Crisi per 'Funivie di Champorcher' e 'Cervino Spa'
Inviato: 14 mar 2008, 22:07
DaSi prospetta una futura condivisione tra Amministrazione regionale, Comunità montane e Comuni per la gestione finanziaria ed il rilancio di diverse società di impianti di risalita in Valle d'Aosta.
E' quanto auspicato al termine di una riunione, nel pomeriggio di lunedì 3 settembre, dal presidente della Regione, Luciano Caveri, e dagli assessori regionali alle finanze e turismo, Aurelio Marguerettaz ed Ennio Pastoret, che hanno incontrato i sindaci dei Comuni di Champorcher, Pontboset, Donnas, Pont - Saint - Martin, Hône e Bard per discutere della situazione critica degli impianti di risalita di Champorcher: «la situazione degli impianti valdostani non è rosea - commentano Caveri, Marguerettaz e Pastoret alla fine dell'incontro - ed è necessario che il progetto di rilancio delle strutture sia condiviso da tutti e che tutti facciano la loro parte.
Non è più pensabile che si continui a dipendere solo dalla Regione: i Comuni e le Comunità montane devono decidere se credono o meno nel progetto e sforzarsi di partecipare anche economicamente. Si deve superare la logica del guardare solo nel proprio 'orticello' per ampliare gli orizzonti di collaborazione».
La Regione Valle d'Aosta è quindi pronta ad intervenire con un finanziamento di dodici milioni di euro per porre rimedio alla crisi finanziaria della 'Funivie di Champorcher', che ha un deficit di 360mila euro, ma chiede un progetto articolato che veda la partecipazione di tutti i Comuni che possono godere dell'indotto della stazioni turistiche: «i versanti sui quali è necessario muoversi - aggiungono i tre amministratori regionali - sono quelli dei costi di personale, del costante decremento dei posti letto e della mancanza di investitori.
Se da una parte è quindi necessario un piano di rientro dei debiti, dall'altra bisogna pensare ad un progetto di marketing territoriale che possa portare in Valle nuovi investitori. E' quindi necessario sviluppare una logica comprensoriale che possa, ad esempio, vedere le diverse Comunità montane lavorare insieme nell'ambito di progetti strategici dei fondi comunitari. Questi finanziamenti possono essere una soluzione temporanea per limitare i danni, ma è necessario un progetto organico condiviso».
Anche in questo senso andrebbe inteso un possibile intervento sulla 'Cervino SpA', la società che gestisce gli impianti di risalita del comprensorio di Breuil-Cervinia, in momentanea crisi di liquidità, che ha messo in vendita, tramite la 'Banca Leonardo' di Milano, il cinquantuno per cento delle proprie azioni, di proprietà della famiglia Cravetto.
La Regione, che detiene il 12,5 per cento del pacchetto azionario, non intende, al momento, esercitare il diritto di prelazione, vale a dire la possibilità di acquistare in via prioritaria le azioni messe sul mercato: «Mario Cravetto, amministratore delegato della 'Cervino', continua a smentire - spiega Caveri - o esiste un sosia di Cravetto, o la 'Cervino Spa' è in vendita».
La Regione potrebbe valutare l'acquisto di una parte delle azioni messe in vendita, per aumentare la propria quota societaria, nel caso venga presentato un piano di sviluppo forte per il rilancio della società. Il Breuil è, insieme a Courmayeur, i cui impianti sono di proprietà della francese 'Compagnie des Alpes', l'unica località sciistica di interesse europeo perché supera i duemila posti letto: «la nostra decisione di non acquistare una delle poche società degli impianti rimasta quasi totalmente in mano privata - continua Caveri - nasce dalla volontà di lasciare agire il libero mercato e dalla constatazione che il 'cash flow' (il flusso di cassa generato dalla vendita, in questo caso, degli ski pass, n.d.r.) giustifica e motiva l'intervento di un privato».
Nelle prossime settimane verranno eseguite una serie di analisi per valutare la situazione economica di ogni singola società di impianti a fune, per permettere alla 'Finaosta', il braccio finanziario di piazza Deffeyes, di rilanciare l'azione di alcuni comprensori: sono nove le società che necessitano di un intervento immediato e comprendono Brusson, Chamois, Cogne, Gressoney-Saint-Jean, Saint-Rhémy-en-Bosses (Crévacol), Torgnon, Valtournenche (Cime Bianche) e il comprensorio del 'Monterosaski', che presenta 4 milioni di euro di passivo.
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