10 cose da fare in Val d'Ayas
Valle d’Aosta vuol dire montagna. Montagna spesso aspra, rocciosa, affascinante come la vetta che forse riassume più di tutte il sentimento di vertigine che accompagna il contatto con la bellezza e la forza della natura: il Cervino. E con il Cervino le altre cime oltre i Quattromila, come il Monte Bianco, o il Monte Rosa. E proprio sui pendii del Rosa si distende uno dei comprensori sciistici più importanti, Monterosa Ski, in un territorio ricco anche di storia e tradizioni. Con un ingresso dalla Val d’Ayas
1. Il forte di Bard
Le nostre 10 cosa da fare in Val d’Ayas, una delle prime valli che si incrociano risalendo la Val d’Aosta, verso il Bianco, e che ha come riferimento turistico soprattutto Champoluc, cominciano… prima di entrare in Valle. Vale la pena, infatti, ancora prima di avventurarsi nella Val d’Ayas, nel comune di Bard, fare una sosta al Forte di Bard, roccaforte strategica, che domina la valle della Dora Baltea. Era, in passato, un presidio agevole sui percorsi da e per la Francia. Il complesso fortificato, riedificato nel XIX secolo è stato completamente ristrutturato e ospita mostre e percorsi permanenti come il Museo delle Alpi, Alpi dei Ragazzi e Le prigioni. Vale la visita, L’impressione sarà quella di un tuffo nella storia.
2. Antagnod storia e divertimento al sole
In Val d’Ayas si entra da Verrès e la meta turistica più ricercata è Champoluc. Ma una sosta vale la pena di farla ad Antagnod, una frazione fatta di antiche costruzioni e stradine suggestive, con una chiesa con altare di epoca barocca. A 1.710 metri di altitudine vanta un’esposizione al sole molto buona e offre anche un comprensorio sciistico da non sottovalutare, che comprende un Baby Snow Park dedicato ai più piccoli ma anche piste di alto livello tecnico, omologate a livello internazionale. Una buona giornata di sci per tutta la famiglia è garantita. E con la neve fresca, tanti percorsi da provare in sicurezza (senza mai sottovalutare la montagna).
Antagnod3. Champoluc, “porta” sul Monterosa
Champoluc è il portone di ingresso per Monterosa Ski. Qui gli appassionati della neve possono trovare tutto il divertimento che cercano e partire alla scoperta di un comprensorio davvero ampio, con quasi 50 piste da percorrere (di ogni difficoltà, con una grande prevalenza di “rosse”), servite da una trentina di impianti di risalita. Si passa da poco più di 1.200 metri di quota fin quasi a 3.000 e sci ai piedi si possono attraversare tre valli (la Val d’Ayas di Champoluc, la Valle di Gressoney e la Valsesia, con Alagna), a cavallo di due regioni: Valle D’Aosta e Piemonte. Insomma, un’esperienza da non perdere. Ecco qualche suggerimento per le piste più interessanti
Champoluc4. Un paradiso per i freeriders
Lo sanno tutti: gli amanti delle tracce in neve fresca sul Monterosa vanno… a nozze. Tante zone da esplorare, dotandosi naturalmente degli accessori di sicurezza, che vengono accuratamente controllati da un servizio di sorveglianza efficiente. Verso Punta Indren, in particolare, comincia il Monterosa Freeride Paradise, con l’emozione di sollevare la “polvere” sotto le cime imponenti e i ghiacciai perenni. L'ultima funivia a monte di Gressoney, dopo il Passo dei Salati, non serve alcuna pista ma solo tracciati freeride. Ecco alcuni itinerari fuoripista a Champoluc, Gressoney e Alagna
5. Percorsi dedicati per gli sci alpinisti
Non tutti si scatenano sui pendii dell’Indren. Ma tra la Val d’Ayas e la Valle di Gressoney si snodano anche quattro tracciati, preparati e messi in sicurezza, pensati proprio per chi comincia ad avvicinarsi allo scialpinismo e per chi vuole allenarsi su percorsi ben identificati e con diversi livelli di difficoltà. Il tracciato misto della Val d’Ayas parte dalla località Ciarcerio- all’arrivo della funicolare che parte da Frachey – e conduce al Colle Bettaforca passando per il villaggio di Résy (5 km, 750 metri di dislivello). La Valle di Gressoney offre una pista panoramica da Sant’Anna al Colle Betta (3,1 km; 500 metri di risalita) ed un percorso più tecnico dalla località Gabiet al Passo dei Salati (dislivello di 650 metri; 3,6 km di pista). E poi c’è Champorcher, piccolo comprensorio autonomo, con il bel percorso che conduce a Dondena (5,5 km per un’ascesa di 680 metri).
