Cogne, per recuperare le miniere servono 10 milioni
03 Marzo 2009
news/Il governo regionale valdostano punta a valorizzare le vecchie miniere presenti sul suo territorio con la creazione di un Parco minerario regionale che metterà in rete tutti i siti. Sulla riqualificazione delle cave di Cogne
, fiore all'occhiello del patrimonio storico-minerario valligiano, pesa tuttavia "un problema finanziario, tenuto conto che l'investimento prevede una spesa di decine di milioni di euro".
Lo dice l'assessore regionale al Territorio e Ambiente Manuela Zublena che aggiunge: "Lo studio elaborato dalla finanziaria Finaosta ha evidenziato criticità rappresentate dalle modalità di acquisizione delle miniere e delle strutture annesse, di proprietà Fintecna". Zublena ricorda poi che "occorre certamente effettuare attente valutazioni sui costi di gestione del complesso".
Le miniere di Cogne, note già in età romana e appannaggio della Chiesa fino al 1679, quando furono vendute al Comune, furono chiuse nel 1979 dopo quasi un secolo di sfruttamento intensivo e rappresentano una delle più interessanti testimonianze di archeologia industriale in Valle d'Aosta. Ancora oggi sono ben visibili i resti delle teleferiche per il trasporto del materiale, la funivia per i passeggeri che da Cogne arrivava al villaggio di Colonna e numerosi fabbricati. Negli anni di maggiore attività, gli addetti alla miniera potevano usufruire di uno spaccio, di una biblioteca e persino di un cinematografo. Nel complesso minerario sono comprese anche l'antichissima miniera d'argento di Valeille, quella di rame di Ecloseur e quella di magnetite di Larsinaz.
La messa in rete dei siti minerari valdostani con la creazione di un parco regionale è parte integrante della nuova disciplina della Valle d'Aosta riguardante il settore estrattivo, approvata alla fine del 2008. Già l'anno precedente, tuttavia, la Regione aveva commissionato uno studio di fattibilità del percorso in argomento con un progetto Interreg "Iron route" per localizzare le principali zone di interesse storico culturale. L'assessore Zublena, nonostante le criticità evidenziate, ha ribadito l'interesse a proseguire nella sua realizzazione: "''Il già approvato Programma Operativo Regionale (POR), incardinato nei fondi comunitari FESR, rappresenta un aiuto concreto per la realizzazione di un primo intervento sostenibile, volto all'utilizzo immediato del sito a fini turistici". (ANSA).
di Andrea Greco
03 Marzo 2009
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