Sepolti ad Alag, il racconto del sopravvissuto [discussione]
Inviato: 22 gen 2008, 08:50
Riporto un post di un altro forum (sempre a tema valanghe)....
E' l'articolo riportato dalla Stampa Zona Valsesia relativamente ai seppellimenti di settimana scorsa.
Al momento non mi va di commentare i contenuti ma secondo me una libera discussione sarebbe interessante.... A voi la parola.
ALAGNA. IL RACCONTO DELLA GUIDA ALPINA SALVATA SOTTO LA VALANGA
“Il rischio è il nostro lavoro”
Zaninetti: non siamo incoscienti, eravamo attrezzati per ogni evenienza
ALAGNA
Un po' per divertimento, un po' per lavoro. Ecco perché Marco Zaninetti e Margherita Maggioni, si trovavano insieme ad altri cinque amici al passo Zube, a 2400 metri di quota, dove l'altro giorno si è staccata una valanga che li ha travolti. Nella sua casa di Romagnano Sesia, Marco Zaninetti, 33 anni, guida alpina e addetto al distacco artificiale di slavine, continua a rispondere al telefono. Sta bene ed è sereno. «Quando ci sono nevicate di un certo tipo - racconta Zaninetti - facciamo spesso escursioni di questo tipo, sia per il piacere di sciare sulla neve fresca, sia per monitorare il rischio di valanghe. Ovvio che la comitiva è sempre composta da guide alpine, sciatori esperti e preparati. Se l'altro giorno un cliente mi avesse chiesto di accompagnarlo al passo Zube mi sarei rifiutato, perché sapevo che era rischioso». Da passo Zube i sette scendono a Otro. «Come si fa in questi casi - continua la guida alpina - abbiamo messo il gruppo in sicurezza per scendere uno alla volta. Questa tecnica si usa per non appesantire la neve e per vedere cosa fa quello che si trova davanti a te. Io ho iniziato a scendere e poi mi ha seguito Margherita. A un tratto è franato il pendio nevoso e mi sono sentito trascinare giù. Per un po' sono rimasto a galla, poi mi sono ritrovato immobilizzato dentro la neve. Indossavo l'Avalung, uno zainetto dotato di un boccaglio sullo spallaccio. Serve proprio in questi casi: lo metti in bocca e ti aiuta a filtrare l'ossigeno che si trova nella neve. Così ho potuto respirare senza mai perdere coscienza. Sapevo comunque che in superficie c'era gente preparata, munita di attrezzatura e in grado di usarla. Ero fiducioso». Grazie all'Arva, alla pala e alla sonda, sono iniziate le ricerche e, in 8 minuti, la testa di Zaninetti è stata riportata alla luce. Poco dopo anche il viso della sua fidanzata, Margherita Maggioni, che si trovava una trentina di metri più a monte. «Mi sembrava di sentire delle voci, ma non sapevo se erano vere o se era la mia immaginazione. Quando sei sepolto dalla neve pensi a tante cose. Poi ho sentito la sonda che mi toccava il polpaccio e dopo pochi secondi ho rivisto la luce. Ero sotto 80 centimetri di neve, completamente immobile». La comitiva di guide alpine ha affrontato il fuori pista conoscendo i rischi, ma comunque sapendo di essere attrezzata e preparata a qualsiasi evenienza. «Non siamo certo incoscienti - spiega Zaninetti - ma facciamo un lavoro che, come chiunque lavori con la natura, comporta anche dei rischi. Se volevo starmene più tranquillo mi chiudevo in un ufficio. A salvarci è stato un mix di elementi: strumentazione ma anche competenza del gruppo. Senza di questi non saremmo neppure usciti. L'autosoccorso è fondamentale, perché l'elicottero, per quanto rapido sia, impiega una ventina di minuti a giungere sul posto. Se si interviene nei primi 15 minuti, si ha il 90 per cento di probabilità di trovare la persona in vita. L'ho sempre detto e lo ripeto: in montagna si va solo con l'attrezzatura giusta». «L’informazione è alla base della pratica di sport estremi come fuori pista o sci alpinismo». A dirlo è il maresciallo Alan Barcelli, comandante della stazione dei carabinieri di Alagna, uno dei tanti angeli con gli sci ai piedi che vigila sullo svago dei turisti. «E’ indispensabile – prosegue il comandante – conoscere sia la zona che si vuole affrontare, sia le condizioni atmosferiche, sia le proprie capacità tecniche. Il modo migliore per informarsi è chiedere alle forze dell’ordine sulle piste». Il Prefetto Pasquale Minunni ricorda che «fino a quando non cambieranno le condizioni meteo, gli sciatori dovranno rispettare gli avvisi nelle stazioni, evitando comportamenti imprudenti».
