TURISMO / In Italia l'iva più alta rispetto ai vicini europei
02 Gennaio 2010
Adesso che anche la Germania ha deciso di abbassare l'Iva per il Turismo al 7% a partire dal 1° gennaio 2010, sulla falsariga di quanto alcuni mesi fa ha stabilito anche la Francia in merito all'IVA per la ristorazione (scesa al 5,5%), l’Italia si vede praticamente assegnato il poco invidiabile primato dell’IVA sul Turismo più elevata del vecchio continente.
Al di là dei commenti dei più o meno quotati rappresentanti del settore, la decisione tedesca è la riprova del come e soprattutto dei tempi in cui ogni governo stia varando per sé misure indispensabili per ridare ossigeno ad una ripresa economica che ancora stenta a decollare. Da tempo gli operatori turistici italici, singoli o raggruppati in associazioni di categoria troppo spesso tiepide, vanno invocando il varo di una simile misura, che porti l'IVA di alberghi, campeggi e tutte le altre forme ricettivo-ristorative, attualmente al 10%, ai livelli della Spagna (7% come la Germania) o della Francia (5,5%), della Grecia e del Portogallo, tutte più basse di quella italiana. Almeno da quando un giovane (politicamente) Giulio Tremonti teorizzava in un suo celebre libro bianco d’inizio anni ’90 l’abbassamento dell’imposta sul valore aggiunto applicata al Turismo come volano per rilanciare l’industria più strategica del Belpaese.
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