Alpin - Urban style al Post Hotel San Candido


di Fabio Bottonelli

Dei paesi dell’Alto Adige, è stato il primo nome tedesco che imparai da piccolo. Innichen. San Candido. Avevo uno zio professore di lingue e io, da bravo cinno secchione che già allora iniziava ad appassionarsi delle Dolomiti, lo martellavo sempre di domande geografiche; e lui cominciava a snocciolarmi una sequela di nomi, spiegandomi che là in Alto Adige parlano tedesco e che i paesi hanno il doppio nome… Da piccolo anche mia mamma, nei suoi mitologici racconti sui viaggi che faceva da giovane in montagna, mi parlava estasiata sempre di San Candido, vicino alle sorgenti della Drava, la cui acqua non va in Adriatico, ma in Danubio e quindi nel Mar Nero. In pratica San Candido, anche se non ci ero ancora stato, era il posto più famoso delle Dolomiti, per me bambino…

E allora quando oggi passo per San Candido, delizioso centro storico quasi in fondo alla val Pusteria, non posso non farmi prendere dal sentimentalismo di questi ricordi. Da sciatore invasato quale sono, confesso che non sarebbe mai stata fra le mie destinazioni invernali più battute, però frequentandolo un po’ più assiduamente negli ultimi tempi, l’ho riscoperto anche da questo punto di vista. Non solo per il suo gradevole comprensorio piccolo-ma-non-troppo dei Baranci, sotto le omonime guglie dolomitiche, ma anche per la sua centralità: a due passi dal comprensorio in grande crescita Tre Cime Dolomiti al cospetto delle Dolomiti di Sesto (93 km di piste e quest’anno la novità della seggiovia Porzen in cima al settore Croda Rossa), ma non lontano da Plan de Corones grazie al trenino Ski express val Pusteria (ogni mezzora). Come dire il top del Dolomiti Superski. E, poi, soprattutto, molti ameranno il sapore di ‘paese vero’. È questa una caratteristica assai gradita alla maggior parte dei turisti italiani, che non vogliono rinunciare al classico ‘giretto’ tardo pomeridiano per caffè e negozi. Non che a me questo interessi molto, tuttavia è vero: una cittadina così è bello viverla in un hotel centrale, di paese.

Sì, mi sono trovato davvero bene al Post Hotel.

Come lascia intuire il nome, è un albergo con una storia – ogni paese aveva un ‘Post’, stazione di posta - che sorge(va) in un angolo tra due storiche vie di comunicazione fra il Passo di Monte Croce Comelico verso la regione veneta a sud e la val Pusteria dell’Ost Tirol verso est, cioè verso Lienz e lo sconfinato universo che già sa di Europa centro orientale. Ovviamente, oggigiorno il traffico passa fuori dal centro storico: quasi interamente pedonalizzato, è un vero gioiello, dominato dalla Collegiata e da altri edifici civili ed ecclesiastici di rilievo.

L’hotel, continuamente migliorato e ristrutturato negli anni, ha un’impronta alpin-urban come si conviene alla posizione centrale. Calore e accoglienza, con tocchi moderni e spunti che attingono da vari stili e non rinnegano la storia che inizia nel 1926. E una netta, decisa sensazione di trovarsi in un boutique hotel dalla forte identità. L’ultima  ristrutturazione completa risale  al 2014 a cura di Thomas Gutwenger in collaborazione con lo studio Bonfante Interior Contractor, ma ogni anno ‘succede’ qualcosa.

In Alto Adige, lo sapete, l’albergo non è che la casa di una famiglia che ama accogliere. Qui i padroni di casa sono i signori Wachtler, famiglia che da quasi 100 anni è protagonista dell’alta hôtellerie altoatesina. Oggi l’albergo si chiama esattamente, forse un po’ pomposamente, Post Hotel – Tradition & Lifestyle 4*S, affiancato recentemente dai Post Alpina – Family Mountain Chalets 4*S, per offrire la propria personale interpretazione della “vacanza bianca”.

Il Post Hotel sorge dove prima vi era una piccola pensione, acquistata negli anni ’20 da Michael Wachtler. Da allora la struttura ha subito modifiche, restauri e ampliamenti: oggi è un punto di riferimento in Alto Adige per l’ospitalità contemporanea adults only. Il focus particolare è sulle coppie che vogliono regalarsi un’intima esperienza di lusso accessibile. La sobria Post Spa allestita con un felice design mette a disposizione una sauna finlandese, un bagno turco, la doccia vitale e la piscina interna, recentemente ristrutturata. Anche l’offerta beauty è ampia. Le 32 stanze e 9 suite, è quasi scontato, sono perfette, sempre con un’atmosfera non del solito fintamente tirolese, ma quasi metropolitana, con classicità e modernità allo stesso tempo. Negli spazi comuni spicca la P Lounge, dove bere qualcosa che non sia soltanto la solita birretta.

Dal 2006 la proposta della famiglia Wachtler, oggi con Carlo ai comandi (si fa per dire, perché qui in Alto Adige le famiglie sono dei veri dream team...), si arricchisce del Post Alpina – Family Mountain Chalets 4*S, con il centro benessere Vita Alpina, ma adatto anche alle famiglie, con tanto di Miniclub. E se in hotel siamo in paese, qui siamo sulle piste, a Versciaco. Traduzione: piste (e passeggiate, e baite, e ciaspole ecc. ecc.) di Monte Elmo, Sesto-Moso, Monte Croce Comelico e Padola Comelico, ovvero Tre Cime Dolomiti. Non così scontato nelle Dolomiti lo ski in ski out!