Ghedina e Cazzullo, genesi della migliore intervista di sempre al Kristian nazionale
02 Febbraio 2021
© Fotografia - Kristina Ghedina
Avete letto l'intervista di Aldo Cazzullo a Kristian Ghedina pubblicata dal Corriere? Se non l'avete ancora fatto, fatelo subito perché vale davvero la pena.
Sui forum e nei gruppi Whatsapp c'è già chi la reputa la migliore intervista sullo sci degli ultimi anni. Cosa c'è scritto? Tanti aneddoti, alcuni già sentiti dagli appassionati, ma così piacevolmente e sapientemente raccontati che l'intervista potrebbe accendere la fantasia anche di chi avesse vissuto tutta la vita su una spiaggia dei Caraibi senza aver mai visto la neve. Del resto, metà degli italiani che vivono sulle Alpi, da Limone Piemonte a Tarvisio, può dire di essere "amico" di Kristian Ghedina perché il Ghedo, negli ultimi trent'anni, si è sempre fermato a chiacchierare con tutti i suoi tifosi, al parterre di una discesa libera come dietro le quinte di Ballando con le Stelle o al vernissage di una mostra.
Aldo Cazzullo, saggista ed editorialista del Corriere della Sera
Abbiamo quindi voluto andare alla fonte, trovando Aldo Cazzullo - saggista ed editorialista del Corriere - per farci raccontare com'è andata l'intervista e quali sono state le sensazioni dopo la medesima. È normale che una delle più belle interviste sullo sci degli ultimi anni sia stata fatta da un giornalista che, al di là delle sue indubbie qualità, però non appartiene al mondo dello sci?
"No, no, non voglio prendermi meriti che non mi appartengono. Ci sono fior di giornalisti in questo settore che sono molto più esperti di me", esordisce Aldo Cazzullo. "Non voglio prendermi meriti che non ho e poi, come sai bene, l'esito di una intervista dipende sempre dall'intervistato. Kristian ha avuto il merito anche di aprirsi e, del resto, aveva molte cose da dire".
Un'intervista fatta alla vecchia maniera, di persona, salendo da Roma sulle Dolomiti ed incontrandolo di persona grazie all'intercessione dell'amico comune, Francesco Chiamulera, libraio in Cortina nonché organizzatore di Una Montagna di Libri, il noto festival della letteratura che si tiene ogni anno nell'ampezzano. Nell'intervista si parla di come il Ghedo abbia sempre affrontato la paura nella vita e degli incidenti in auto, del nonno che fece l'alpino in Russia e che tagliava la legna con Lino Lacedelli, dell'amicizia con l'icona social Gianluca Vacchi e con Alberto Tomba, della passione per Laura Pausini e del fatto che dorma con la finestra aperta anche in inverno quando nevica... qual è stata la domanda che ti ha emozionato di più?
"Certamente quella sulla disgrazia che ha coinvolto la madre che è morta quando Kristian era ancora un ragazzo. Per essere un discesista del suo livello, per fare quello che ha fatto in carriera sulla Streif e a Wengen, bisogna avere un grande coraggio ma quello che Ghedina ha messo in tutta la sua vita ha uno spessore un po' diverso".
Gli aneddoti su Kristian sarebbero infiniti e ci vorrebbero giorni per elencarli tutti. Oltre a quelli citati nell'articolo: i tifosi sanno anche di quando se l'è fatta nella tuta, di quando ha vinto una gara al Passo Oclini scendendo in mutande, di quando s'è preso un multone per essere tornato con gli amici da Selva di Val Gardena a Cortina in motoslitta di notte... chi vi scrive lo ha visto un paio di anni fa ripetere il salto di Kitz a gambe aperte su una pista di Cortina per poi scoprire che aveva gli scarponi aperti!
Che differenza passa tra l'intervistare un industriale o un uomo delle istituzioni e invece uno sportivo?
"È molto più interessante intervistare uno sportivo. Io ho seguito cinque Olimpiadi e altrettanti Mondiali di Calcio e ho avuto la fortuna di intervistare molti campioni dello sport. Ricordo con grande piacere le chiacchierate con Nils Liedholm che era un vulcano, pur nel suo essere svedese. E di recente Rafa Nadal. Credo che in Italia intervistare un campione dello sport assuma un significato diverso perché il racconto popolare dell'ultimo secolo nel nostro paese non passa attraverso le vicende di poeti e romanzieri ma attraverso le sfide tra Coppi e Bartali, tra Rivera e Mazzola... probabilmente l'aumentato interesse degli italiani attorno al calcio tralasciando gli altri sport ne limita la lirica. Oggi come oggi penso all'epos della storia di Sofia Goggia e vedo un romanzo sulla campionessa di grande carattere la cui carriera viene perseguitata dagli infortuni. Ovviamente le sue vicende mi ricordano molto quelle di Deborah Compagnoni".
Ti piacerebbe intervistare Alberto Tomba?
"Abbiamo la stessa età (sono entrambi del 1966, ndr) e sarebbe bello conoscerlo. prima o poi capiterà".
E che rapporto c'è tra Aldo Cazzullo e la neve?
"Sono nato ad Alba, in provincia di Cuneo, e ho imparato a sciare ad Artesina e a Limone Piemonte a cui sono affettivamente legato. Da ragazzino poi mi sono trasferito a Borgosesia e andavo a sciare ad Alagna: ricordo con un sorriso le trasferte con la corriera e il panino con la bistecca panata preparato dalla mamma. Oggi ho un punto d'appoggio a Courmayeur e una volta l'anno vado a sciare a Cortina".
di Enrico Maria Corno
02 Febbraio 2021
Località di cui si parla nell’articolo:
Artesina , Limone Piemonte , Alagna Valsesia , Cortina d'Ampezzo , Courmayeur