Un romantico San Valentino sulle piste di Pila
14 Febbraio 2006
Se per voi San Valentino è molto di più di un cuore trafitto da una freccia, se non volete affidare il vostro sentimento alle frasi fatte dei cioccolatini alla nocciola, se credete nell’atmosfera e volete passare qualche giorno serenamente con chi amate, allora dovete venire a Pila, la stazione sciistica sopra Aosta.
Troverete un ambiente di alta montagna, sarete circondati dalle cime più maestose delle Alpi, avrete piste sempre ben fresate e curate, ambienti caldi e accoglienti, ma soprattutto tante occasioni romantiche per stare insieme.
Potrete godervi la serata andando a cena nei locali dislocati ai bordi delle piste da sci di Pila. Si tratta di costruzioni tipiche o di vecchie baite ristrutturate Propongono tutti menù provenienti dalla tradizione valdostana. Si possono gustare abbinamenti insoliti come le castagne con il delicato lardo di Arnad oppure, fra i salumi la mocetta (la carne salata e essiccata nei fienili) abbinata a miele e pane nero. Mentre nei primi piatti sono le zuppe a farla da padrone: è offerta la classica Valpellinentze (verze e fontina), la Seuppa de Vercuinno (a base di spinaci selvatici) o la Zuppa dell’Alpeggio (orzo brillato cotto nel vino rosso).
Ogni locale ha la sua specialità. Alla «Châtelaine», situato ai bordi dell’omonima pista, si può degustare la Tarte aux pommes con la fiocca (torta di mele della bassa valle con panna fresca montata a mano al momento). Invece a «Lo Baoutson» (partenza della sciovia Coius 2) prevalgono i piatti cucinati direttamente al tavolo come la Braserade, minuscole fettine di carne cotte sul braciere, o la più classica raclettes (formaggio fuso alla brace e steso su un letto di patate lesse).
Il «Rifugio Chamolé», all’arrivo della seggiovia, si distingue, si distingue per la Sorsa (stufato di verdure con salamelle) e la Favò (un zuppa di fave, pasta, pane, burro fuso e fontina), mentre il piatto forte dello Chalet du Soleil è la Zuppa di porcini in crosta.
Alla partenza della seggiovia della Nouva si trova l’«Hermitage», dove servono la Vianda di djablo (la carne del diavolo), macerata in una salamoia di vino rosso, cipolla, ginepro e aromi, presentata a fettine sottili come un carpaccio.
In ogni ristorante sono le vecchie ricette valdostane, cucinate come vuole la tradizione, ad essere proposte in ambienti confortevoli e caratteristici.
La serata inizia con una corsa in motoslitta e, dopo la cena, si può concludere con una discesa nella notte con gli sci sotto i raggi della luna, oppure si può scegliere di fare una passeggiata con le fiaccole, o la motoslitta come all’andata.
Per una serata memorabile le ricette sono molte, ma la più classica è sempre la stessa: la persona che vi sta a cuore, un po’ d’atmosfera e il fascino delle montagne rischiarate dalla luna piena.
di Andrea Greco
14 Febbraio 2006
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