SCI e COVID - Le regioni alpine: "Servono ristori per alcuni miliardi per salvare la montagna"
14 Gennaio 2021
Il blocco alla mobilità tra regioni di fatto una pietra tombale sopra la stagione dello sci, almeno come la conosciamo. Al netto di qualche eventuale apertura per i residenti, è ormai chiaro da tempo che il comparto montagna si trova ad affrontare una crisi senza precedenti. Quindi, da una data di apertura certa, che è comunque ancora richiesta al Governo, il focus dell'attenzione si sta spostando sui ristori visto che la stagione è ormai compromessa.
"Per gli impianti di risalita condividiamo le richieste di ristoro che le associazioni di categoria hanno avanzato al Governo percorrendo il solco tracciato dalla Francia. Per quanto concerne le altre attività coinvolte dalle chiusure e i lavoratori, stiamo affinando una nostra proposta di documento dove chiediamo al Governo ristori, tempestivi immediati e proporzionati. Stiamo parlando di una richiesta che ammonta ad alcuni miliardi di indennizzi".
E' quanto si legge in una nota diffusa dagli assessori con delega al turismo e allo sci delle regioni e province autonome delle regioni alpine a cui si aggiunge l'Abruzzo.
"Normalmente la gente di montagna tende a lavorare e non ad essere assistita, ma di fronte ad un periodo così difficile come quello che stiamo vivendo, non ci sono le condizioni per poter resistere alla crisi economica aggravata da un livello di indeterminatezza che rende impossibile programmare qualsiasi tipo di attività. Il Governo non sa o fa finta di non capire che, a pandemia terminata, molte di queste attività non avranno più la forza di ripartire. Bloccare il turismo invernale è paragonabile al chiudere gli stabilimenti balneari nei mesi estivi con conseguenze economiche drammatiche per imprese, lavoratori e famiglie".
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di Redazione DoveSciare.it
14 Gennaio 2021