ESCLUSIVA - Intervista a Markus Eder, neocampione del Freeride World Tour

05 Aprile 2019


Markus Eder, il 29 enne di Brunico, si è laurato campione del Freeride World Tour, il più importante circuito di sci fuoripista a livello internazionale. Gli è bastato un sesto posto nella finale di Verbier per assicurarsi il titolo, dopo una serie di vittorie e piazzamenti.

DoveSciare.it lo ha intervistato

 

Tanti appassionati ti conoscono per aver visto le tue imprese in vari ski movie, è perché sei il freeskier italiano più rappresentativo. Come ti descriveresti ai (pochi) che ti hanno scoperto solo oggi con la vittoria nel Fwt?

Il Freeski è una disciplina che amo. Ho iniziato praticando il freestyle e poi nel 2011 sono passato al Freeride. Praticamente da sempre giro dei cortometraggi sulla neve per varie aziende, oltre a gareggiare ovviamente. La mia ultima gara di Freestyle risale ai giochi Olimpici a Sochi nel 2014 e dopo quell’esperienza ho deciso di dedicarmi quasi completamente al freeride. Direi che ciò che mi caratterizza è essere uno sciatore completo, preparato in tutte le discipline.

Se immaginiamo un atleta di Coppa del mondo immaginiamo facilmente come si possa allenare, cosa prevede la preparazione di un freerider e di una competizione come il Fwt?

Noi non abbiamo degli allenatori o squadre nazionali con cui allenarci e quindi dobbiamo sviluppare da soli un piano di allenamento che sia efficace. Questo rende lo sport piú impegnativo ma mi piace un sacco. È proprio questo che rende Free il Freeride. Quando mi alleno, mi diverto molto e non mi sento affaticato, come quando fai le cose che più ami. Durante i training cerco di seguire molto anche i miei hobby: ad esempio mi arrampico molto in modo da aumentare la massa muscolare, salto sui tappeti elastici per migliorare gli atterraggi sulla neve, uso lo skateboard per allenare equilibrio e coordinazione e infine la camminata mi aiuta per la resistenza. Ovviamente mi tocca anche andare in palestra prima che inizi la stagione però l’allenamento migliore è sciare. Allenandomi per il tour ho sciato fuoripista senza fermarmi. Quest’ultimo mi ha aiutato di più sicuramente.

Quando scii con i tuoi amici dove vai?

Sciamo nel fuoripista di Klausberg, dove siamo cresciuti. Pian piano abbiamo esplorato tutto il fuoripista. Magari non sono gli impianti migliori per il Freeride peró conosciamo ogni singola discesa, siamo pochi ad andare fuori pista e abbiamo scoperto molti posti segreti dove troviamo neve fresca anche dopo tanto tempo che non nevica: il posto migliore per fare freestyle per me!

Cosa ne pensi del movimento freeride in Italia? È facile/difficile nel nostro paese emergere in una specialità diversa dallo sci alpino?

Abbiamo le montagne più alte e belle delle Alpi. Con il Monte Bianco, Cervino, Monte Rosa, le Dolomiti e tanti altri posti magnifici, siamo pieni di impianti sciistici. Questa è la base del Freeride ma ciò che manca è un avvicinamento ad uno sport come il Freeride. Il calcio prende decisamente tanto spazio mediatico in Italia anche d’inverno e se proprio si pensa allo sci, si pensa comunque allo sci alpino, lasciando poco spazio ad altri sport.

Che differenze ci sono tra un campione come te e un Dominik Paris?

Le differenze sono chiare. Facciamo discipline diverse e io sono un’atleta più “free”. Non mi piace se qualcuno mi dice cosa devo fare. Però abbiamo tutti e due una grande passione per lo sci. Il lato mediatico ovviamente fa parte del lavoro però non è quello che ci motiva. Ho avuto possibilità di conoscere Dominik e ho tantissima stima per lui. É proprio un grande!

L’estate la passerai riposandoti e dedicandoti ad altro o inseguirai l’inverno nell’altro emisfero?

La mia stagione é sempre abbastanza lunga. Dura da ottobre fino a maggio, ma molto dipende dai progetti che seguo, per questo a volte dura anche di più. Quando ero più piccolo passavo l’estate in Sud America o in Nuova Zelanda, adesso invece cerco di riposare di piú durante le vacanze estive, ma comunque mi concedo delle sciate sui ghiacciai Per il resto del tempo seguo i miei hobby sportivi e mi dedico alla parte logistica di progetti e sponsor.

Come ti vedi tra 10 anni?

Non ne ho proprio idea. Dieci anni fa non mi sarei sicuramente visto dove sono ora. Vedrò dove mi porterà la mia strada. Spero solo che continuerò a divertirmi sciando dietro o davanti ad una telecamera. Magari in futuro continuerò a sviluppare prodotti o comunque a lavorare per vari brand. In ogni caso vorrei rimanere in questo settore, un ambiente che mi ha regalato tanta gioia nella mia vita.

di Andrea Greco
05 Aprile 2019

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