ANEF - Il futuro della montagna passa dagli impianti a fune
12 Maggio 2018
Il futuro della montagna passa anche dagli impianti a fune. Questi rappresentano infatti un presidio del territorio montano, sono il fulcro dell'economia delle valli, creano i presupposti per evitare lo spopolamento delle montagne e contribuiscono alla cura dei territori.
Questo il messaggio fondamentale che è uscito dal convegno Anef (Associazione Nazionale Esercenti Funiviari) che si è riunito a Riva del Garda e ha rieletto Valeria Grezzi come presidente anche per il prossimo quadriennio.
Anef rappresenta 400 società per un totale di oltre 1.500 impianti, 12.000 dipendenti tra fissi e stagionali, circa 1 miliardo di euro di fatturato e 7 miliardi di euro di indotto.
"Abbiamo una grossa responsabilità verso i territori montani, il loro sviluppo e la loro preservazione ma anche nei confronti di chi li abita - ha spiegato Valeria Grezzi - Per questo, per vivere la montagna tutto l’anno occorre potenziare sempre più il coordinamento tra i vari operatori della filiera, fare squadra, fare sistema. E per rendere possibile tutto questo è fondamentale essere presenti, ascoltare chi vuole parlare di montagna, portando idee e contributi concreti che guardino all’ambiente montano senza rifarsi solo ad un concetto di vacanza e stagionalità: la montagna non è solo sci ma anche gastronomia, paesaggio, architettura, ambiente, impresa. E’ un vero e proprio sistema complesso".
Due case history sono state presentate per sottolineare l'importanza degli impianti nell'economia e nella vita delle nostre montagne: San Simone, dove da due anni seggiovie e ski-lift sono chiusi e il paese è in enorme difficoltà. Al contrario nel comprensorio Drei Zinnen Dolomites, il recente collegamento ha portato a una crescita del fatturato del 72%, creato lavoro e nuove opportunità di investimento.
Ha concluso la serie di interventi Francesco Bosco, presidente di Anef Trentino e attuale guida delle Funivie di Madonna di Campiglio che ha ribadito: "Dove vi sono impianti di risalita e piste da discesa la montagna è mantenuta “in salute” e non si conoscono il fenomeno del dissesto idrogeologico né quello dello spopolamento dovuto alla crisi economica". Bosco, che in passato è stato tra gli autori del collegamento tra Pontedilegno e Passo Tonale e poi di quello tra Pinzolo e Campiglio ha anche sottolineato l'importanza dell'innevamento programmato sottolineando anche la sua sostenibilità: "In Trentino il consumo d’acqua per la “nevificazione” è pari allo 0,54% del consumo generale, tenendo conto, fra l’altro, di un aspetto fondamentale: noi non consumiamo acqua, la trasformiamo in neve".
di Redazione DoveSciare.it
12 Maggio 2018