Il Manifesto della montagna: l'importanza dello sci e della sostenibilità

20 Settembre 2022


ANEF ha lanciato il Manifesto della montagna che rappresenta una sintesi di quanto emerso nel corso dell'assemblea dell'Associazione Nazionale Esercenti Funiviari che si è tenuta il 15 e 16 settembre 2022 a Riccione.

Il Manifesto della montagna è articolato in 9 punti che toccano temi essenziali per lo sviluppo delle terre alte, dalla sostenibilità ambientale, sociale ed economica, fino a chiarire alcuni punti che vengono trattati in maniera estremamente superficiale nel dibattito pubblico.

“Siamo l’unico argine allo spopolamento della montagna, ci assumiamo responsabilità e chiediamo alla politica una legge per la montagna che riconosca il nostro ruolo e ci metta nelle condizioni di operare al meglio”, ha spiegato Valeria Ghezzi, presidente di ANEF, recentemente rieletta.

Il ruolo dello sci e degli impianti di risalita nell'economia di montagna è essenziale, così come è essenziale la tutela dell'ambiente. "Sosteniblità" è proprio il primo punto del Manifesto della montagna che analizza tanti temi "caldi", dalla gestione dell'acqua all'energia, dalla tutela del territorio al rischio idrogeologico fino ai temi socialmente ed economicamente rilevanti, indissolubilmente legati dalla possibilità di fare impresa in montagna.

Il manifesto della montagna

SOSTENIBILITA’

Da qui si parte e qui si arriva, la sostenibilità è una responsabilità di chi opera in montagna e va chiaramente intesa da un punto di vista tridimensionale, ovvero sosteniblità ambientale, sociale ed economica.

“I turisti vengono in montagna perché c’è un ambiente straordinario, in inverno per sciare in estate per passeggiate o andare in mountain bike - ha spiegato Rolando Galli, presidente di ANEF Toscana - Noi vendiamo il nostro territorio che negli ultimi anni, a causa dello spopolamento, si è molto impoverito dal punto di vista umano. Per chi vive in montagna ambiente e territorio sono tutto: casa, prodotto, vita. Per questo il loro rispetto è per noi sacro. Ci spaventa non poco un certo ambientalismo di facciata, utilizzato in modo strumentale e demagogico da chi non abita i territori di montagna. Perché l’unico circolo virtuoso possibile è questo: lo sviluppo socio economico dei territori come chiave per mantenerli abitati e il non-abbandono dei territori come chiave per il rispetto e la valorizzazione sociale e ambientale”.

ACQUA

E' un tema caldissimo in questo momento visto che veniamo da uno degli anni più siccitosi. L'acqua, essenziale per produrre neve e quindi garantire la stagione sciistica che, lo ricordiamo, può essere vista come un semplice divertimento dall'utenza, ma da essa dipende letteralmente la vita delle vallate alpine e appenniniche.

“Per la produzione di neve, l’acqua non viene in nessun modo sprecata né, tantomeno, inquinata. Semplicemente viene presa in prestito e trasformata in neve per essere poi naturalmente restituita in primavera nelle stesse condizioni idriche e sugli stessi versanti di prelievo”, ha commentato Helmut Sartori, presidente di ANEF Alto Adige.

ENERGIA

Gl impianti sono ad azionamento elettrico, non emettono quindi gas climalteranti e per di più l'energia sfruttata deriva per la stragrande maggioranza da impianti idroelettrici. Gli attuali costi energetici rischiano tuttavia di far saltare il banco e mettono in difficoltà soprattutto le imprese più piccole. 

"L’energia passerà a pesare dal 10 al 30% nei bilanci degli imprenditori funiviari, i rincari degli skipass che si attesteranno tra il 5 e il 12% copriranno l’inflazione, non i maggiori costi energetici", è il commento di Giuliano Grani, presidente di ANEF Emilia Romagna.

PRESIDIO DEL TERRITORIO E SICUREZZA IDROGEOLOGICA

Quello che molte volte non è chiaro a chi parla di montagna e dell'impatto degli impianti sciistici (che chiaramente esiste) è che anche il territorio montano, così come qualsiasi altro luogo in cui si auspica la presenza umana, va gestito. Lo facevano le comunità agro pastorali che vivevano in montagna nei secoli passati, lo fa chi ci vive oggi. 

"Con l’abbandono negli anni dell’economia agricola e zootecnica questo ruolo è stato assunto dagli impiantisti - ha voluto sottolineare Luca Guadagnini, presidente di ANEF Trentino - Il rischio idrogeologico è molto minore dove ci sono gli impianti di risalita. Siamo importanti perché facciamo economia ma anche come manutentori di un territorio delicato che è ancora più fragile con gli eventi climatici estremi che sono sempre più frequenti”.

