Sul 'Fatto Quotidiano' attacco gratuito al mondo dello sci: "Fatevene una ragione, a Bormio si coltivano ulivi"
In questi giorni di inverno latitante, c’è chi sembra compiacersi delle difficoltà che stanno vivendo gli operatori della montagna, e lo fa quasi con un malcelato astio, sfottendo noi sciatori (“A Bormio si coltivano ulivi: fatevene una ragione”), per ergersi a paladino dell’ecologia, attraverso le colonne di un cosiddetto autorevole quotidiano nazionale on line, il Fatto Quotidiano: l’autore, avvocato e ambientalista, come si autodefinisce, fa la morale a noi del mondo della montagna, invitandoci a “farcene una ragione” se il clima è cambiato e biasimando gli operatori degli impianti a fune che si sono azzardati a invocare lo stato di calamità naturale: la neve ‘finta’, come la definisce, ha un costo energetico e ambientale troppo alto. Qui l’articolo, con diverse affermazioni che fanno sorridere seguito da una sfilza di commenti, fra cui alcuni che pescano nel mare magnum delle bufale della rete (come che sulle piste innevate artificialmente l’erba non cresce perché ci sono tracce di lubrificanti… davvero spassosa questa): http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/01/31/cambiamenti-climatici-lindustria-dello-sci-se-ne-faccia-una-ragione/2420414/#disqus_thread
Ovviamente noi la pensiamo diversamente da questi moralizzatori da salotto – vedi qui nella sezione dello ski-writer:
http://www.dovesciare.it/ski-writer/05/01/2016/natale-senza-neve-quasi-quasi-mi-piaceva
e qui sul mio blog:
http://bestroutes.it/montagna-con-poca-neve-10-buoni-motivi-perche-si/ e in vari altri miei articoli - ma certamente qualcosa di vero ci può essere in alcuni contenuti del pezzo del Fatto Quotidiano (non lo chiamerei però neanche pezzo, si tratta di un’opinione): c’è un costo energetico nell’innevamento, ma chi lo nega? Ma i pro sono immensamente di più, come abbiamo spiegato in varie occasioni.
Rispetto comunque le opinioni altrui, ma quel che non condivido è l’astio, l’acidità che l’autore ci mette (ma cosa gli è successo, è stato mollato da una fidanzata sciatrice???), la demonizzazione nei confronti dell'industria turistica della montagna. Sembra quasi che ci goda del global warming.... e qui poi insinua che la colpa del riscaldamento climatico è nostra, (di noi uomini moderni?), quando i pareri della scienza sono ancora abbastanza discordi: “Noi, sulla nostra pelle, stiamo già subendo le conseguenze di ciò che abbiamo creato: il cambiamento climatico”. Al di là di questi intendimenti moralizzatori e fustigatori, che non condivido affatto, credo che quell’opinionista (non credo sia giornalista) non sia mai stato né su una pista da sci né su un prato di montagna...