Le Regioni: rivedere la scelta di non aprire a Natale o l'economia di montagna crolla
23 Novembre 2020
SCI E COVID - Sono state approvate oggi dalle Regioni le regole che dovrebbero normare l'accesso agli impianti e alle piste da sci per il prossimo inverno. Anche se i rumors che arrivano parlano di un Governo deciso a non permettere l'apertura per Natale e Capodanno, la Conferenza delle Regioni ha approvato un documento che, come spiega il vicepresidente Giovanni Toti, offre un proposta "per non compromettere la stagione sciistica e per non creare un danno irreversibile all'economia della montagna dei nostri territori". Il turismo invernale muove 10, 12 miliardi di Pil e rischia quest'inverno un crollo del 70%.
Il regolamento per le stazioni sciistiche
“Pur con la piena consapevolezza delle difficoltà e delle incertezze dettate da questo difficile momento – si legge nel documento firmato dai vari assessori regionali competenti – tutto il sistema turistico sta lavorando alacremente per un avvio in sicurezza della stagione invernale. Con il coordinamento degli Assessori agli impianti a fune di Val d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Provincia di Trento, Provincia di Bolzano, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Il primo importante passo è stato fatto questa mattina. Il documento individua tutte le misure di prevenzione del contagio da SARS-CoV-2 da predisporre per l’utilizzo in sicurezza degli impianti di risalita all’interno di stazioni, aree e comprensori sciistici nella stagione invernal”.
La richiesta al Governo: rivedere la scelta di non aprire a Natale
“Alla luce, tuttavia, delle notizie riguardanti le misure che il Governo intende adottare nel prossimo DPCM, secondo le quali si esclude la possibilità di aprire gli impianti a fune per le festività natalizie, gli assessori delle regioni alpine chiedono al Governo di rivedere questa scelta. Metterebbe in crisi un intero sistema che porta un notevole indotto economico, lavorativo e sociale per l’intero Paese. Del resto sono molte le realtà imprenditoriali legate alla stagione bianca – tra cui scuole di sci, noleggi, aziende di trasporto, hotel e ospitalità in genere, ecc. – che aspettano risposte per programmare la stagione invernale. E, tutte, stanno partecipando in maniera corale al grande lavoro di preparazione e messa a punto degli standard di sicurezza per sciatori e addetti. Necessaria una data comune per l’avvio della stagione sciistica"
Serve una data comune di apertura della stagione sciistica
“Le Regioni dell’arco alpino intendono dare un segnale concreto all’intero sistema economico condividendo la necessità di darsi una data comune per l’avvio della stagione bianca. Tenuto conto del quadro sanitario che andrà a delinearsi nelle prossime settimane. Siamo tutti ben coscienti delle difficoltà del momento. Ma vogliamo e dobbiamo guardare al futuro con atteggiamento positivo, consapevoli soprattutto dell’importanza che l’industria dello sci ricopre per l’economia italiana. Grazie all’approvazione delle linee guida per gli impianti sciistici potremo garantire un avvio in sicurezza della stagione invernale”.
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Tra le misure "anti Covid" da adottare, oltre a tutti i sistemi di sicurezza personale che già conosciamo, dall'utilizzo della mascherina al distanziamento sociale, ci sono i limiti alla portata degli impianti chiusi e l'implementazioni di sistemi di acquisto skipass online con consegna direttamente nelle strutture ricettive.
Nel frattempo dal presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, arriva la proposta di aprire le piste tenendo chiusi rifugi e bar mentre Arno Kompatscher, governatore del Tirolo, ha ribadito che la priorità è abbassare la curva dei contagi e aprire le attività essenziali, ma anche che bisogna dare "una prospettiva a quello che da noi (in Alto Adige, ndr) è fondamentale per l’economia territoriale. Si potrebbe pensare di iniziare ad aprire gli impianti per i residenti per poi allargare ai turisti".
di Redazione DoveSciare.it
23 Novembre 2020