Alcuni articoli del quotidiano "L'Adige" che spiegano la delicata situazione economico-finanziaria della società funiviaria Funivie Folgarida - Marilleva
L'Adige ha scritto:TRENTO - In attesa dell'assemblea di domani, è ovviamente diffuso tra tutti i soci - sono diverse centinaia - l'allarme per la pesante situazione debitoria delle Funivie Folgarida Marilleva, arrivata a quasi 93 milioni di euro di debiti in proprio oltre ai 127 di Aeroterminal Venezia, per un totale di 220 milioni.
Ma una preoccupazione doppia è quella di molti dipendenti della società, pare un terzo circa degli oltre 170 complessivi, che sono anche azionisti della Spa. Anzi, alcuni di loro hanno aderito anche alla proposta di Aeroterminal, comprando azioni della società immobiliare impegnata nell'iniziativa di Tessera e oggi in profondo rosso. A questo si aggiunge lo shock, per tutta la valle, del mancato pagamento del dividendo, che quest'anno sarà impossibile distribuire con un utile netto sceso a 200 mila euro.
L'obiettivo di mantenere un dividendo stabile o crescente è stato sempre curato dalla società guidata da Ernesto Bertoli, anche utilizzando un fondo oscillazione dividendi che evitava le variazioni più brusche. L'anno scorso, ad esempio, con un utile di 2,5 milioni sono stati distribuiti dividendi per 2,9 milioni, per mantenere il livello dell'anno precedente, integrando la somma con un prelievo dal fondo.
La difficile situazione della società di Dimaro si ripercuote anche sulla controllata del Bondone Trento Funivie, che ha già problemi suoi. I sette dipendenti stanno lavorando senza aver percepito lo stipendio di giugno, ma parte ormai certo che non sarà pagato alla scadenza neanche quello di luglio. Per quanto riguarda l'atteso aumento di capitale con l'apporto di Trentino Sviluppo e del Comune di Trento, il neopresidente di Ts Paolo Mazzalai afferma che «per ora non c'è nulla. Stiamo aspettando l'evoluzione della situazione». Intanto, sul versante del prestito ponte da 10 milioni che dovrebbe dare un po' di respiro a Funivie, anche Sella Nord Est, creditrice della società, valuterà nei prossimi giorni l'adesione alla cordata guidata da Cassa Centrale Banca, che vede coinvolte Rurali, Unicredit e altri istituti. F. Ter.
25/07/2008
L'Adige ha scritto:D a macchina da soldi a società a rischio: le funivie Folgarida Marilleva sono schiacciate dai debiti
Da macchina da soldi a società a rischio: le funivie Folgarida Marilleva sono schiacciate dai debiti. Con un 2007 chiuso con ricavi sostanzialmente stabili (18,43 milioni), ma un utile in decisa picchiata (da 2,5 milioni a 200 mila euro), il vero incubo per i conti della società è quello dell'indebitamento e dei conseguenti oneri finanziari, che sono esplosi. Tra quelli della società e quelli assommati dalla controllata Aeroterminal, si sfiorano i 220 milioni di euro. In arrivo una boccata di ossigeno, con il prestito ponte di circa 10 milioni che dovrebbe garantire l'operatività della società. Per sabato si annuncia un'assemblea infuocata. D. SARTORI, F. TERRERI
C'è il costruttore edile, che forse sperava di avere qualche piccola parte nella valanga di metri cubi progettati a fianco del «Marco Polo» di Tessera. E imprenditori dei settori più disparati. E poi professionisti, notai, avvocati, commercialisti, semplici impiegati, pensionati... Centinaia di soci che hanno creduto nell'operazione Aeroterminal Venezia confezionata dai fratelli Arrigo ed Ugo Poletti e fatta propria dalle Funivie Folgarida Marilleva.
Soci, in molti casi, dell'una e dell'altra spa. Che ora tremano. Ma che allo stesso tempo, nella speranza che l'advisor Mediobanca riesca a trovare un acquirente degli ettari di terreno di Tessera, nell'assemblea straordinaria di inizio giugno hanno votato l'aumento di capitale di 3,5 milioni da portare a termine entro settembre.
