TURISMO - Crisi e poca neve: Natale - 18%

10 Gennaio 2012


Meno 18% del fatturato degli operatori che vendono viaggi organizzati sia in Italia che all'estero. Certo, il dato non riguarda solo le settimane bianche ma la carenza di neve in varie stazioni sciistiche italiane, e ovviamente, la crisi, fanno da sfondo a questo preoccupante dato diffuso da Federviaggio, federazione del turismo organizzato aderente e Confcommercio. In Piemonte il governatore Roberto Cota starebbe addirittura pensando di chiedere lo stato di calamità per la mancanza di neve, un fattore sicuramente determinate, soprattutto se lo si legge associato alle temperature medie registrate in molte zone montane, che hanno ridotto al minimo la possibilità di ricorrere all'innevamento programmato.  "Una contrazione pesante che corrisponde a 400-450 mila persone in meno in viaggio in un periodo clou per le partenze" -  ha spiegato all'Ansa Alberto Corti, presidente di Federviaggio, una crisi iniziato con il ponte dell'Immacolata che in montagna è stato perso nella stragrande maggioranza delle stazioni, dove la stagione dello sci è iniziata solo con le vacanze di Natale quando la neve ha iniziato a farsi vedere, ma il gap accumulato nelle prime settimane è difficilmente recuperabile.  "La montagna ha patito in modo particolare - spiega Renzo Iorio, presidente di Federturismo-Confindustria - soprattutto numerose località del Piemonte e alcune zone dell'Alto Adige. Bene sono andate le città d'arte come Napoli e Torino, mentre Roma ha tenuto. Si confermano le nostre preoccupazioni: da quando è terminato il sostegno legato alla domanda straniera, che aveva trainato il 2011, i fatturati sono nuovamente calati. E le preoccupazioni riguardano anche i primi mesi di quest'anno: i segnali, infatti, sul fronte delle prenotazioni, non sono incoraggianti".

 

Un dato in controtendenza lo sottolinea  Roberto Corbella, presidente di Astoi, Associazione dei tour operator legata a Confindustria, che spiega come "durante le vacanze di Natale appena trascorse, gli italiani sono partiti maggiormente a Natale e per l'Epifania rispetto al passato, quando ci si muoveva praticamente solo a Capodanno. Un cambiamento dovuto al fatto che a Natale e per l'Epifania i prezzi sono più bassi rispetto al Capodanno e dunque il mutamento é stato indotto da una fase economica difficile, ma è comunque un fatto positivo, che va verso l'allungamento della stagione che noi esperti del settore auspichiamo da tempo". Una dato è certo, attualmente la stragrande maggioranza delle piste è aperta con buone condizioni di innevamento, chi avesse saltato le vacanze sulla neve, e può permetterselo, può sicuramente recuperare il tempo perdutp.

 

di Andrea Greco
10 Gennaio 2012

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