VAIL 2015 - L'orgoglio dei veterani

06 Febbraio 2015


Dal nostro inviato a Vail - Beaver Creek

Quando la carta d’identità non conta nulla. Bode Miller (37 anni) e Aksel Lund Svindal (32), tutti e due al rientro nelle gare che contano dopo un lungo stop (operazione alla schiena il primo, tendine d’Achille il secondo), hanno entrambi lasciato il segno – ognuno in modo differente – nel super gigante maschile di Vail – Beaver Creek 2015. L’americano partiva con il pettorale numero 9 e il Red Trail Stadium ha cominciato ad andare in delirio già quando Bode ha messo i bastoni fuori dal cancelletto. Durante la discesa il tifo è stato un crescendo in corrispondenza degli intertempi del campione del New Hampshire. Tutti verdi, e quindi miglior tempo in tutte le frazioni rispetto al leader provvisorio, ovvero l’austriaco Streitberger sceso prima di lui. Bode ha sciato alla Bode. Ha aggredito la Birds of Prey a suo modo, dando tutto quello che aveva. E forse di più. Anche per questo motivo, nella parte finale del tracciato sembrava più stanco e meno lucido, dal secondo al terzo intertempo aveva perso 30 dei 46/100 che aveva guadagnato a Streitberger. Poi quell’inforcata col braccio sinistro dentro al palo: a più di 100 chilometri all’ora è stata fatale. Bode va in rotazione e cade a terra di schiena. Sci e ginocchia agganciano e si contorcono malamente, e lui continua a scivolare per un bel tratto di pista. Si rialza ma sembra ammaccato, scende al traguardo con fatica. Saluta appena il pubblico che comunque era tutto per lui. Le telecamere non lasciano spazio ad altro commento: sul polpaccio destro Bode ha riportato una brutta ferita, probabilmente dovuta al contatto con le lamine. Affilate come coltelli per affrontare piste di questa caratura. Non si sa ancora nulla delle sue condizioni e se prenderà parte alla discesa di sabato. Ma un pensiero al futuro corre automaticamente: Bode ha i suoi anni e quando non sarà più parte del circo bianco, le emozioni che sa regalare in pista saranno difficilmente ricreabili. L’altra storia senza età di giornata è quella di Svindal. Dopo l’infortunio alla vigilia di Sölden, in ottobre, in pochi avrebbero scommesso sulla sua partecipazione ai mondiali a meno di 4 mesi di distanza. E invece, da vero fuoriclasse, lui si è fatto trovare pronto. Martedì ha concluso 11° le prove della discesa libera (proprio davanti a Bode) e a fine super gigante il vichingo norvegese ha chiuso in sesta posizione, a 37/100 dal vincitore Hannes Reichelt. Svindal ha fatto la differenza nella parte più veloce del tracciato, perdendo qualcosa nei settori più tecnici. Sarà quindi da tenere sotto controllo sabato, dove per vincere contano coraggio e velocità.

Nicola Busca

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