
Briciole di pane
Protezioni sci, perché sono utili casco e paraschiena
Sciare è una delle attività all’aria aperta più soddisfacenti. La neve, di per sé, mette già di buon umore i più, i panorami montani e la possibilità di fare sport all’aria aperta fanno il resto. In più, oltre alla soddisfazione di un gesto tecnico ben eseguito, l’adrenalina di una pista con curve condotte in velocità è di certo uno dei motivi che spingono gli sciatori a migliorarsi e a scegliere i materiali migliori. Va subito sottolineato però che la velocità, proprio uno degli aspetti che può dare maggiori soddisfazioni, va moderata, come si legge vede nel dodecalogo AMSI sulla sicurezza in pista, 12 regole che ogni persona che prende in pista e inforca un paio di sci è tenuto a conoscere e a rispettare. Un altro aspetto da non sottovalutare è la sicurezza passiva, quindi l’uso di protezioni che ci possano proteggere in caso di scontro o caduta.

Casco Briko
Il casco
Il casco prima di tutto. Lontani i tempi dei cappellini variopinti e delle fascette anni ’80 (che vanno benissimo ma meglio all’apres ski), il casco negli ultimi anni è diventato un elemento irrinunciabile nella divisa dello sciatore. Se nei primi anni i modelli in vendita erano sostanzialmente quelli da gara, pesanti, ingombranti e con un monoblocco a coprire fino alle orecchie, oggi si trovano di tutte le fogge e dimensioni, più o meno accessoriati. Il vantaggio dell’utilizzo del casco è evidente: protegge la nostra testa in caso di urto: varie le tecnologie presenti che aiutano ad assorbire gli impatti, tra queste va sottolineato il sistema Mips che protegge il cervello dai movimenti impressi da urti rotazionali (quando il colpo subito non è perpendicolare al superficie del casco).
Allo stesso modo si sono evoluti i materiali, che hanno permesso la produzione di elmetti sempre più leggeri e confortevoli e di sistemi di chiusura che permettono di adattare, partendo da due taglie principali (o più a seconda delle case produttrici), il casco alla testa di ognuno. Il casco è obbligatorio per gli sciatori fino ai 14 anni di età, ma per i motivi che vi abbiamo spiegato, è estremamente consigliato a tutti e in ogni occasione. Il casco è comodo, confortevole, caldo (o ben areato a seconda delle necessità) e vi salva la vita.

Paraschiena Dainese
Il paraschiena
Sempre più spesso vediamo anche sciatori “della domenica” indossare un paraschiena. Esattamente come quello per la moto, il paraschiena è molto importante per assorbire i colpi in caso di caduta o scontro. Il paraschiena consiste in una corazza di placche in materiale plastico montato su un gilet o con fibbie, per indossarlo come una maglia o per fissarlo al corpo. Va tenuto a contatto con il primo strato di indumenti in modo che sia il più aderente possibile al busto.
A cosa serve il paraschiena a uno sciatore? Il paraschiena serve sostanzialmente a proteggere la colonna vertebrale dagli urti. Urti che non sono semplicemente quelli che si creano in caso di caduta a velocità elevata. Se anche siete uno sciatore compassato, soprattutto nei periodi più affollati, l’urto con un altro sciatore o con uno snowboarder (che scende con visibilità limitata in una direzione) è dietro l’angolo ed è, anzi, una delle cause maggiori di incidenti gravi in pista.

Parastinchi sci energiapura
Il parastinco e il paravanbraccio
I parastinchi servono a proteggere la parte inferiore della gamba, fino al ginocchio. In questo caso l’uso turistico, se non per chi necessita di protezione dopo particolari infortuni, non è necessario. Diversa invece la situazione per chi fa gare. In questo caso i parastinchi sono essenziali, soprattutto in slalom, per proteggersi dai frequenti urti contro i pali. Lo stesso dicasi per il paravanbraccio e per i paramani che tutti gli slalomisti utilizzano montati direttamente sull’impugnatura del bastone, come l’elsa a coppa di una spada, per proteggere le mani nell’azione di abbattimento del palo.
di Redazione DoveSciare.it