SCI e COVID - Il Cts finalmente ha parlato, servono correzioni al piano per gli impianti a fune

26 Dicembre 2020


 

La vigilia di Natale il Comitato Tecnico Scientifico ha finalmente dato un parere circa il protocollo per l'apertura degli impianti. Parere che non è di accettazione, ma nemmeno di bocciatura come riportano alcuni titoli che si leggono in queste ore. Servono tuttavia correzioni che saranno verosimilmente discusse in un prossimo incontro tra Regioni e associazioni di categoria.

L'apertura degli impianti tuttavia, come aveva spiegato Valeria Ghezzi, presidente di Anef, non potrà verosimilmente essere per il 7 gennaio. Sembrano esserci tuttavia i presupposti per cercare di far partire la stagione sciistica nella seconda metà del mese di gennaio. Certo, se le aperture dovessero slittare ancora più avanti, a febbraio per esempio, per molti gestori potrebbe non essere più conveniente aprire.

Secondo Roberto Formento, presidente di Federfuni, sarebbe addirittura possibile riuscire ad aprire anche prima:

"Il Cts ha espresso un parere con richiesta di chiarimenti e non ha bocciato le linee guida - spiega Formento in una nota sulla sua pagina Facebook - Sono oltretutto rilievi che potrebbero non essere clamorosamente in contrasto con la nostra volontà di aprire il 7 gennaio. Domani mattina Federfuni analizzerà i rilievi esposti nel parere è darà delle risposte concrete a quanto evidenziato dal Cts".

Come si potrà aprire

Ovviamente la situazione epidemiologica dovrà essere sotto controllo, quindi bisognerà essere in zona gialla, poi gli impianti chiusi come cabinovie e funivie saranno equiparate a mezzi pubblici e, essendo definite come zone a "rischio alto di contagio" dovranno funzionare al 50% della capacità. Seggiovie e skilift potranno invece girare a pieno regime con alcuni distinguo, come per esempio l'obbligo della cupola alzata, ove presente. In tutti i casi sarà obbligatorio indossare la mascherina.

Sci a numero chiuso

Il vero punto su cui i comprensori dovranno organizzarsi è quello di stabilire un numero chiuso, quindi un tetto di skipass vendibili. E questo può essere un problema di difficile gestione, soprattutto in comprensori vasti e collegati tra loro, quindi con scarsa possibilità di controllare i flussi effettivi di traffico. Allo stesso modo dovranno essere implementati metodi per gestire le file e l'acquisto degli skipass.

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di Redazione DoveSciare.it
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