Megaprogetto da sogno per ‘Sando’


Pensate che San Domenico di Varzo sia la solita stazioncina da fine settimana a meno di 2 ore da Milano, tre piste in croce e code da perder la pazienza? Sbagliato. Vi invito a tenerla d’occhio. E a metterla nella lista segreta delle future top player. Sì, perché San Domenico di Varzo sarà oggetto di uno dei più grandi progetti di sviluppo sciistico delle Alpi. Ohibò. Delle Alpi? Sì. Non è una boutade. Tre valli, 110 km di piste. Anch’io, ammetto, alla presentazione tenutasi poco prima di Natale presso il nuovissimo hotel La Vetta del gruppo Mirahotels da parte dell’ing. Andrea Malagoni, consulente manageriale della San Domenico Real estate srl (a capitale sia svizzero che italiano) e della società San Domenico srl, sulle prime ero leggermente scettico. E invece, il progetto, come vedremo molto molto ambizioso, è assolutamente concreto.

Siamo sulle Alpi Lepontine, al confine con la Svizzera, proprio sopra al Sempione. O meglio, in Ossola. Quella’estremità nord del Piemonte, che ha la forma di una testina di cane (almeno, mi ricordo che quando alle elementari disegnavo a mano libera la cartina geografica del Piemonte, era proprio così… Ma oggi le guardano ancora i bimbi delle elementari le mappe?). Tradizionalmente, il bacino di frequentatori è quello dell’Alto Piemonte e del Varesotto, oltre che del Milanese-Brianza. Nella mia preistoria giornalistica, di San Domenico ne scrissi più volte sulle testate nazionali, come della ‘culla dello snowboard in Italia’. Erano i primi anni ’90, e il vostro Skiwriter, allora come oggi, si occupava di tutti i fenomeni del mondo della neve e dintorni.

Oggi le premesse sulle quali si fonda il ‘progettone’ sono la posizione geografica strategica lungo una primaria direttrice internazionale, la contiguità con un’area di grande significato naturalistico e paesaggistico (Parco Naturale Alpe Veglia e Devero) e lo scenario maestoso fra montagne di quasi 3600 metri (innevamento naturale regolarmente più abbondante d’Italia), con la piramide del Monte Leone che si impone allo sguardo. Questi aspetti trasformano in un punto di forza perfino l’attuale situazione di oggettivo sottosviluppo (un esempio per tutti: percorrendo la ripida strada da Varzo sembra veramente di tornare indietro di 30 anni fa…).

Negli intenti dei promotori, c’è quello di far diventare ‘Sando’ una destinazione montana top, da 365 giorni l’anno, puntando sull’esperienza autentica di alta montagna, sulla sostenibilità (grandi collegamenti e molte piste ma con pochi impianti) e sul coinvolgimento di saperi, risorse e genti del posto.

Verrebbero coinvolti tre poli e tre valli: San Domenico, Teggiolo (sul versante opposto), e Devero, con accesso da Crodo, in un piano pluriennale di sviluppo della durata ideale di 12 anni (con la forte incognita dell’opposizione che per semplicità definiamo qui ‘ambientalista’, ma il discorso sarebbe più complesso). Questo prevede l’ampliamento della stazione sciistica, il deciso miglioramento dell’offerta infrastrutturale (parcheggi, ricettività fino a 1000 letti con anche un 5 stelle, accesso ecc.) e la nascita di piccole attività economiche locali (artigianato, agricoltura, commercio).

Della parte sciistica abbiamo già accennato: 110 km di piste di cui - dato interessante - il 90% sopra i 2000 metri, appena 8 impianti. Come spiegato nel precedente articolo, San Domenico con i suoi 35 km di piste attuali è di fatto già un po’ così, modulare e sostenibile Attualmente, dal 2009 a oggi, sono già stati investiti 60 milioni di euro da vari soggetti privati nell’ambito della prima tranche del progetto, ove spicca la fresca inaugurazione dell’hotel 4 stelle La Vetta, del gruppo Mira Hotels. Per giungere alla conclusione di questa prima fase mancano la cabinovia San Domenico Alpe Ciamporino, il secondo blocco di parcheggi coperti per 500 posti e la spa dell’hotel La Vetta (di cui c’è già il cantiere), che sarà aperta anche agli ospiti esterni. La cabinovia è assolutamente decisiva, poiché mette in pensione la antidiluviana seggiovia biposto in 2 tronchi, triplicando la portata e riducendo di quasi 3 volte i tempi di risalita. E la strada da Varzo? Vero incubo quando nevica… Ci sono già 2,5 milioni di euro stanziati dalla Regione Piemonte per l’allargamento, ma gli investitori di San Domenico stanno lavorando per ottenere altri finanziamenti per i prossimi 3 anni.



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Inviato da Non registrato il 8 Gennaio 2019
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