SCI e COVID - Ghezzi (Anef): 21 mesi senza lavoro, servono misure urgenti

28 Febbraio 2021

© Fotografia - Valeria Ghezzi (Anef)


La mancata stagione sciistica è una catastrofe per le aziende del settore. Queste sono state impossibilitate a lavorare dal 10 marzo del 2020 e lo saranno verosimilmente fino al prossimo dicembre. Sono 21 lunghissimi mesi senza ricavi ma con costi strutturali che si aggirano sui 600 milioni di euro annui. Le imprese rischiano di chiudere e ci sono 100.000 lavoratori del settore che sono rimasti senza alcun sostegno e sussidio economico. I numeri bene o male sono stati snocciolati più volte quest'inverno ma vale la pena ricordarli.

Anef è attiva da quasi 50 anni e rappresenta oltre il 90% delle imprese attive in Italia, con circa 1800 impianti associati su un totale di 2000, distribuiti su Alpi e Appennini, in tutte le Regioni sia a Statuto Ordinario che a Statuto Speciale, e una forza lavoro che supera le 15.000 unità, tra collaboratori fissi e stagionali. Le aziende associate generano un fatturato aggregato annuo che, in media, supera gli 1,1 miliardi di Euro (di cui circa 850 milioni di Euro dalla sola attività di vendita dei titoli di transito), e un indotto a favore del sistema socio economico territoriale calcolato tra 7 e 10 volte.

Il 90% degli incassi annuali degli impiantisti è compressa nei quattro mesi che vanno da dicembre a marzo e i costi fissi  superano il 70% del fatturato.

L’intenso confronto con il Governo sulle misure di indennizzo ha portato nelle scorse settimane a individuare come ragionevole l’applicazione anche in Italia del modello studiato in Francia e già notificato alla Commissione Europea. Un modello che, partendo dai limiti imposti dal “Temporary Framework”, garantisce tempestività nell’intervento e tutela degli interessi dello Stato, in quanto offre il vantaggio di consentire una definizione rapida e sicura dell’entità dell’indennizzo di spettanza ad ogni impresa, pur nel rispetto di tutte le necessarie procedure di controllo e di verifica dei requisiti dei singoli richiedenti.

La richiesta di Anef al Governo Draghi da poco insediatosi è di agire con urgenza e tempestività, per evitare la chiusura di molte aziende del settore e per evitare il blocco degli investimenti (per esempio i nuovi impianti) che vengono stabiliti in questo periodo e che rappresentano un ulteriore "moltiplicatore economico".

Ugualmente urgente è l'argomento lavoro, bisogna non solo prolungare la cassa integrazione dei dipendenti fissi ma anche considerando i circa 10.000 stagionali (90.000 considerando l'indotto) che si trovano privi di ogni tutela.

Attualmente tutte queste persone, per lo più residenti nelle vallate di montagna, risultano prive di qualsiasi ammortizzatore sociale o altra forma di sostegno al reddito. Dare un segnale di speranza a queste famiglie, per evitare una grave crisi sociale e la perdita di importanti competenze professionali maturate in molti anni di attività (macchinisti, piloti dei mezzi battipista, tecnici degli impianti di innevamento programmato, soccorritori, ecc.) è una priorità assoluta.

 

di Redazione DoveSciare.it
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