Saslong e Gran Risa, tutto iniziò così

15 Dicembre 2020

© Fotografia - La pista Saslong


Val Gardena e Alta Badia: un binomio capace di scrivere alcune delle pagine più famose della storia dello sci alpino e degli sport della neve in generale. Da cinquant’anni la Val Gardena e trentacinque l’Alta Badia sono ormai tra le classiche del Circo Bianco della Coppa del Mondo. Saslong e Gran Risa sono tracciati che hanno visto scendere ed affermarsi il gotha dello sci: da Gustavo Thoeni ad Ingemar Stenmark, da Franz Klammer a Kristian Ghedina, da Alberto Tomba a Marcel Hirscher.

Tutto ebbe inizio però alla fine degli anni ‘60 quando alcuni pionieri dello sci decisero che l’Alto Adige e la Val Gardena, in particolare, iniziasse quel salto di qualità che oggi la vede ai vertici del panorama turistico mondiale. Personaggi come Tschucky Kerschbaumer, Erich Demetz, Gianni Marzola (tra gli ideatori del Dolomiti Superski) e tanti altri, portavano avanti un disegno chiaro e che prendeva spunto dai vicini “cugini” del Tirolo e di Innsbruck. Grazie alle Olimpiadi del 1964 venne lanciata l’immagine della regione tirolese in tutto il mondo e la costruzione di nuovi impianti e di nuove strutture sportive era stata solo l’antipasto di uno sviluppo che avrebbe significato l’internazionalizzazione dell’offerta turistica. Una storia, quella della Val Gardena, che si lega imprescindibilmente al Mondiale del 1970.

Val gardena
Saslong Classic

“La Fisi - ci racconta Erich Demetz - intendeva proporre Sestriere come sede dei Campionati del 1970 e, inoltre, in Val Gardena, si erano attivati alcuni movimenti ambientalisti che da una manifestazione di quel livello temevano interventi significativi sul territorio. Un dépliant distribuito da “Italia Nostra” portava un titolo ad effetto: ‘Salviamo Selva’. Contro la costruzione della pista di discesa maschile, che in virtù del regolamento internazionale di gara doveva avere il dislivello minimo di 800 metri e quindi doveva terminare in prossimità di S. Cristina e che necessitava, inoltre, di un collegamento funiviario per raggiungere la partenza del Ciampinoi, era stato depositato in municipio di Selva un documento sottoscritto da oltre 400 oppositori. Durante la seduta straordinaria del Consiglio Comunale di Selva, indetta per approvare il progetto, ebbe luogo una bellicosa manifestazione popolare”. 

Fu dunque un processo non facile da realizzare e non privo, come lo stesso Erich Demetz ricorda, di forti momenti di contrasto, soprattutto sul piano della tutela ambientale. Le riserve di allora, superate in nome dello sviluppo turistico, sono, in definitiva, quelle presenti ancora oggi. Ma alla fine il Mondiale del 1970 andò in porto e il successo fece da volano per tutta l’economia turistica dell’Alto Adige. 

locandina gardena

L’altro aspetto fondamentale fu costituito dal formidabile volano pubblicitario rappresentato dalla diffusione su scala mondiale delle immagini riguardanti le gare di sci. Dopo i Mondiali del 1970 la Val Gardena restò abbonata a questo tipo di appuntamenti inaugurando la tradizione delle gare di Coppa del mondo, fissate tra l’altro alla metà del mese di dicembre, quando la stagione invernale è appena agli albori e quando in tanti devono ancora decidere su quali piste andranno ad indossare sci e scarponi. 

“Allora nessuna altra nazione voleva le gare a dicembre - confessa Demetz - noi invece capimmo che quella data era importante in chiave anche promozionale per lanciare la stagione invernale. Oggi nazioni come Austria o Germania farebbero carte false per poter collocare nei calendari di Coppa del mondo, nelle stesse date, le loro gare”. 

Il fenomeno Val Gardena nel tempo si è allargato, coinvolgendo anche la vicina Val Badia rappresentando ogni anno un eccezionale spot pubblicitario per l’intero comprensorio turistico altoatesino. In Val Badia fu per mano di un grande ex della Valanga Azzurra come Marcello Varallo che la storia ebbe inizio: lì, nella valle dove suo suocero Erich Kostner nel 1947 sul Col Alto di Corvara fece realizzare la prima seggiovia d’Italia. Il primo slalom gigante maschile sulla pista Gran Risa, valido per la Coppa del mondo di sci alpino si è disputato dunque il 15 dicembre 1985. Da quel giorno sono passati 35 anni, ricchi di emozioni, sport e adrenalina, su un tracciato diventato famoso a livello internazionale.

