Sviluppo integrato e condivisione, le parole d'ordine per le stazioni del futuro
Bastano 30 minuti dal momento in cui un principiante aggancia gli sci per la prima volta, perché questo principiante diventi un nuovo cliente fisso. Ma bastano anche per perdere un nuovo sciatore per sempre (fonte della citazione: Skipass Panorama Turismo). E in questi anni, i cambiamenti climatici impongono alle destinazioni turistiche di adeguarsi e sviluppare nuove attività da offrire alla clientela tutto l’anno e anche in assenza di neve, come stiamo vedendo in questi giorni.
Sono diverse, quindi, le domande a cui il sistema montagna dovrà rispondere. Se, anche a causa del ristagno demografico, un numero sempre crescente di turisti, ma anche di popolazione locale, non va a sciare, quali discipline, quali attività di svago rientrano nelle aspettative del pubblico? Quale deve essere oggi, negli anni dello sci senza neve, il modello di sviluppo che deve essere condiviso dai vari attori di un comprensorio, nonché da tutti i suoi abitanti?
La scorsa edizione di Prowinter B2B Days for Snow, Bike and Mountain Innovation (la prossima in programma dal 19 al 21 aprile 2017) ospitò l’interessante convegno “Alpine Destination leadership #2: prospettive per l'integrazione di servizi nelle destinazioni turistiche” organizzato dall'istituto di ricerca EURAC-Accademia Europea di Bolzano, che ci dà qualche spunto di riflessione molto attuale. Secondo il prof. Harald Pechlaner dell’EURAC, un'offerta turistica deve integrare la stagione invernale con quella estiva. Servono nuove formule di governance, con adeguamenti delle forme giuridiche, dei finanziamenti, nonché il sostegno di una comunicazione uniforme. Pechlaner ha indicato i due storici modelli gestionali: il “resort” (con struttura verticale), e le “community”, con struttura orizzontale, in cui i vari attori locali lavorano in rete, collaborando all'identità di un'unica destinazione turistica.
John Raemanager della “strategic alleance” della Resort Municipality Whistler in Canada ha spiegato “che tutti devono prevedere, a vario titolo, di investire anche il tempo necessario a sviluppare processi di condivisione, partecipazione e collaborazione. Lo sviluppo integrativo è una vera e propria sfida per il comparto del turismo montano. “Tutti gli operatori turistici”, conferma Pechlaner, “dovranno impegnarsi a creare nuove formule di collaborazione, disponendosi a integrazioni (che non necessariamente si ottengono attraverso le fusioni)”.
L’obiettivo sarà una gestione integrale delle stazioni, da estendere alla doppia stagionalità estate/inverno per un turismo a 360°, funzionale ai cambiamenti di mercato e a correggere l'asimmetria temporale che pesa sugli operatori, ma anche sui canali di commercializzazione. Niente male, come sfida.
Nella foto (credit: A. Filz), un esempio di integrazione virtuosa in Valle Isarco: sull'Alpe di Villandro non ci sono impianti, ma tanti percorsi e attività per tutta la famiglia, gestite dagli operatori locali (baite, uffici turistici, guide, animatori culturali)