Niente bob a Cortina, Roda: "Così si affossa il mondo del ghiaccio"
16 Ottobre 2023
© Fotografia - Fisi Pentaphoto - Flavio Roda
La pista da bob e slittino a Cortina non si farà, la conferma è arrivata oggi direttamente da Giovanni Malagò, presidente del CONI. Una parte delle Olimpiadi invernali di Milano Cortina 2026 si svolgerà così all'estero. Sulla questione è intervenuto oggi Flavio Roda, presidente della Federazione Italiana Sport Invernali.
“La notizia dello spostamento all’estero delle gare di Milano-Cortina 2026 relative alle specialità in questione ci lascia sgomenti – ha spiegato il presidente della FISI -. La Federazione ha provato in tutti i modi a far capire l’importanza di queste discipline. Ci mancherà un pezzo di storia, la pista di Cortina avrebbe rappresentato l’occasione ideale per rilanciare movimenti che hanno regalato gloria e popolarità allo sport italiano, verranno meno le basi per costruire gli atleti del futuro".
E in effetti, sebbene si parli di sport con oggi una manciata di praticanti e non certo "popolari", al contrario, per esempio, dello slittino su pista naturale che però non è stato accettato ai Giochi, bob e slittino hanno contribuito al medagliere azzurro con trentuno medaglie complessive. In particolare 18, tra cui sette ori, sono arrivate dallo slittino, 12, tra cui quattro ori, dal bob e una dallo skeleton. I nomi di Eugenio Monti "il Rosso volante", Armin Zoeggler e Nino Bibbia sono storia degli sport invernali azzurri. Purtroppo oggi l'esigua pratica e gli ingenti costi per realizzare le piste e poi mantenerle rendono queste discipline difficilmente sostenibili. Ma Roda non è d'accordo:
"Anche la giustificazione dei costi elevati non è sufficiente a spiegare una decisione di tale portata. In Italia purtroppo non esiste una pista artificiale dove si possano allenare le squadre, ogni anno i nostri atleti sono costretti ad andare all’estero, con relativi aumenti di costi e la logica conseguenza di avere meno possibilità di girare sui tracciati rispetto alle altre nazioni. Credo si tratti dell’atto conclusivo, destinato ad affossare il nostro movimento sul ghiaccio”.