Alta Badia
Skiworldcup Alta Badia/ Freddy Planinschek - Il primo podio con, da sinistra Erlacher, Stenmark e Strolz

“Nel tracciato della pista Gran Risa ho da sempre visto, osservando dalle finestre del mio hotel (il Ladinia di La Villa ndr.) un forte potenziale - racconta Marcello Varallo - E ho sempre pensato che sarebbe diventata una pista alla quale i migliori specialisti al mondo avrebbero portato rispetto. Fino ad allora i tracciati da gigante avevano delle caratteristiche leggermente diverse rispetto alla Gran Risa, che faceva, invece, delle forti pendenze il suo cavallo di battaglia". 

Le gare di Coppa del Mondo, a partire dalla prima edizione, con la vittoria di un mostro sacro come Ingemar Stenmark, hanno contribuito a rendere l’Alta Badia una località rinomata a livello internazionale. Grandi nomi dello sci hanno poi iscritto il loro nome nell'albo d'oro, da Mark Girardelli ad Alberto Tomba, da Max Blardone a Marcel Hirscher, passando per Michael Von Gruenigen a Ted Ligety, senza dimenticare le altre vittorie azzurre di Richard Pramotton o di Davide Simoncelli.


gran risa

“L’edizione del 1985 era solo l’inizio: la sfida più difficile all’epoca era quella di dimostrare il grande valore aggiunto delle gare di Coppa del mondo in Alta Badia nel panorama internazionale - prosegue Varallo - e credo che alla fine ci siamo riusciti. Ricordo che la prima volta che arrivarono qui alcuni atleti, affacciandosi dalla casetta di partenza rimasero a bocca aperta ed esclamarono: ma siete pazzi a farci scendere da questo muro…".

Da allora la Coppa del Mondo di sci alpino in Alta Badia è diventata un appuntamento fisso, in calendario ogni anno per l'ultima domenica prima di Natale.

“Mi tornano in mente gli anni d’oro di Tomba - si lascia poi andare ai ricordi Marcello Varallo - quando in Val Badia arrivavano migliaia di tifosi, oltre 50mila in talune occasioni. Sembravano formiche che alla mattina presto si arrampicavano su per la Gran Risa per incitare il campione bolognese. Fino ad allora le gare di gigante non contavano su folle di pubblico così massicce, forse solo Adelboden. La Gran Risa è diventata così una sorta di Kitzbuhel del gigante. Fummo anche i primi ad organizzare una cena di gala serale presso la Tennis Halle di Corvara, offerta gratuitamente da tutti gli albergatori della Valle. Avevamo oltre cinquecento ospiti la sera prima del gigante. Eventi mondani come questi furono poi copiati da altre località del circo bianco. Fummo inoltre anche i primi a portare le Frecce Tricolori a sorvolare la Gran Risa una gara di coppa del mondo. Ora, dopo 35 anni di storia, credo che di più non avremmo potuto fare, ma l’avventura prosegue con le giovani leve”.

Tomba Gran Risa
Skiworldcup Alta Badia/ Freddy Planinschek - Alberto Tomba ha vinto sulla Gran Risa nell'87, '90, '91, '92, '94

Accanto al gigante maschile la Gran Risa, nel corso degli anni, ebbe anche l'onore di ospitare anche alcuni recuperi del circuito femminile, con le vittorie di Panzanini (1994) Karbon (2003) a cui si aggiunsero anche la disputa poi di uno slalom speciale, sostituito alcuni anni fa da un’altra scommessa, vinta, da Marcello Varallo: il parallelo sulla Gran Risa.  A trarre beneficio da tutto ciò però non fu un unico paese o comune, ma intera vallate e tutto l'Alto Adige. Ora, ad oltre cinquant’anni dalla prima discesa libera della Val Gardena, trentacinque anni dopo il primo gigante dell’Alta Badia, il sogno di alcuni pionieri degli sport della neve è andato consolidandosi e sviluppandosi ulteriormente. Oggi nelle valli ladine che circondano il Gruppo del Sella fino al Brennero e al Passo dello Stelvio si è imposto un modello di sviluppo turistico che ha fatto scuola. 

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di Vittorio Savio
15 Dicembre 2020

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