vogliono bloccare iblog ed i siti
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vogliono bloccare iblog ed i siti
Ragazzi è OT, ma perfavore pubblicate un articolo:
La proposta di legge Levi-Prodi prevede che chiunque abbia un blog o un sito debba registrarlo al ROC, un registro dell’Autorità delle Comunicazioni, produrre dei certificati, pagare un bollo, anche se fa informazione senza fini di lucro.
I blog nascono ogni secondo, chiunque può aprirne uno senza problemi e scrivere i suoi pensieri, pubblicare foto e video.
L’iter proposto da Levi limita, di fatto, l’accesso alla Rete.
Quale ragazzo si sottoporrebbe a questo iter per creare un blog?
La legge Levi-Prodi obbliga chiunque abbia un sito o un blog a dotarsi di una società editrice e ad avere un giornalista iscritto all’albo come direttore responsabile.
in pratica questo sito e questo forum non potrebbero esistere nei modi che tanto adesso amiamo.
La proposta di legge Levi-Prodi prevede che chiunque abbia un blog o un sito debba registrarlo al ROC, un registro dell’Autorità delle Comunicazioni, produrre dei certificati, pagare un bollo, anche se fa informazione senza fini di lucro.
I blog nascono ogni secondo, chiunque può aprirne uno senza problemi e scrivere i suoi pensieri, pubblicare foto e video.
L’iter proposto da Levi limita, di fatto, l’accesso alla Rete.
Quale ragazzo si sottoporrebbe a questo iter per creare un blog?
La legge Levi-Prodi obbliga chiunque abbia un sito o un blog a dotarsi di una società editrice e ad avere un giornalista iscritto all’albo come direttore responsabile.
in pratica questo sito e questo forum non potrebbero esistere nei modi che tanto adesso amiamo.
- lotharmatthaus
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- Località: Monza
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Questo il disegno di legge cui si riferisce funa
http://www.antoniodipietro.com/DDL_editoria_030807.pdf
mo' me lo studio un po' ma mi sembra presto per fasciarsi la testa
ps, il questa sezione nulla è OT
http://www.antoniodipietro.com/DDL_editoria_030807.pdf
mo' me lo studio un po' ma mi sembra presto per fasciarsi la testa
ps, il questa sezione nulla è OT
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Il problemaè sempre lo stesso, al posto di ridurre leggi e regolamenti inutili (o peggio negativi9 se ne creano sempre di nuovi soffocando l'iniziativa privata. Lasciamo fare siti a tutti quelli che lo desiderano, la selezione la farà il mercato, nn le leggi
Faccio un altro esempio sempre nel medesimo campo: ho impiegato 5 minuti per registrare dovesciare.com . Al termine della registrazione on line non dovevo fare più nulla e il dominio è stato attivato da lì a poco
Per registrare Dovesciare.it ho impiegato ancora 5 minuti per la registrazione, in pratica la stessa di Dovesciare.com con tanto di accettazione delle condizioni contrattuali. Poi ho dovuto stampare il contratto, firmarlo e mandarlo all'Authority. Questi si sono presi un po' di giorni per registrare il fax che è arrivato poco leggibile e che quindi ho dovuto rimandare. Sono passati altri giorni prima che mi attivassero il dominio. Risultato: ho dovuto aspettare 10 giorni per una semplice registrazione e lo stato ha dovuto pagare qualcuno che leggesse il mio fax. Ecco il costo della burocrazia in Italia, non è retorica
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Faccio un altro esempio sempre nel medesimo campo: ho impiegato 5 minuti per registrare dovesciare.com . Al termine della registrazione on line non dovevo fare più nulla e il dominio è stato attivato da lì a poco
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Per registrare Dovesciare.it ho impiegato ancora 5 minuti per la registrazione, in pratica la stessa di Dovesciare.com con tanto di accettazione delle condizioni contrattuali. Poi ho dovuto stampare il contratto, firmarlo e mandarlo all'Authority. Questi si sono presi un po' di giorni per registrare il fax che è arrivato poco leggibile e che quindi ho dovuto rimandare. Sono passati altri giorni prima che mi attivassero il dominio. Risultato: ho dovuto aspettare 10 giorni per una semplice registrazione e lo stato ha dovuto pagare qualcuno che leggesse il mio fax. Ecco il costo della burocrazia in Italia, non è retorica
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non cambierà niente nemmeno tra altri 30 o 40 anni destra o sinistra che sia.Funakoshi ha scritto:ragassuoli, il domani appartiene a noi.
Basta delegare ad altri la nostra indignazione di destra o di sinistra la politi è e deve essere cosa di tutti.
siamo italiani appunto, basta che ci sia controcampo e lucignolo bella vita
alla tv e tutto va bene.
abbiamo politici di professione, vite intere passate a parlare, parlare e basta, burocrazia assurda
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non abbiamo (e parlo in modo generico mi raccomando
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avete visto Grillo ?! pensate che cambireà qualcosa? (tra l'altro già non se ne parla più) non è cambiato niente, anzi; una manciata di trasmissioni e dibattiti dove (tanto per cambiare) il politico di turno indignato parla, parla e basta.
boh!
