I maestri di sci: "Sacrificati a un atteggiamento sordo, meritiamo rispetto"

04 Dicembre 2020


Le 400 scuole sci distribuite su tutto il territorio nazionale riuniscono 15.000 Professionisti della neve che  sono in questo momento in grave difficoltà. Perché, lo scorso marzo, hanno dovuto - fatto accolto con responsabilità da tutti gli appartenenti alla categoria - chiudere la loro attività all'inizio di marzo e ora hanno perso novembre e perderanno dicembre e la prima parte di gennaio. Insomma, a conti fatti quasi una stagione intera.

Il Presidente del Collegio Nazionale Maestri di Sci, Giuseppe Cuc, e il presidente dell’Associazione Maestri di Sci Italiani, Maurizio Bonelli, prendono atto con estremo dispiacere delle misure contenute nel nuovo Dpcm che non permetteranno l'inizio della stagione sciistica prima del 7 gennaio.

"E' stato purtroppo messo ai margini il mondo della montagna e soprattutto degli sport invernali, cui i Professionisti della neve sono parte integrante per il ruolo “didattico” che ricoprono verso coloro, piccoli e adulti, che intendono imparare e fare propri gli sport di scivolamento, vedi sci alpino, sci nordico e snowboard - si legge in un comunicato a firma AMSI e Colnaz - Non sono passati in secondo piano, poi, quei toni mediatici alquanto fuori “tema”, a volte con retorica populista, che hanno coinvolto il mondo della montagna e del turismo invernale, in alcuni casi con una preoccupante deriva che vorrebbe fare passare fuorvianti messaggi in cui le attività dei Professionisti della neve hanno unicamente scopo ricreativo e sono destinate a solo pochi fortunati abbienti".

Come ribadito nelle scorse ore anche dal presidente della Fisi, Flavio Roda, e da quello di Anef, Valeria Ghezzi, la senzazione è che le le misure contenute nel decreto sono "dettate dalla non conoscenza di base del mondo della montagna e delle figure professionali che la compongono. La montagna e i suoi operatori meritavano rispetto invece sono stati sacrificati e soggiogati da un atteggiamento sordo, poco lungimirante che in totale assenza di concertazione ha di fatto decretato un gravissimo danno per la categoria".

I maestri di sci hanno giò organizzato chiedono di rivedere la posizione prima di Natale se l'evoluzione della pandemia lo consentirà di lavorare, non come se il Covid non ci fosse, ma rispettando le regole che ci saranno che andranno ad aggiungersi alle misure che già sono state organizzate dall'associazione per la protezione dei clienti e dei maestri stessi.

"Ora come già evidenziato si apre la partita dei ristori che ci auguriamo tengano in considerazione le nostre proposte che si dovranno concentrare sul calo di fatturato dei mesi di novembre 20, dicembre 20 e gennaio 21 rispetto agli stessi mesi delle passate stagioni. Se così non fosse sarà ancora una presa in giro per la Nostra categoria".

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di Redazione DoveSciare.it
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