In Piemonte è ora obbligatorio avere una polizza RCA per andare a sciare. Cosa ne pensate? Riporto un comunicato della 24Hassistance che è naturalmente di parte ma mi sembra interessante per molti aspetti. In attesa dei vostri commenti
Interviene sul tema Matteo Fossati, fondatore di 24hAssistance: “Sono contrario all’assicurazione RC obbligatoria in Piemonte. Con questa legge non si dà un’immagine positiva dello sci e non si aumenta la sicurezza sulle piste. Rendere l’assicurazione obbligatoria non aiuta a creare la cultura della sicurezza e della responsabilizzazione dello sciatore, ma anzi si incentiva l’azzardo morale e la possibilità di frodi. Ci sono molte ragioni per opporsi duramente a questa legge”
1. Il rischio di scontro tra sciatori sulle piste da sci è molto basso, solamente lo 0,3% degli infortuni sono incidenti tra sciatori con conseguenze medio gravi. In tutta Italia muoiono 5 persone all’anno per scontro tra sciatori. Spesso per scarsa conoscenza si hanno delle paure, dei preconcetti, delle opinioni che sono distanti dalla realtà, fondate solo su sensazioni o passaparola. La realtà è che lo sci è uno sport meno rischioso di tanti altri. Il costo sociale degli infortuni sulle piste da sci è largamente inferiore al beneficio sanitario che se ne ricava a livello nazionale, pertanto lo sci è uno sport “raccomandato” (Fonte Rapporto S.I.Mon., Istituto Superiore di Sanità, 2007);
2. L’80% degli sciatori in Italia è assicurato per la RC (tra polizze personali, tessere associative, polizze incluse nel pacchetto viaggio, assicurazioni acquistate insieme allo skipass etc.);
3. Centrare il problema della sicurezza in pista sul casco e sull’assicurazione deresponsabilizza lo sciatore. E’ come dire “mettiti il casco, assicurati e poi non preoccuparti, se investirai qualcuno non ti farai male e qualcuno pagherà i tuoi danni”. L’assicurazione non è una medicina per la sicurezza, l’assicurazione non contribuisce alla sicurezza sulle piste da sci ma interviene quando la sicurezza ha fallito. Piuttosto che imporre casco e assicurazione bisognerebbe invece cercare di educare alla cultura della montagna, del rispetto degli altri sciatori, del controllo dei propri mezzi senza dover sempre e per forza tentare di superare i propri limiti;
4. In un mercato sempre più competitivo, ancor di più in momenti di crisi, l’aumento del costo dello skipass per comprendere l’assicurazione potrebbe portare alla diminuzione della competitività dell’offerta;
5. Nel medio-lungo periodo il costo della polizza esploderebbe perché in mancanza del sistema di controllo del bonus-malus (come avviene nell’auto) l’esperienza ci insegna che le truffe esploderebbero e le cadute accidentali si trasformerebbero “magicamente” in scontri tra sciatori;
6. In nessun paese dell’arco alpino esistono norme sulla materia assicurazione-sci e questo tema dovrebbe essere affrontato a livello comunitario nell’interesse di tutto il sistema. Cosa accadrà allo sciatore che dalla Francia arriverà in Vialattea? Ma ancora peggio cosa accadrà allo sciatore di Gressoney che si ritroverà in Piemonte e dovrà sapere che cambiano le leggi e gli obblighi quando passa da una regione all’altra? E a quello che fa il Sella Ronda? Lo sci non dovrebbe avere confini normativi nazionali e tantomeno regionali o provinciali;
7. Esistono altre attività ed altri sport che hanno un rischio maggiore (ad esempio il calcio è 4 volte più rischioso dello sci - Fonte Università di Venezia, 2003) eppure non hanno nessun obbligo assicurativo; dimostrazione ne è il fatto che in nessun Paese al mondo esiste un provvedimento di questo genere.
8. Infine bisogna considerare che in Italia, come in tutte le altre Nazioni Europee, tutti gli sciatori già oggi hanno la possibilità di assicurarsi in maniera estremamente semplice.
IL RISCHIO DI SCONTRO TRA SCIATORI SULLE PISTE DA SCI E’ MOLTO BASSO
Sport Fattore di rischio
Calcio 41
Ciclismo 18
Snowboard 13
Sci alpino 10
Fonte: Mazzonetto-Chiapponi, Università di Venezia, 2003
In passato alcuni tentativi di rendere l’assicurazione obbligatoria si sono arenati di fronte al paragone con gli sport per i quali ha senso un’assicurazione obbligatoria che sono quelli pericolosi (come la caccia) o che sia pure con minore pericolo si svolgono entro aree non aperte al pubblico (come il golf). Non è evidentemente accostabile a questi il caso degli sport della montagna. Infatti, detto che lo sci si svolge in aree accessibili in regime di controllo stabilito dalla legge, bisogna segnalare che secondo tutte le ricerche scientifiche, ultima e più importante l’indagine epidemiologica S.I.Mon. realizzata dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con A.N.E.F., Carabinieri, Polizia, aziende sanitarie locali, 24hassistance ed altri partner di rilievo, lo sci è uno sport con un fattore di rischio inferiore a calcio e ciclismo, sport per i quali non si è mai pensato a una forma di assicurazione obbligatoria.
Nel panorama degli infortuni sulle piste da sci gli scontri tra sciatori rappresentano l’11,3% degli eventi (valore stabile negli ultimi 6 anni). Il 71,4% delle persone che hanno un incidente in pista riportano lesioni che rendono necessario rivolgersi ad una struttura sanitaria e di questi solo il 4,4% viene ricoverato (infortuni medio-gravi). Questo significa che solamente lo 0,3% degli infortuni sulle piste da sci sono originati da scontro tra sciatori ed hanno conseguenze tali da richiedere un ricovero in ospedale (Fonte Rapporto S.I.Mon., Istituto Superiore di Sanità, 2007).
Se analizziamo il caso peggiore, la morte, su base nazionale si registrano in un anno circa 40 morti (Fonte Rapporto S.I.Mon., Istituto Superiore di Sanità, 2007) per un fenomeno che coinvolge 1.853.000 sciatori (Fonte AC Nielsen, 2004) e 461.000 snowboarder (Fonte AC Nielsen, 2004) che danno origine a oltre 20.000.000 di giornate sci in un anno. Di queste morti oltre il 60% sono dovute a malore, tipicamente infarto; gli incidenti mortali originati da scontro tra sciatori sono circa 5 in un anno. Per avere dei termini di riferimento in Italia muoiono circa 8.000 persone all’anno per incidenti domestici, 3.000 per incidenti automobilistici e 20 per valanga.