LAVORO

Le attività legate al turismo - lo sci e tutta la sua filiera - sono le poche che creano posti di lavoro in montagna e che creano valore per chi vive le vallate alpine e appenniniche. E' bene sottolinere che, in un mondo del lavoro spesso conflittuale, ANEF è tra le poche categoria che rinnova puntualmente i contratti nazionali, così è successo anche quest'anno, come spiegato da Danilo Chatrian  presidente di ANEF Valle d’Aosta.

“E’ stata una decisione difficile e coraggiosa quella di avviare la trattativa dopo il periodo del Covid e della chiusura. Abbiamo agito con grande senso di responsabilità e rispetto verso i nostri lavoratori e la stessa responsabilità l’abbiamo trovata nelle organizzazioni sindacali. Avere trovato un accordo in tempi brevi e senza conflittualità significa garantire certezze per le aziende e rispetto per i lavoratori. Quello stesso rispetto e senso di responsabilità che chiediamo oggi alla politica nei nostri confronti e nei confronti dei lavoratori con un intervento importante sul costo del lavoro e sul cuneo fiscale.”

Lo conferma Daniele Fuligni di FILT CGIL, uno dei soggetti che era seduto al tavolo di negoziazione “E’ un punto di arrivo importante, un rinnovo assolutamente non scontato soprattutto nel contesto che stiamo vivendo: in questo periodo bisogna avere coraggio di investire nella forza lavoro ed è stato fatto”.

 

SICUREZZA

“La sicurezza è un prerequisito di ogni impianto di risalita ed è per noi fondamentale che il trasporto sia sicuro, come è, e che sia percepito chiaramente come tale. Per noi la sicurezza è parte stessa del prodotto, abbiamo norme e protocolli di sicurezza che sono tra i più restrittivi in Europa e nel mondo e, anche statisticamente il trasporto più sicuro è quello a fune”, spiega ancora Danilo Chatrian vicepresidente di ANEF e presidente di ANEF Valle d’Aosta. TURISMO Il Governo Draghi ha nuovamente istituito il Ministero del Turismo, un fatto che noi funiviari abbiamo accolto con entusiasmo. “E’ importante che il Turismo, con il suo 13% di PIL abbia in Italia un ministero, una visione, una politica ed una strategia coordinate, un’attenzione specifica su tutti i settori e non demandata alla buona volontà o alla capacità di ciascuna regione o territorio di farsi notare. La montagna italiana è fonte di ricchezza, di PIL, di diffusione del made in Italy, dalle Dolomiti alla Skyway, fino all’Etna passando perv gli Appennini. Le va data la giusta attenzione, va dotata di strumenti normativi adeguati”, dice Nicola Bosticco vice presidente di ARPIET Piemonte.

VALORE SOCIO ECONOMICO DELLA FILIERA DELLA MONTAGNA

Gli impiantisti italiani fatturano 1.2 miliardi di euro e rappresentano il motore di una filiera (hotel, ristoranti, servizi, etc.) che produce un giro d'affari di circa 8miliardi di euro.

“E’ essenziale quindi che la sostenibilità venga intesa anche come economica e sociale oltre che ambientale - sottolinea Marco Grigoletto, presidente di ANEF Veneto - Noi impiantisti abbiamo responsabilità sociale verso un intero territorio: dove sparisce un impianto non c’è più possibilità di creare lavoro e reddito e quel territorio muore. Nel periodo Covid abbiamo visto che con gli impianti fermi tutta la filiera si è fermata. Il pubblico servizio che forniamo non è solo trasporto ma tutela del territorio e mantenimento delle comunità”.

IMPORTANZA DEGLI INVESTIMENTI

Essenziali, come in tutti i settori, sono gli investimenti, purtroppo sempre più osteggiati da chi vede la montagna esclusivamente come un luogo irreale e fiabesco.

“Servono investimenti e risorse per mantenere i nostri comprensori al passo con i tempi e competitivi - ha spiegato Massimo Fossati, presidente di ANEF Lombardia - Noi continuiamo a investire sulla montagna e non vogliamo vivere di assistenza, i ristori sono stati un unicum per tenere in vita le aziende. Non chiediamo assistenza ma semplificazione burocratica e supporto per poter continuare a investire in modo efficace le nostre risorse e continuare così a sviluppare e tutelare la montagna”.

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