E' l'articolo riportato dalla Stampa Zona Valsesia relativamente ai seppellimenti di settimana scorsa.
Al momento non mi va di commentare i contenuti ma secondo me una libera discussione sarebbe interessante.... A voi la parola.
ALAGNA. IL RACCONTO DELLA GUIDA ALPINA SALVATA SOTTO LA VALANGA
“Il rischio è il nostro lavoro”
Zaninetti: non siamo incoscienti, eravamo attrezzati per ogni evenienza
ALAGNA
Un po' per divertimento, un po' per lavoro. Ecco perché Marco Zaninetti e Margherita Maggioni, si trovavano insieme ad altri cinque amici al passo Zube, a 2400 metri di quota, dove l'altro giorno si è staccata una valanga che li ha travolti. Nella sua casa di Romagnano Sesia, Marco Zaninetti, 33 anni, guida alpina e addetto al distacco artificiale di slavine, continua a rispondere al telefono. Sta bene ed è sereno. «Quando ci sono nevicate di un certo tipo - racconta Zaninetti - facciamo spesso escursioni di questo tipo, sia per il piacere di sciare sulla neve fresca, sia per monitorare il rischio di valanghe. Ovvio che la comitiva è sempre composta da guide alpine, sciatori esperti e preparati. Se l'altro giorno un cliente mi avesse chiesto di accompagnarlo al passo Zube mi sarei rifiutato, perché sapevo che era rischioso». Da passo Zube i sette scendono a Otro. «Come si fa in questi casi - continua la guida alpina - abbiamo messo il gruppo in sicurezza per scendere uno alla volta. Questa tecnica si usa per non appesantire la neve e per vedere cosa fa quello che si trova davanti a te. Io ho iniziato a scendere e poi mi ha seguito Margherita. A un tratto è franato il pendio nevoso e mi sono sentito trascinare giù. Per un po' sono rimasto a galla, poi mi sono ritrovato immobilizzato dentro la neve. Indossavo l'Avalung, uno zainetto dotato di un boccaglio sullo spallaccio. Serve proprio in questi casi: lo metti in bocca e ti aiuta a filtrare l'ossigeno che si trova nella neve. Così ho potuto respirare senza mai perdere coscienza. Sapevo comunque che in superficie c'era gente preparata, munita di attrezzatura e in grado di usarla. Ero fiducioso». Grazie all'Arva, alla pala e alla sonda, sono iniziate le ricerche e, in 8 minuti, la testa di Zaninetti è stata riportata alla luce. Poco dopo anche il viso della sua fidanzata, Margherita Maggioni, che si trovava una trentina di metri più a monte. «Mi sembrava di sentire delle voci, ma non sapevo se erano vere o se era la mia immaginazione. Quando sei sepolto dalla neve pensi a tante cose. Poi ho sentito la sonda che mi toccava il polpaccio e dopo pochi secondi ho rivisto la luce. Ero sotto 80 centimetri di neve, completamente immobile». La comitiva di guide alpine ha affrontato il fuori pista conoscendo i rischi, ma comunque sapendo di essere attrezzata e preparata a qualsiasi evenienza. «Non siamo certo incoscienti - spiega Zaninetti - ma facciamo un lavoro che, come chiunque lavori con la natura, comporta anche dei rischi. Se volevo starmene più tranquillo mi chiudevo in un ufficio. A salvarci è stato un mix di elementi: strumentazione ma anche competenza del gruppo. Senza di questi non saremmo neppure usciti. L'autosoccorso è fondamentale, perché l'elicottero, per quanto rapido sia, impiega una ventina di minuti a giungere sul posto. Se si interviene nei primi 15 minuti, si ha il 90 per cento di probabilità di trovare la persona in vita. L'ho sempre detto e lo ripeto: in montagna si va solo con l'attrezzatura giusta». «L’informazione è alla base della pratica di sport estremi come fuori pista o sci alpinismo». A dirlo è il maresciallo Alan Barcelli, comandante della stazione dei carabinieri di Alagna, uno dei tanti angeli con gli sci ai piedi che vigila sullo svago dei turisti. «E’ indispensabile – prosegue il comandante – conoscere sia la zona che si vuole affrontare, sia le condizioni atmosferiche, sia le proprie capacità tecniche. Il modo migliore per informarsi è chiedere alle forze dell’ordine sulle piste». Il Prefetto Pasquale Minunni ricorda che «fino a quando non cambieranno le condizioni meteo, gli sciatori dovranno rispettare gli avvisi nelle stazioni, evitando comportamenti imprudenti».