6. Tre valli, per una sciata senza soste
Per gli appassionati è un “must”: via a rotta di collo tra impianti e piste attraverso le tre valli del Monterosa Ski. Partenza da Champoluc, con la nuova telecabina del Crest e poi via, tra seggiovie, funivie, telecabine e tracciati ampi e ben lavorati, che invitano a discese emozionanti. Si sale al Colle Bettaforca e poi giù, verso Gressoney, per risalire fino al Passo dei Salati, dove si raggiunge la massima altitudine (2.971 metri; da qui si può salire verso Punta Indren), per ridiscendere infine verso Alagna, con una lunga pista che finisce per attraversare il bosco, fino al paese, a 1.212 metri (1.759 metri di dislivello). E qui che si fa? Si riparte… tornando fino a Champoluc
Monterosa Ski7. Paesaggi e baite
A dire la verità qualche sosta vale però la pena. Non solo in qualcuna delle diverse baite che si trovano lungo le piste – con un’ottima offerta gastronomica – ma anche semplicemente per godere del paesaggio. Magari ammirando la linea dei ghiacciai (il Lyskamm lascia intravedere le sue lame verdi, affascinanti) o lasciando spaziare lo sguardo, nei punti panoramici tra una pista e l’altra, tra le creste che superano i Quattromila, fino al profilo inconfondibile del Cervino. E poi ci sono le case Walser, piccoli borghi disseminati lungo la montagna che conservano il fascino di antiche tradizioni.
8. In rifugio, tra le piste
Un’esperienza da provare è quella di pernottare in un’oasi di silenzio e natura come quella proposta dal piccolissimo borgo Walser di Cuneaz, un villaggio proprio sulle piste, raggiungibile solo con gli sci o con una breve camminata dopo la salita in telecabina da Champoluc. A inizio '900 contava oltre 100 abitanti, ora è abitato permanentemente da una sola famiglia che gestisce il ristorante/rifugio L’Aroula (http://www.aroula.it/). Camere in legno, suggestive e con tutti i comfort (c’è anche un idromassaggio) ricavate da una rispettosa ristrutturazione di una antica casa. E' un locale bar/ristorante caldo e accogliente. Si respira la magia del tempo passato, assaporando cibi tipici e godendo del silenzio, della natura, oltre che della compagnia di una famiglia che ha scelto la montagna come ambiente di vita.
9. Camp Zero, lusso e azione
Potendo bisogna provare: Camp Zero è un “luxury resort” (così si presenta: https://www.campzero.com/it/resort/) e a Champoluc ha portato una ventata di charme e un pieno di entusiasmo: 40 camere, tutte suite con fino a 4 letti (su due piani) di gran lusso, ma soprattutto un concept che fa dello sport e dell’azione il vero punto forte. Nell’hotel tra l’altro c’è una palestra di arrampicata grande e attrezzatissima e all’esterno è stata realizzata anche una cascata di ghiaccio per gli appassionati. A disposizione c’è sempre una guida alpina per consigliare, accompagnare, orientare ogni esperienza possibile di montagna. E poi le attività collegate, con l’elitaxi, compresa l’escursione in elicottero sul Cervino. Non manca naturalmente, una buona area relax, con ambienti suggestivi, una Spa emozionale e la piscina da 25 metri. Da sottolineare gli ottimi ristoranti.
10. Una Valle ricca di… oro
E prima di andare via dalla Val d’Ayas una puntata va fatta alla miniera d’oro di Chamousira-Brusson, attiva tra la fine dell’800 e i primi del ‘900. Ha un’estensione di circa 1600 metri sottoterra e aveva un complesso di installazioni esterne per il trasporto e il trattamento del minerale. Ora il Museo della Miniera accoglie i visitatori in in una struttura suggestiva e panoramica sull’area dove si trovava la teleferica per il trasporto del minerale. Propone visite negli antichi sotterranei, con un percorso evocativo nel cuore della montagna e quattro video installazioni. Per avventurarsi nei cunicoli, naturalmente guidati, occorre un abbigliamento adatto e caldo (la temperatura è intorno agli 8 gradi): sarà come trovarsi, in un attimo, indietro nel tempo, ripercorrendo vita e fatiche di tanti uomini della Valle.
Brusson