SCI e COVID - L'inverno senza turismo costa 9,7 miliardi

19 Febbraio 2021

© Fotografia - Archivio Funivie Alleghe


A quanto ammontano i danni economici causati dalla mancata stagione sciistica? Lo stima Demoskopica, che parla di una cifra da 9,7 miliardi di euro. Numeri da far tremare i polsi per un settore, quello del turismo, che per quanto riguarda l'inverno e la montagna dipende sostanzialmente dallo sci alpino che, dopo vari rinvii, non si è mai potuto praticare e, verosimilmente, non si praticherà in maniera "normale" fino al prossimo inverno.

Il lockdown dello sci ha portato a una perdita stimata di 12,4 milioni di arrivi mettendo a rischio immediato almeno 9 mila lavoratori stagionali e mancati incassi da 9,7 miliardi di euro.

L'86% dei mancati incassi (8,4 miliardi di euro) sarebbe relativo alle regioni Trentino-Alto Adige, Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia e Veneto, si legge in una nota diffusa da Demoskopika sulla base di un modello previsionale che, partendo dall’andamento dell’imposta di soggiorno stima le possibili ripercussioni sul settore.

Le regioni più colpite sono ovviamente quelle solitamente più attive e frequentate: per il Trentino-Alto Adige, per esempio, si stima la perdita di 4,1 milioni di turisti (3,2 miliardi di mancati incassi), per il Piemonte di 2,5 milioni (2 miliardi di euro), per la Valle d’Aosta di 1,7 milioni (1,3 miliardi di euro), poco meno per quanto riguarda la Lombardia, con 1,3 milioni di arrivi mancati (1,1 miliardi di euro) e il Veneto con 1,1 milioni (886 milioni). Ecco quindi l’Abruzzo con 494.000 (388 milioni di euro), l’Emilia-Romagna con 273 mila (214 milioni di euro), il Friuli-Venezia Giulia con 209.000 (164 milioni di euro), le Marche con 165.000 (129 milioni di euro), la Toscana con 163.000 (128 milioni di euro), il Lazio con 129.000 (101 milioni di euro), la Calabria con 102.000 (80 milioni di euro).

"Senza un adeguato e immediato ricorso ai ristori per compensare la perdita degli incassi provocati dall’ordinanza di chiusura delle piste da sci e degli impianti sciistici, non vi è dubbio che assisteremo alla stagione di de profundis della montagna italiana - commenta Raffaele Rio, presidente di Demoskopika - Al neo-ministro del Turismo, Massimo Garavaglia che ha giustamente bollato come atto di mancato rispetto per i lavoratori l’improvvisa decisione di non riaprire le stazioni sciistiche, non sfuggirà, in alcun modo, che ci sono a rischio immediato almeno 9 mila lavoratori stagionali occupati nel turismo bianco oltre ad almeno altri 5 mila assunti a tempo indeterminato (...) sarà vincolante pianificare proficue misure e necessari sostegni per operatori e lavoratori che già da due anni non riescono a lavorare con continuità tra cui il prolungamento della cassa integrazione, la proroga del blocco dei licenziamenti, un immediato piano ristori da 3,5 miliardi per gli operatori turistici e l’immediata revisione dei contenuti e delle risorse per l’asse “turismo e cultura” del Next Generation Italia"

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di Redazione DoveSciare.it
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