Tendenze e aspettative per il prossimo inverno
Inviato: 09 ago 2012, 22:23
Ciao ragazzi, cosa vi aspettate per la prossima stagione invernale? Quali saranno le nuove tendenze, le località che si salveranno, quelle che soffriranno o quelle che riusciranno ad aumentare i turisti? Ecco cosa mi aspetterei io...
Lo scorso hanno il turismo invernale ha accusato un calo importante. Le cause non sono da ricercare solo in una riduzione delle disponibilità delle famiglie ma anche in un meteo particolarmente infausto, mite e avaro di neve. Quando poi il freddo è arrivato era troppo intenso e rapidamente seguito da un nuovo periodo caldo. Al contrario oltre confine la neve abbondava.
La situazione economica sta però peggiorando e non è detto che un inverno nevoso possa riportare gli sciatori sulle montagne. Vi sono località di piccole dimensioni sulle Prealpi piemontesi e lombarde che potrebbero chiudere messe a dura prova da un calo dei turisti e da un’inevitabile contrazione dei contributi pubblici.
I redditi più elevati soffrono meno di altri della crisi economica. Non mi aspetto quindi che località VIP quali Cortina o Courmayeur perdano importanti quote di mercato ma difficilmente ne guadagneranno perché la classe media, più colpita, non potrà permettersi costi troppo elevati. Una fetta importante di clientela sarà poi spaventata dalla tracciabilità dei pagamenti e si rivolgerà all’estero, soprattutto Austria e Francia mentre la Svizzera soffre per il Franco troppo forte da oltre un anno.
Saranno penalizzate le località che non offrono alternative allo sci o che offrono comprensori non particolarmente vasti ma ugualmente cari. Tendenzialmente è proprio nei periodi di flessione del mercato in cui le scelte dei consumatori diventano più accurate.
Località che offrono alternative allo sci, soprattutto centri benessere, potranno mantenere o incrementare le loro quote di mercato. Credo che il wellness sia la vera carta vincente più che altre attività come racchette o sci d’alpinismo che rimangono per un pubblico più limitato.
Anche i grandi comprensori verosimilmente potranno registrare performance positive a causa del loro maggior appeal a prezzi tutto sommato simili ad altri competitor più piccoli. I collegamenti tra diverse aree sono da incoraggiare perché permettono di valorizzare le singole aree in maniera importante e renderle più appetibili dai turisti.
Il Freeride ha importanti margini di crescita se confrontiamo l’Italia con altri paesi europei ma il grande pubblico vede ancora questa attività come troppo pericolosa a causa di una criminalizzazione da parte dei media senza dubbio eccessiva.
Il settore dei materiali accusa da anni una flessione dei volumi e credo che tale trend continui ancora. Il rinnovo dell’attrezzatura da sci verrà procrastinato e si tenderà a spendere per le vacanze piuttosto che per gli sci o per la tuta nuova.
Lo scorso hanno il turismo invernale ha accusato un calo importante. Le cause non sono da ricercare solo in una riduzione delle disponibilità delle famiglie ma anche in un meteo particolarmente infausto, mite e avaro di neve. Quando poi il freddo è arrivato era troppo intenso e rapidamente seguito da un nuovo periodo caldo. Al contrario oltre confine la neve abbondava.
La situazione economica sta però peggiorando e non è detto che un inverno nevoso possa riportare gli sciatori sulle montagne. Vi sono località di piccole dimensioni sulle Prealpi piemontesi e lombarde che potrebbero chiudere messe a dura prova da un calo dei turisti e da un’inevitabile contrazione dei contributi pubblici.
I redditi più elevati soffrono meno di altri della crisi economica. Non mi aspetto quindi che località VIP quali Cortina o Courmayeur perdano importanti quote di mercato ma difficilmente ne guadagneranno perché la classe media, più colpita, non potrà permettersi costi troppo elevati. Una fetta importante di clientela sarà poi spaventata dalla tracciabilità dei pagamenti e si rivolgerà all’estero, soprattutto Austria e Francia mentre la Svizzera soffre per il Franco troppo forte da oltre un anno.
Saranno penalizzate le località che non offrono alternative allo sci o che offrono comprensori non particolarmente vasti ma ugualmente cari. Tendenzialmente è proprio nei periodi di flessione del mercato in cui le scelte dei consumatori diventano più accurate.
Località che offrono alternative allo sci, soprattutto centri benessere, potranno mantenere o incrementare le loro quote di mercato. Credo che il wellness sia la vera carta vincente più che altre attività come racchette o sci d’alpinismo che rimangono per un pubblico più limitato.
Anche i grandi comprensori verosimilmente potranno registrare performance positive a causa del loro maggior appeal a prezzi tutto sommato simili ad altri competitor più piccoli. I collegamenti tra diverse aree sono da incoraggiare perché permettono di valorizzare le singole aree in maniera importante e renderle più appetibili dai turisti.
Il Freeride ha importanti margini di crescita se confrontiamo l’Italia con altri paesi europei ma il grande pubblico vede ancora questa attività come troppo pericolosa a causa di una criminalizzazione da parte dei media senza dubbio eccessiva.
Il settore dei materiali accusa da anni una flessione dei volumi e credo che tale trend continui ancora. Il rinnovo dell’attrezzatura da sci verrà procrastinato e si tenderà a spendere per le vacanze piuttosto che per gli sci o per la tuta nuova.