Ad oggi, dei 34,95 milioni di azioni ordinarie di Aeroterminal, la controllante Funivie Folgarida Marilleva spa ne possiede 12,53 milioni in proprietà, più 4 in pegno a Banca del Gottardo Italia spa e 1,5 in pegno a Unicredit Corporate Banking spa, la milanese Compagnia Fiduciaria Lombarda srl (alcuni investitori guidati da Matteo Pettinari) ne detiene 4,36 milioni. Tra i soci di peso anche Eurogroup spa, holding milanese del Gruppo Paterno (1,5 milioni), Cesi - Cooperativa Edil Strade Imolese srl (1,5 milioni), Fondazione Cassa di Risparmio di Piacenza e Vigevano (1,25 milioni), Fin Po spa di Villadossola della famiglia Poscio (500 mila). Ancora socia, in maggio, risultava la coppia dei fratelli Poletti attraverso la Villa Gaja srl (1 milione in pegno alla Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella) e la portoghese Carania Consultadoria e Marketing Lda (500 mila azioni in pegno alla Cesi Imolese). L'immobiliarista Loris Todesco, partner in origine dei Poletti nell'operazione Aeroterminal, è socio attraverso la Fioretti spa (370 mila). L'arcense Marco Immobiliare di Walter Markus ed Emilia Wachtler ne possiede 300 mila, 200 mila la Agamatic Srl (impianti di risalita), 125 mila azioni sono in capo alla Nuova Holding di Giuseppe Stelzer, 250 mila ad un Fondo pensione delle Isole Vergini (Dominion Pension Plan Trustees). L'impresa di costruzioni Garbari spa possiede 50 mila azioni, più le quote individuali di Enrico e di altri soci, la Bauflex Italiana srl 30 mila, la ditta di Mauro Giacca (settore impianti) 75 mila, la F.lli Zanotelli srl (18 mila), la cooperativa Lago Rosso 2 mila, la Errek di Curzel Carlo & C. sas 2 mila. Tra gli enti pubblici, solo una presenza: il Comune di Rabbi, con 1000 azioni. Tra i soci privati, la famiglia Bertoli con Ernesto capofila (273 mila), seguito dal figlio Andrea (28 mila), gli avvocati Luca Pontalti (13 mila) con i figli Chiara (19 mila) e Giorgio (19 mila) e Paolo Toniolatti (750), consulente legale di Funivie Folgarida Marilleva, il geometra Alessandro Penasa, fratello del sindaco di Rabbi, Giulio Cesare Vayno, l'ex presidente della spa Funivie di Pinzolo che da maggio siede nel cda di Aeroterminal Venezia spa, il caposindaco della spa Funivie Flavio Torrini, il ristoratore Andrea Ghesla (130 mila), il geologo Lorenzo Cadrobbi (1000 azioni, più altre 2 mila attraverso un paio di società di geologia), l'ex direttore della Ferrovia Trento Malé Daniele Cozzini (3 mila), Natale Flessati (3 mila) del gruppo ST1 (autotrasporti e logistica), l'architetto Sergio Niccolini (15 mila), il direttore generale del gruppo Itas Fabrizio Lorenz (3 mila), il notaio Mauro Pappaglione (120 mila) con i figli Luca (50 mila) e Nino (50 mila). Anche l'ex ciclista Francesco Moser ha investito nella radura a fianco dell'aeroporto di Venezia: possiede 15 mila azioni di Aeroterminal. Do. S.
24/07/2008
Con 127 milioni di euro di debiti al 31 dicembre 2007, che continuano a crescere con gli interessi, «non è immediatamente e nel breve prospettabile il ricorso all'indebitamento bancario» per pagare le spese correnti. Così i soci di Aeroterminal Venezia sono stati chiamati il 7 giugno scorso al Centro congressi «Alla Sosta dell'Imperatore» a Folgarida a deliberare un aumento di capitale di 3 milioni e mezzo di euro, da 34,9 a 38,4 milioni, per consentire alla società di «disporre di risorse per far fronte alle proprie esigenze di cassa» e soprattutto «di potersi confrontare con potenziali investitori avendo superato l'attuale fase di stallo e con un'immagine verso l'esterno di maggior credibilità». Così ha spiegato la situazione agli azionisti intervenuti - 151 soci presenti in proprio e per delega pari all'84,9% del capitale - il nuovo presidente Luciano Crafa , nominato a maggio insieme al consigliere delegato Fabrizio Felter su indicazione di Mediobanca, l'advisor scelto per trovare «tra primari operatori del settore immobiliare» nuovi partner finanziari e industriali disposti a rilanciare Aeroterminal dopo l'uscita del gruppo Poletti. L'aumento di capitale avverrà offrendo le nuove azioni in opzione ai soci al valore nominale di 1 euro, in ragione di una nuova azione ogni dieci possedute. Dovrà essere effettuato entro settembre e sarà efficace se raggiungerà almeno il 50% del valore. La mancanza di sovrapprezzo, ha spiegato Crafa, dipende dalla situazione critica della società, mentre chi aderisce ha la possibilità di «mediare» al ribasso il valore delle sue azioni, che quindi oggi valgono molto meno di 1 euro. Insieme all'aumento di capitale, l'assemblea ha dato il via libera all'affidamento del controllo contabile ad una società di revisione. Il nuovo socio di maggioranza, le Funivie Folgarida Marilleva di Ernesto Bertoli, sollecitata in assemblea, ha già precisato che sottoscriverà parzialmente l'aumento di capitale, sia pur in misura tale da conservare il controllo della società, trasferendo agli altri soci interessati i diritti di opzione. Alla fine la delibera viene approvata con due voti contrari, la Cesi, Cooperativa edile di Imola, e la Fondazione Piacenza e Vigevano. F. Ter.
