SICUREZZA - La lettera della Fondazione Andrea Rossato
18 Gennaio 2012
Pubblichiamo di seguito (consci del fatto che la sicurezza in pista sia uno dei temi centrali da affrontare nell'immediato futuro ma anche convinti che non tutto può essere controllato e sicuro al 100% in uno sport outdoor) il commento di Mauro Rossato - papà di Andrea il bimbo di 9 anni che il 5 marzo dello scorso anno è rimasto vittima di un incidente sciistico a Cortina-alla morte di Mattia Bianchi deceduto qualche giorno fa sulle piste di Airolo-Pesciüm nel Canton Ticino.
“E’ molto strano che quando muore un bambino di dieci anni su una pista da sci il primo commento da parte di molti sia: “una tragica fatalità”. E’ successo proprio ieri dopo la morte del bimbo di Varese sulle piste del Canton Ticino. Ed è accaduto a me undici mesi fa con mio figlio Andrea”.
Una nota critica impossibile da trattenere per Mauro Rossato, padre del bimbo di Mestre che il 5 marzo dello scorso anno è rimasto vittima di un incidente sulle piste di Cortina. Andrea aveva 9 anni. Ha perso la vita contro un albero.
E il commento diventa ancor più duro: “non è possibile parlare di fatalità, perché tale parola definisce qualcosa di inevitabile. Ebbene, nessuno, tranne le accurate indagini della magistratura possono escludere eventuali responsabilità. Certi commenti andrebbero restituiti al mittente con l’invito a ripassare il vocabolario italiano”.
“Chiudere una tragedia come quella occorsa a Matteo Bianchi come fosse un ineluttabile destino mi sembra una conclusione superficiale e soprattutto assai poco umana e molto irrispettosa nei confronti di una piccola esistenza spezzata e del profondo dolore della sua famiglia”.
Per ora le uniche informazioni disponibili dicono che il giovanissimo sciatore di Varese sia scivolato andando a sbattere contro un cumulo di neve ghiacciata. E questo non fa che inasprire i toni di Rossato che è presidente della neonata Fondazione Andrea Rossato (in memoria del figlio) il cui scopo principale è proprio quello di diffondere la cultura della sicurezza nello sport.
“Siamo davvero convinti – insiste l’ingegner Rossato - che finire contro un ostacolo di ghiaccio in pista sia solo questione di un fato avverso, o forse si può anche ipotizzare che un cumulo di neve ghiacciata in una pista, a maggior ragione perchè nera, non ci debba essere? Perché ci sono delle leggi che impongono rigore rispetto agli ostacoli lungo una discesa”.
Il dubbio sulla messa in sicurezza delle piste deve essere la premessa per il Presidente della Fondazione. Specialmente quando si muore, e soprattutto quando a morire sono dei bambini.
Mauro Rossato
di Andrea Greco
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