Pista Birds of Prey, Beaver Creek
Come arrivare
Dal centro di Beaver Creek si prende la cabinovia Centennial Express e poi la seggiovia Cinch
Descrizione
Birds of Prey, uccelli da preda, il nome dice tutto per una delle piste più tecniche ed entusiasmanti del circuito di Coppa del mondo di sci.
La Birds of Prey è il gioiello del comprensorio sciistico di Vail Beaver Creek, in Colorado, un tracciato che ospita da anni le gare di discesa libera e superG di Coppa del mondo e che nel tratto finale, chiamato Golden Eagle, è invece terreno per gare di gigante e di slalom. Recentemente vi si disputano le gare della velocità femminile.
E' una pista relativamente moderna, visto che nel suo disegno attuale è stata realizzata per i Mondiali di sci alpino del 1999. La firma è dell'ex campione svizzero Bernhard Russi, slope designer che ha messo mano a praticamente tutte le piste moderne per le competizioni di sci. Qui si sono poi corsi anche i Mondiali del 2015 e ogni anno fa tappa la Coppa del mondo. Due i successi azzurri sulla Birds of Prey in discesa (Ghedina nel 1997 e Innerhofer nel 2012) mentre Matteo Marsaglia ha vinto il superG nel 2012, Max Blardone il gigante sempre nel 2012 e Giorgio Rocca lo slalom (che qui si è corso solo 5 volte) nel 2005. Il 15 dicembre 2024 Sofia Goggia ha vinto il superG di Beaver Creek, mentre il giorno precedente aveva centrato un secondo posto nella discesa.
La Birds of Prey parte da quota 3483 metri. Ci si aspetterebbe uno scenario in campo aperto invece la pista parte tra gli alberi (la quota della vegetazione degli Stati uniti è molto più elevata che sulle Alpi) e subito un tratto di scorrevolezza lungo 20, 30 secondi praticamente piatto per poi scollinare e una curva a destra immette nella parte del tracciato dove si deve fare la differenza tenendo la velocità tra un curvone l'altro. Una serie di muri e avvallamenti su un tracciato irregolare longitudinalmente caratterizzano questo tratto molto vario e tecnico: in discesa libera sono 8 curvoni supertecnici e veloci dove tenere le traiettorie con i denti.
Poi la pendenza diminuisce leggermente e inizia una fase dove non si va mai diritti ma dove bisogna fare correre gli sci indovinando le traiettorie. Se non si è perso la gare nelle dure curve precedenti, vinti dalla forza centrifuga, qui la si può perdere sbagliando linea. La pista spiana fino ad arrivare al salto del Golden Eagle, da dove parte la gara di gigante. Qui inizia un altro tratto molto tecnico con compressioni micidiali da gestire per atleti che a questo punto sono già con le energie al lumicino. Un mix di traiettoria, forza e anticipo permette di superare al meglio il serpentone finale che immette nell'ultimo salto che porta al traguardo.