24/07/2008
Non sono stati severi come l'anno scorso, ma il collegio sindacale di Trento Funivie, la società pubblico-privata che gestisce gli impianti del Bondone, anche quest'anno ha espresso osservazioni al bilancio, pur approvandolo nel complesso. I sindaci uscenti Giancarlo Agostini, Falvio Torrini e Patrizia Pizzini - il collegio è poi stato rinnovato per due terzi all'assemblea del 29 maggio - sottolineano ancora una volta che «la società ha presentato perdite significative nel 2007 e nei periodi precedenti».
Il bilancio si è chiuso con un rosso di 1 milione, di cui 856 mila euro riportati a nuovo. «La gestione finanziaria rappresenta un ambito particolarmente delicato tanto più in considerazione del ritardo registrato nell'attuazione dell'aumento di capitale», quello da 6 milioni di euro che dovrebbe arrivare entro settembre da Trentino Sviluppo e dal Comune di Trento. Con ricavi per 2,5 milioni, in calo dell'11% rispetto al 2006, la società ha debiti per 7 milioni 854 mila euro, il 6% in più dell'anno precedente. Il grosso, 6,7 milioni, è esposizione verso le banche, Rurale di Trento, Rurale di Sopramonte, Unicredit, Sparkasse, Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo (gruppo Intesa Sanpaolo). In questo quadro, gli oneri finanziari salgono, anche a causa dell'aumento dei tassi di interesse, del 39%, da 260 a 361 mila euro. I problemi di liquidità sono tali che, come denunciato dal sindacato nei giorni scorsi, i sette dipendenti non hanno ricevuto l'ultimo stipendio. I revisori contestano, poi, l'accantonamento in un fondo del canone di leasing 2007 dovuto a Trentino Sviluppo, effettuato perché il lago Mezavia e la condotta per Sopramonte, concesse in leasing da Ts, torneranno con la sottoscrizione dell'aumento di capitale a Trento Funivie. Per i sindaci i canoni vanno considerati costi.
24/07/2008
Una cordata composta da una decina di imprenditori locali, per lo più maestri di sci ed albergatori della val di Peio, è pronta a rilevare il rifugio Doss dei Gembri per una cifra vicina ai 650mila euro. Per portare a termine l'affare la cordata però pretende che Pejo Funivie Spa garantisca l'impiego dei capitali raccolti per realizzare una seggiovia quadriposto in sostituzione della monoposto ormai fatiscente. La paura degli imprenditori coinvolti, in sostanza, è che Funivie Folgarida Marilleva, azionista di riferimento di Pejo Funivie, impieghi il denaro per avviare il ripianamento della situazione di crisi della capogruppo, ormai a corto di liquidità in seguito all'investimento sostenuto in Aeroterminal Venezia Spa. Ciò che in val di Peio, ma più in generale in val di Sole, si vorrebbe evitare adesso, è che i soldi della pubblica amministrazione e dei piccoli imprenditori del luogo possano essere usati da Ernesto Bertoli, azionista di maggioranza di Funivie Folgarida Marilleva, per coprire l'esposizione che Aeroterminal Venezia vanta nei confronti delle banche che ne hanno coperto l'investimento immobiliare in veneto. In questo contesto si inserisce la proposta del consigliere provinciale di Valli Unite Denis Bertolini, che in una interrogazione al presidente della Provincia Lorenzo Dellai ha chiesto se «non ritenga opportuno, per evitare una grave crisi economica in val di Sole, seguire anche per Funivie Folgarida-Marilleva l'esperienza positiva adottata al passo del Tonale con la costituzione di una spa mista pubblico-privata con diffusa partecipazione degli operatori economici locali». Perché in valle, dice Bertolini, gli imprenditori sono disposti ad investire. «Ora però serve che anche il pubblico, tramite Trentino Sviluppo, faccia la sua parte - continua il consigliere -. Ma non attraverso operazioni di lease back sugli impianti o attraverso la sottoscrizione di azioni privilegiate che non danno alcuna possibilità di controllo sulle decisioni assunte dalla società. Bisogna procedere con l'emissione di azioni ordinarie». Oppure, come suggerisce Luciano Maturi di Valli Unite, verificando se esista l'interesse di qualche privato a rilevare la quota del 41% che Funivie Folgarida detiene in Funivie Madonna di Campiglio dai tempi della «tentata scalata». R. G.
24/07/2008