VAIL 2015 - Quando i giovani si riposano, tornano in pista le leggende
12 Febbraio 2015
Dal nostro inviato a Vail - Beaver Creek
Sarà pure una medaglia di legno, ma fino ad oggi, il quarto posto di Kristian Ghedina nella gara delle “leggende dello sci” è il miglior risultato dell’Italia ai Mondiali Vail Beaver Creek 2015. Ghedo, che tra il quarto di finale e la semifinale ha ammesso di essere sempre stato «un drago» nel parallelo, nella finalina per il bronzo ha dovuto cedere il terzo posto all’inossidabile Marc Girardelli (51 anni e 2 medaglie vinte proprio a Vail nel 1989: oro in combinata e bronzo in speciale), sceso in tutte le prove con giacca e pantaloni lunghi.
Tra gli uomini il più in forma è ancora lo svizzero Didier Cuche, che in finale ha battuto di appena 1/100 un'altra gloria ancora in grande polvero, il norvegese Lasse Kjus (44 anni), che proprio a Vail – Beaver Creek nel 1999 era entrato nella storia vincendo 5 medaglie in 5 discipline differenti (2 ori in gigante e super e gli altri 3 argenti nelle altre 3 prove). Metti comunque il fatto che Cuche si è ritirato appena due anni fa, ma in ogni caso vincere 5 volte la discesa libera di Kitzbuhel vorrà pur dire qualcosa. E lo sci, al traguardo, continua a roteare in aria come un tempo.
Nelle donne, anche Alexandra Meissnitzer sembra non aver sentito il passare degli anni, e nonostante le 42 primavere, la biondissima austriaca (2 ori ai Mondiali di Vail – Bever Creek del 1999) si è imposta davanti all’americana Kristina Koznick (passata alla storia, oltreché per le 6 vittorie in Coppa del Mondo, anche per il video hard che l’aveva messa fuori squadra nel 2000), e alla connazionale Michaela Dorfmeister (anche lei 1 argento e un bronzo nella rassegna iridata americana del 1999).
Ma al Golden Park di Vail, nel giorno in cui i campioni del presente hanno riposato in vista delle ultime gare tecniche in programma da domani con lo speciale femminile, sembrava di essere dentro all’albo d’oro vivente dello sci alpino. Anne Marie Moser-Pröll, Franz Klammer, Phil e Steve Mahre, Bernhard Russi, Tamara McKinney, Luc Alphand, Pernilla Viberg, Kjetil André Aamodt, Janica Kostelic, Kalle Palander, Marco Büchel, Kilian Albrecht, Hans Knaus, Maria Riesch. Qualcuno più giovane e/o più in forma degli altri, va da sé, ma tutti con ancora viva nel dna la voglia di arrivare in fondo prima del proprio avversario. Cosa che in questo Mondiale, a qualcuno dei nostri, non si è purtroppo ancora vista.
Nicola Busca
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