VIALATTEA - Il paradiso dello sci che si specchia nel suo passato

24 Dicembre 2021


Avete mai sciato in Vialattea? Noi più volte e sempre abbiamo trovato piste perfette, spazi ampi e un comprensorio che potenzialmente ha davvero pochi rivali. Eppure ogni anno l’immensa ski area che parte da Sauze d’Oulx e arriva fino al Monginevro, oltre il confine con la Francia, passando per Sansicario, Sestriere e Claviere, è al centro delle polemiche. A guidarle sono proprio i frequentatori del comprensorio.

Il carosello è sterminato e vanta 79 impianti di risalita a servizio di 249 piste - 249 - per un numero di chilometri che, a seconda delle stime e di quanto il marketing ha espresso nei vari anni varia da 300 a 400 km. Per intenderci, anche prendendo il dato inferiore, mettendole in fila si potrebbe andare e tornare da Torino a Milano. Tante piste e che piste: qui si sono tenuti i Mondiali del 1997 e i Giochi Olimpici del 2006. E proprio dai lavori fatti per l’appuntamento a 5 cerchi gli investimenti in Vialattea si sono, perdonerete il gioco di parole, congelati.

In questo inizio di stagione hanno fatto scalpore le code agli impianti di Sestriere, forse perché la voglia di sci dopo un intero inverno negato al popolo degli sciatori ha portato più gente del previsto, di sicuro perché di impianti aperti, nonostante il buon innevamento, ce ne erano davvero pochi. Con il naturale corollario di polemiche da parte degli sciatori. Lo stesso è capitato in passato, in particolare quando la neve dal cielo tardava ad arrivare e qui, al contrario di quanto accade normalmente un po’ dappertutto sulle Alpi e nelle più attrezzate ski area degli Appennini, si produceva neve con il contagocce.

“Critiche ne stanno arrivando tante: è così - spigava qualche giorno fa a Repubblica Maurizio Beria d'Argentina, sindaco di Sauze di Cesana e presidente dell'Unione montana Comuni olimpici - Del resto se abbiamo trenta impianti e ne apriamo dieci, trecento chilometri di piste e se ne possono utilizzare solo cento, qualche preoccupazione c'è, anche da parte nostra, anche per l'immagine ingannevole, a fronte di una pubblicità che reclamizza lo sciare senza confini per richiamare chi non conosce ancora la valle. Poi si arriva qui e la situazione non è quella che si pensava descritta”.

Nell’occhio del ciclone c’è la gestione della Sestrieres Spa di Giovanni Brasso. Sempre secondo Repubblica, che pare aver preso particolarmente a cuore la questione - la strada intrapresa è quella del risparmio a tutti i costi. Investimenti minimi anche a fronte di bilanci sempre positivi. E alla lunga questo non può che far inesorabilmente degradare quello che dovrebbe essere uno dei gioielli delle Alpi italiane. In questo articolo il quotidiano fa i conti in tasca alla Sestriere Spa analizzando i rapporti con i Comuni e con la Regione Piemonte che, a fronte della convenzione recentemente rinnovata che prevede investimenti di soli 30 milioni euro da qui al 2040 (nel Dolomiti Superski - che, certo, è più grande - se ne investono circa 100 ogni anno, giusto per dare un metro di paragone) è certamente complice di una situazione che sta portando le montagne olimpiche a perdere sempre più smalto e competitività.

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di Redazione DoveSciare.it
24 Dicembre 2021

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