PRESENA - Al via i lavori per coprire il ghiacciaio, in 12 anni ablazione ridotta del 52%

15 Giugno 2020

Anche quest'anno il ghiacciaio Presena, al confine tra Lombardia e Trentino e tra Valle Camonica e Val di Sole, verrà coperto con teli geotessili che ne minimizzano lo scioglimento nei mesi più casi.

E' da 12 anni che ogni estate il piccolo ghiacciaio, su cui si scia da ottobre a maggio, viene "impacchettato" con questi particolari teli, “un'idea nata a partire da un programma sperimentale con le università di Trento e di Milano per ridurre o comunque diminuire l’ablazione - ha spiegato Davide Panizza presidente della società Carosello - Questi hanno la funzione di mantenere una temperatura inferiore al di sotto, riflettendo la luce solare e riducendo così la temperatura della neve: li stiamo applicando dal 2008 con ottimi risultati”.

La collaborazione con la Provincia Autonoma di Trento ha finanziato i teli e la produzione della neve in quota fino al 2015, ora si va avanti grazie all'impegno della società Carosello che gestisce, oltre agli impianti e le piste sul versante del ghiacciaio Presena, anche quelle al Passo del Tonale in territorio trentino. Negli anni la superficie coperta è andata sempre aumentando: 40.000 m² nel 2014, 46.700 m² nel 2015, 60.000 nel 2016, 65.000 nel 2017, 80.000 nel 2018 fino ad arrivare a 100.000 m² nell’estate 2019. Un'operazione che permette di salvare uno spessore di neve e ghiaccio attorno ai 2,5/3 metri ogni estate.

Il questi 12 anni si calcola una riduzione dell'ablazione del 52%. 

“Il settore coperto con il geotessile ha evidenziato valori medi di albedo (l’unità di misura del potere riflettente di una superficie) di 0,64 contro un valore medio di 0,43 per la superficie glaciale non coperta - si legge in una relazione dei ricercatori coinvolti nel progetto - Il settore coperto in media ha un assorbimento di energia solare del 36% mentre la superficie non coperta del ghiacciaio ha assorbito in media il 57% dell’energia solare. Complessivamente l’azione del telo nel modulare i flussi energetici radiativi assorbiti dal ghiacciaio porta per il periodo di sperimentazione, ad una riduzione dell’ablazione del 52%”.

Il lavoro continua anche in inverno con sistema di innevamento programmato che è stato completamente rinnovato negli ultimi anni e che dispone di 10 generatori con una portata oraria di 220 metri cubi che vengono messi in funzione già in autunno, non appena le temperature lo permettono. Questi captano acqua da un laghetto naturale nei pressi nel ghiacciaio. Un lavoro molto oneroso (circa 420.000 euro ogni anno solo per la produzione della neve) ma che sta dando i suoi frutti. 

 

 

 

di Redazione DoveSciare.it
15 Giugno 2020

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