L'allarme di Amsi e Col.Naz: "Maestri di sci senza 1 euro, va riconosciuto il giusto ruolo"

17 Marzo 2021


I maestri di sci non lavorano da marzo 2020 e, se tutto va bene, potranno tornare a farlo solo il prossimo dicembre. Si tratta di oltre 15.000 professionisti cui non è ancora stato destinato un singolo euro in ristori. Una situazione che è chiaramente drammatica per i maestri e per le rispettive famiglie.

“Non riconoscere il giusto ruolo ai Maestri di sci, significherebbe un ennesimo umiliante schiaffo a tutta la categoria dopo la presa in giro perpetrata la sera del 14 febbraio".

Giuseppe Cuc e Maurizio Bonelli, presidente delle due istituzioni di riferimento per i maestri di sci, ovvero il Col.Naz (Collegio Nazionale dei Maestri di sci) e l'Amsi (Associazione Maestri di sci italiani) chiedono un provvedimento ad hoc per la categoria professionale che, dal 10 marzo 2020, sostiene solo spese senza avere il minimo introito attraverso una dichiarazione congiunta che riportiamo:

“In questa situazione drammatica, come Professionisti della neve chiediamo di ricevere giusti e concreti sostegni ed essere considerati, come lo siamo, primari attori del sistema Montagna al pari degli impianti di risalita e dei rifugi. Infatti, i Maestri di sci sono un anello fondamentale dell’offerta turistica della montagna ed hanno un importante ruolo nell’organizzazione locale promovendo la pratica turistica dello sci. Inoltre, le Scuole di sci, costituite prevalentemente – ma non solo - come Associazioni tra Professionisti (A.T.P.), si impegnano a prestare la propria opera nelle operazioni straordinarie di soccorso, a collaborare con le autorità scolastiche per favorire la più ampia diffusione della pratica dello sci nella Scuola, nonché a collaborare con gli altri enti ed operatori nelle azioni promozionali, pubblicitarie ed operative intese ad incrementare l’afflusso turistico nella stazione ove operano. I Maestri di sci, professionisti obbligati all’iscrizione all’apposito Albo Professionale, devono quindi essere considerati a pieno titolo come una componente fondamentale del comparto montagna e come tali devono essere sostenuti/risarciti in questo drammatico momento per tutto il comparto, al pari degli impianti di risalita e dei rifugi con un provvedimento ad essi dedicato che tenga conto delle diverse forme organizzative in cui svolgono l’attività professionale e non come lavoratori stagionali. In questo contesto non riconoscere il giusto ruolo ai Maestri di sci, significherebbe un ennesimo umiliante schiaffo a tutta la categoria dopo la presa in giro perpetrata la sera del 14 febbraio che oltre a lasciare migliaia di famiglie in condizioni precarie scoraggerebbe centinaia di giovani che si sono avvicinati a questa professione, vedendo in essa una concreta opportunità di sviluppo professionale. La montagna, i maestri di sci e tutti i suoi operatori meritano rispetto, ed è bene ricordare che i padri costituenti della Nostra Repubblica sancirono all’art. 44 della Carta costituzionale questo ineludibile e sacrosanto principio!”.

 

 

di Redazione DoveSciare.it
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