacciai alpini ed effetto serra, quali prospettive?
Si assottiglia la coltre glaciale alpina e gli esperti corrono ai ripari; se non si protegge, scomparirà in pochi decenni. Ma sarà davvero la ricetta giusta?
I ghiacciai alpini, ormai lo sanno un po’ tutti, sono osservati speciali da qualche anno per la loro progressiva riduzione. Un assottigliamento ed un arretramento che, per più di qualcuno, sembra ormai irrefrenabile e che, secondo alcuni esperti, potrebbe portare alla loro definitiva scomparsa entro i prossimi decenni. Le cause, inutile ripeterlo, sono imputabili ai cambiamenti climatici e al mostruoso effetto serra che, come il “nulla” de La Storia Infinita, divora il nostro mondo e tutto ciò che conosciamo. Le foreste si trasformano in steppe, le praterie in deserti, le pianure vengono allagate dal mare, la fauna e la flora si estinguono e i ghiacciai si sciolgono.
Ma perché corriamo ai ripari e cerchiamo di salvarli? Innanzitutto perché sono un patrimonio geologico e naturalistico dell’Europa e di tutta la comunità mondiale, ma soprattutto delle genti e delle regioni alpine e peri-alpine; sono poi una insostituibile riserva idrica di buona qualità; frigoriferi e condizionatori naturali di tutti gli ambienti di fondovalle prospicienti, soprattutto nei periodi estivi; contribuiscono alla stabilità geomorfologica dei versanti più elevati e scoscesi della catena alpina; sono infine le mete più ambite e ricercate di escursionisti ed alpinisti; quindi fonte di ricchezza per il turismo.
Ebbene per salvarli anni di ricerca e decine di ricercatori arrivano alla conclusione di doverli coprire durante il periodo estivo, il più critico per il loro stato di salute e quello più minaccioso per lo scioglimento definitivo. Coperta che verrà poi tolta in settembre per garantire la nuova rialimentazione a base di gelo e nevicate.
Tutto qui? Una speciale coperta “termica” definita geotessile, da sperimentare ora in Valtellina sul ghiacciaio Dosdé, e proporla poi per altri ghiacciai alpini. Insomma quello che si faceva una volta con uno strofinaccio umido per tenere l’acqua o il vino in fresco durante le gite fuori-porta. Va bene che la tecnologia ha fatto passi avanti, sono stati sperimentati oltre 40 materiali diversi, prima di arrivare a questo geotessile; ma il concetto di fondo resta lo stesso: ci si accanisce a realizzare ciò che è praticamente inutile, senza agire sulle cause prime e, più intelligentemente, sulla prevenzione delle eventuali conseguenze.
Si tira in ballo sempre la solita coppia di danzatori: la causa ineluttabile dell’effetto serra, la soluzione improponibile del Protocollo di Kyoto; e la musica non cambia. Anche i testimonial televisivi, ci rimettono la faccia; ma dietro c’è sempre il solito trucco: finanziare pseudo-ricerche e salvaguardare biechi interessi economici; salviamo il pudore e non facciamo nomi! Mi meraviglio che non abbiano pensato di utilizzare i cannoni da neve!
Cosa fare allora? Razionalizzare il prelievo idrico estivo; più acqua si tira a valle, più ne richiedono i torrenti provenienti dai ghiacciai. Evitare il prelievo diretto di acqua, anche di sorgente, subito a valle o nelle aree circostanti i ghiacciai. Evitare tutte le attività minerarie o di cava, anche a diversi chilometri di distanza. Riconvertire progressivamente il tipo di colture e le modalità di allevamento nella Pianura Padana e zone prospicienti l’Arco Alpino. Elevare a rango di riserva integrale e proibire gli attraversamenti ed altre attività sui ghiacciai. Salvaguardare in tutti modi il loro candore, evitando rifiuti e materiali di ogni tipo. Monitorare la loro evoluzione in relazione ai fattori meteo-climatici.
Ci sarebbe poi da lavorare affinché gli stili di vita si adattino al cambiamento progressivo di tali ambienti. Siamo abituati a veder cambiare i libri di storia, ma ci sembra incredibile pensare che anche i libri di geografia debbano cambiare. E così sarà nei prossimi decenni, sull’Arco Alpino, così come in tutto il mondo.
È passato solo poco più di un secolo da quando l’avanzata dei ghiacciai alpini minacciava decine di paesi e villaggi, che la gente preoccupata e impedita nelle sue attività, abbandonava in gran fretta. E questo è accaduto innumerevoli volte in tempi storici, così come ritiri glaciali ancora più impressionanti e sconvolgenti per le nostre amate montagne.
I ghiacciai sono vivi e pulsanti, talvolta quieti quasi addormentati, come ora; altre volte incombenti e travolgenti come in passato. Attori protagonisti delle vicende climatiche e geo-morfologiche di mezzo pianeta, sono in continuo mutamento. Andare a ricoprire un ghiacciaio, quasi come un impotente pargolo addormentato, dà un senso di tale inettitudine e innaturalità, da ricordare quelle strambe vecchine che ricoprono i loro cani con variopinti golf di lana su misura.
Quello che si sta facendo è per di più fondamentalmente diseducativo ed anti-evoluzionista; da far rivoltare nella tomba Lyell e Darwin, Lamarck e tutti quelli che hanno creduto e teorizzato per primi l’esistenza dell’eterno e irrinunciabile cambiamento della natura; dall’uomo, alle montagne, al sole, al clima e ai ghiacciai alpini.
http://meteolive.leonardo.it/meteo-notizia.php?id=24643