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il punto Pavel è che se tutti noi facesimo politica attiva i manigoldi avrebbero meno spazio per le loro boiate, ti dirò di più, io ringrazio il cielo che in Italia ci siano molti partiti, vi immaginate il potere concentrato solo per due partiti? Diventeremmo come gli stati uniti dove comandano le lobbies ed il cittadino non conta nulla, la democrazia apparente è salva, ma a votare non ci va nessuno.
- lotharmatthaus
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da Corriere.it
Gentiloni: ddl su editoria da correggere
Il ministro delle Comunicazioni: «Norma sulla registrazione dei siti internet non è chiara e va riscritta»
ROMA - Marcia indietro a tutta velocità. «L'allarme lanciato da Beppe Grillo e ripreso da molti commenti al mio blog è giustificato: il disegno di legge sull'editoria, proposto dalla Presidenza del consiglio e approvato una settimana fa in Consiglio dei Ministri, va corretto perchè la norma sulla registrazione dei siti internet non è chiara e lascia spazio a interpretazioni assurde e restrittive». Lo pensa il Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, che dal suo blog, interviene nella polemica aperta da Grillo sul ddl che inizierà il suo iter mercoledì alla Camera, per dire che c'è un errore da correggere. Il ripensamento del ministro arriva dopo che Italia dei Valori, Verdi Rosa nel Pugno e Rifondazione avevano detto che non avrebbero votato il provvedimento senza modifiche.
«MI CONSIDERO IN PARTE RESPONSABILE» - «Naturalmente, mi prendo la mia parte di responsabilità - continua Gentiloni - (come ha fatto anche il collega Di Pietro nel suo blog) per non aver controllato personalmente e parola per parola il testo che alla fine è stato sottoposto al Consiglio dei Ministri. Pensavo che la nuova legge sull'editoria confermasse semplicemente le norme esistenti, che da sei anni prevedono si una registrazione ma soltanto per un ristretto numero di testate giornalistriche on line, caratterizzate da periodicità, per avere accesso ai contributi della legge sull'editoria. va bene applicare anche ai giornali on line le norme in vigore per i giornali, ma sarebbe un grave errore estenderle a siti e blog». Per il ministro invece «il testo è troppo vago sul punto e autorizza interpretazioni estensive che alla fine potrebbero limitare l'attività di molti siti e blog. Meglio, molto meglio lasciare le regole attuali che in fondo su questo punto hanno funzionato. Riconosciuto l'errore - conclude Gentiloni - si tratta di correggerlo. E sono convinto che sarà lo stesso sottosegretario alla presidenza Levi a volerlo fare».
20 ottobre 2007
Gentiloni: ddl su editoria da correggere
Il ministro delle Comunicazioni: «Norma sulla registrazione dei siti internet non è chiara e va riscritta»
ROMA - Marcia indietro a tutta velocità. «L'allarme lanciato da Beppe Grillo e ripreso da molti commenti al mio blog è giustificato: il disegno di legge sull'editoria, proposto dalla Presidenza del consiglio e approvato una settimana fa in Consiglio dei Ministri, va corretto perchè la norma sulla registrazione dei siti internet non è chiara e lascia spazio a interpretazioni assurde e restrittive». Lo pensa il Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, che dal suo blog, interviene nella polemica aperta da Grillo sul ddl che inizierà il suo iter mercoledì alla Camera, per dire che c'è un errore da correggere. Il ripensamento del ministro arriva dopo che Italia dei Valori, Verdi Rosa nel Pugno e Rifondazione avevano detto che non avrebbero votato il provvedimento senza modifiche.
«MI CONSIDERO IN PARTE RESPONSABILE» - «Naturalmente, mi prendo la mia parte di responsabilità - continua Gentiloni - (come ha fatto anche il collega Di Pietro nel suo blog) per non aver controllato personalmente e parola per parola il testo che alla fine è stato sottoposto al Consiglio dei Ministri. Pensavo che la nuova legge sull'editoria confermasse semplicemente le norme esistenti, che da sei anni prevedono si una registrazione ma soltanto per un ristretto numero di testate giornalistriche on line, caratterizzate da periodicità, per avere accesso ai contributi della legge sull'editoria. va bene applicare anche ai giornali on line le norme in vigore per i giornali, ma sarebbe un grave errore estenderle a siti e blog». Per il ministro invece «il testo è troppo vago sul punto e autorizza interpretazioni estensive che alla fine potrebbero limitare l'attività di molti siti e blog. Meglio, molto meglio lasciare le regole attuali che in fondo su questo punto hanno funzionato. Riconosciuto l'errore - conclude Gentiloni - si tratta di correggerlo. E sono convinto che sarà lo stesso sottosegretario alla presidenza Levi a volerlo fare».
20 ottobre 2007