Vail 2015 - Al traguardo niente musica, solo pubblico ed emozioni vere

04 Febbraio 2015


Dal nostro inviato a Vail - Beaver Creek

Niente musica al traguardo dei Mondiali di sci di Vail Beaver Creek 2015. La grande cultura dell’intrattenimento e del “pump up”, per una volta ha deciso di spegnere l’amplificatore e lasciare agli spettatori sugli spalti l’assoluto monopolio del volume e degli effetti sonori. E l’effetto è stato decisamente grandioso, soprattutto durante la discesa delle atlete di casa (vedi ovviamente Vonn e Mancuso, ma anche Cook e Ross) e di quelle più amate, o stimate per quanto hanno mostrato in pista: Fenninger in testa a tutte non solo in classifica, seguita dalla tedesca Viktoria Rebensburg e dalla svizzera Lara Gut. Soltanto la slovena Tina Maze – oro in super gigante agli ultimi mondiali di Schladming – ha momentaneamente ammutolito il pubblico del Red Tail Stadium (7500 posti solo a sedere). Scesa immediatamente dopo la stella di casa, Vonn appunto, la slovena ha tagliato il traguardo “accendendo” quella luce verde che contraddistingue il nuovo leader della classifica. Dodici centesimi appena di vantaggio dall’icona dello sci a stelle e strisce, ma tanto basta per passare davanti a tutte e ghiacciare gli animi yankee. Per risollevare animo e atmosfera sono bastati tre numeri di pettorale. Anna Fenninger, autrice di una prova da manuale (e che le è valsa l’oro davanti a Maze e Vonn) ha infatti riacceso l’enfasi momentaneamente perduta sugli spalti. La sciata pulita, precisa ed efficace dell’austriaca – forse anche la vendetta simbolica nei confronti della slovena guasta feste – hanno riportato i decibel oltre la soglia consigliata dall’otorino. E non avere una musica assordante di sottofondo, come si usa solitamente in Coppa del Mondo per risvegliare il pubblico sonnecchiante, ha reso lo spettacolo ancora più coinvolgente. Niente rock e niente dance. Soltanto i “wow” e gli “uuuuuhhh” della curva che accompagnano una caduta, oppure una curva spettacolare. O una grande campionessa che “accende la lucina verde”. Un po’ come allo stadio. Ma molto meglio.

Nicola Busca

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