Sciare in Piemonte il 21 giugno e se si hanno un paio di sci vecchi...
22 Giugno 2009
Avete sentito che freddo faceva domenica 21 giugno, di mattina? Diciamo: non freddo in assoluto, ma relativamente alla stagione, poiché il termometro segnava solo 18 gradi in Riviera alle 8 del mattino, a causa della tempesta della notte prima: tuoni, fulmini e saette, direbbe zio Paperone: tutto vero, garantisco, li avevo davanti al balcone a Varazze
. Immaginate solo che cose può essere successo dietro ai monti!
A parte alcune trombe d’aria, che ormai sembrano la regola stagionale, e un paio di cascine scoperchiate, ha grandinato in basso e nevicato in alto. Mica poco, tra l’altro, perché si parla di 10 centimetri di neve fresca: poudreuse, come la chiamano gli esperti, cioè bella polverosa, asciutta e fredda, appunto. E cosa si inventa allora l’amante della montagna? Qualcosa per viverla in modo alternativo. Basta avere il fisico, è chiaro.
Sci da alpinismo calzati, o ciaspole ai piedi e sci normali in spalla (giuro!) risale lassù – con enorme sprezzo della fatica, se pensate che si banfa a volte anche solo a far le scale di casa - e poi si gode una super sciata estiva, dove a volte manco le aquile osano.
E vi dico delle aquile perché uno dei segnali che ho imparato a riconoscere del maltempo che sta arrivando è proprio la poiana che scende a valle e volteggia sulla strada, o si appollaia stranamente sui fili del telefono, anche a bassa quota: sa che sta per nevicare, ed è scesa a cercare cibo.
Bene, là dove il rapace ti guarda male perché vai ad invadere il suo territorio, alcuni intrepidi che conosco (e non saranno manco gli unici) son saliti in fresca, per ridiscendere 900 metri mozzafiato. Alla fine di giugno. Non è davvero male, no? Vi consiglio di guardare il video. E adesso mi direte che è una cosa eccezionale: vero.
Ma sulle nostre montagne si fa anche di più: avete degli sci vecchi, ma proprio vecchi vecchi, che ne han visto di tutti i colori? Non buttateli, usateli per sciare in pietraia.
Mica si può andare ogni fine settimana a Cervinia. E allora, perché non salire verso Argentera, ad esempio, e farsi una discesa sulle pietre? Casco in testa, mi raccomando, e occhio a non cadere. Ho il sospetto che i sassi non siano soffici.
Prima magari guardatevi il video, così vi fate un’idea. E a questo punto le avete viste davvero tutte, eh? Manco per niente! Volete veder le Alpi da dentro? C’è il Vallo Alpino: tutte le nostre montagne - cuneese, Valle Roya - ed oltre sono costellate da fortificazioni difensive, molte delle quali visitabili: c’è chi le frequenta e le cataloga nel tempo libero. onsultate il sito valloalpinoit: c’è tutto e anche di più.
E se cercate qualche notizia live, la sera del 17 luglio non mancate di recarvi a Valdieri, alla sede del Parco Alpi Marittime per una video conferenza sulle opere militari che segnano le linee di frontiera delle Alpi Marittime con la guida parco Roberto Pockaj, ingegnere e cultore dell'immenso patrimonio storico-architettonico che contraddistingue le Alpi del sud.
Perché le montagne cuneesi ne sanno una più del diavolo, e voi ancora non avete visto niente.
Silvia Leoncini
foto e video simolimo.it
di Andrea Greco
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