SCI FUORIPISTA - I falsi miti da sfatare
26 Febbraio 2014
Basta parlare con qualcuno di sci, comunicargli la propria imminente partenza per una settimana bianca o un weekend sulla neve e la prima raccomandazione sarà “mi raccomando non andare fuoripista”. Frasi che escono anche dalle bocche di chi, la montagna, non l’ha mai vista o da chi il fuoripista non l’ha mai praticato. Come mai simili reazioni?
In primis i mass media. Per la televisione generalista o i giornali non specialistici è facile fare notizia su un morto per una valanga dandole spesso molto più risalto del necessario e soprattutto criminalizzando tale tipo di attività. Si parla di montagna assassina, di gravi imprudenze ecc. Ma davvero questo pericolo è supportato da dati certi?
Le vittime da valanga tra il 1984 e il 2003 erano rappresentati in gran parte dai praticanti dello sci d’alpinismo (48%). Lo sci fuoripista rappresenta il 23% dei morti da valanga mentre l’alpinismo (non con gli sci) ha coinvolto il 19% delle vittime. Le valanghe in quello stesso periodo hanno colpito anche sciatori in pista (1%) abitazioni (1%) via di comunicazione (2%) e altre casistiche (6%) secondo i dati AlpSolut.
La Lombardia, che ha un’area montuosa molto ampia ed un altissimo numero di praticanti, registra mediamente 3 morti all’anno per valanghe. Dal momento che si è detto che solo il 23% di questi incidenti è causato da sciatori fuoripista, questo significa che muoiono due freerider ogni 3 anni nella regione italiana più popolosa. Sulle strade lombarde hanno perso la vita 532 persone nel 2011 nonostante un’importante riduzione di oltre il 50% rispetto al passato. Naturalmente le persone che guidano sono molte più di quelle che fanno fuoripista. Ma nessuno dice di non usare l’auto ma semplicemente di farlo con prudenza. Lo stesso dovrebbe accadere fuoripista. Con più prudenza e informazione si potrebbero ridurre gli incidenti senza vietare uno sport bellissimo qual è il freeride.
Prendiamo il caso della Svizzera, per esempio. Il numero di persone sepolte da valanghe è salito dalle 80 del 1977 a sfiorare le 250 nel 2006 a causa del grande aumento dei praticanti del freeride. Il numero dei morti è rimasto invece pressoché costante intorno alle 25 unità. Come? Sicuramente grazie ad una maggiore consapevolezza da parte dei praticanti circa i rischi e le opportunità del freeride ma anche grazie all’attrezzatura che può permettere di salvare molte vite. E’ il caso dell’arva, pala e sonda che permettono il ritrovamento dei compagni sommersi dalla neve da parte di quegli sciatori che pur essendo vicini alla valanga, non ne sono stati coinvolti. I primissimi attimi dopo l’incidente sono i più importanti, nei primi 15 minuti si ha il 90% di possibilità di ritrovare vive le persone. Dopo questo tempo le probabilità di salvataggio crollano repentinamente. E’ evidente quindi che i soccorsi esterni possono far poco mentre sono i compagni di sci che hanno le maggiori percentuali di successo. E’ anche importante farsi accompagnare da una guida se non si è in grado di valutare i rischi che si corrono o se non si conosce bene la zona.
Come ridurre il rischio da valanghe: intervista a Gliuliano Bordoni
Alcuni luoghi comuni sbagliati sulla formazione delle valanghe
- Nei boschi non si possono staccare valanghe FALSO. Nei boschi non si possono escludere la formazione di valanghe, soprattutto se la vegetazione è rada
- Se un pendio è già stato tracciato allora è sicuro FALSO. A volte proprio tracce preesistenti posso favorire fratture nel manto nevoso
- Se fa molto freddo non si possono creare valanghe FALSO. Se le temperature sono troppo rigide la neve fa fatica ad assestarsi
- Le ciaspole sono un modo sicuro per andare in montagna. FALSO Le ciaspole tendono a rendere meno instabile il manto nevoso perché concentrano tutto il peso del corpo in un solo punto piuttosto che distribuirlo su tutta la lunghezza dello sci. Inoltre spesso chi si muove con le ciaspole segue il percorso estivo che può non essere invece adatto all’inverno
- Gli incidenti maggiori si verificano con pericolo valanghe 4 o 5. FALSO Il maggior numero di morti si verificano con pericolo 3 (marcato) meno elevato dei 4 o 5 che registrano un numero marginale di incidenti.
di Andrea Greco
26 Febbraio 2014