CAREZZA - La ski area che vuole diventare a impatto zero
14 Febbraio 2020
© Fotografia - Storyteller Labs - Carezza
Il Catinaccio e il Latemar, una serie di piste memorabili, due nuovi impianti in arrivo, e un’attenzione particolare all’ambiente.
Il futuro di Carezza è quello di un comprensorio sempre più a misura di sciatore e sempre più attento all’ambiente. Zona Sciistica Climatica è il claim che incornicia tutti i progetti di Georg e Florian Eisath, padre e figlio, rispettivamente ex numero uno di Technoalpin e patron della skiarea di Carezza ed ex campione di sci e attuale ad del comprensorio.
Il presupposto: valorizzare al massimo la ski area della Val d’Ega, l’obiettivo: consumare meno risorse possibili ottemperando al Patto per la neutralità climatica 2025.
Georg e Florian Eisath
“E’ un progetto partito nel 2012 con la località svizzera di Arosa; loro si sono concentrati sul miglioramento degli edifici, noi siamo partiti con l’idea di ottimizzare la produzione di neve e la battitura delle piste, le due attività che richiedono un consumo energetico maggiore nella gestione di una ski area”, spiega Florian Eisath, perfettamente a suo agio in giacca (la cravatta sarebbe troppo) dopo aver dismesso le tutine da gara con cui correva in Coppa del mondo.
Nel concreto, come si può risparmiare energia?
Partiamo dall’innevamento programmato: bisogna sfruttare al massimo le finestre di freddo intenso, ovvero con temperature vari gradi sotto lo zero e umidità bassa, in questo modo di “spara” con la massima resa. Per fare questo bisogna avere un impianto moderno (completamente computerizzato), potente e disponibilità d’acqua, così in 3/4 giorni si può creare la stragrande maggioranza della neve che servirà per tutta la stagione.
In più, il monitoraggio di tutti i settori della ski area della quantità reale di neve al suolo permette di evitare sprechi e di produrre neve dove realmente serve. Per fare questo bisogna essere pronti quando le condizioni sono ottimali, quindi avere generatori di neve che coprano tutta la ski area e bacini di accumulo che permettano di utilizzare tantissima acqua in una breve finestra di tempo.
Tra una temperatura di - 3° e un a di - 10° si ha, con lo stesso consumo energetico più del doppio di acqua erogata e quindi di neve prodotta
In più, il monitoraggio in tutti i settori della ski area della quantità reale di neve al suolo permette di evitare sprechi e di produrre neve dove realmente serve. E ancora, oggi, i 6 mezzi battipista di Carezza sono costantemente monitorati e hanno percorsi prestabiliti per evitare più passaggi in uno stesso punto. Oltre a questo, una serie di piccoli e grandi accorgimenti hanno permesso di arrivare a un risparmio energetico del 20,30% percento di gasolio ed energia elettrica.
“Carezza è un esempio importante per quello che riguarda la sostenbilità - continua Eisath - Le zone sciistiche sono spesso “attaccate” da questo punto di vista, uno degli obiettivi è anche quello di portare un messaggio positivo all’esterno”.
Sostenibilità che, tuttavia, non significa solo inquinare meno: “Partiamo comunque dal presupposto che la “Sostenibilità, oltre che ambientale, debba essere anche essere economica e sociale - ha concluso Eisath - “Questo significa creare posti di lavoro di qualità, vedendo i nostri collaboratori - davvero - come risorse che fanno parte di un un’impresa inserita nella natura, la cui forza è la natura e che deve essere in armonia con la natura”.
E ancora, tutti gli eventi organizzati a Carezza saranno “green", a partire dalla Coppa del mondo di snowboard. Ovvero si cerca di utilizzare meno energia possibile, creare meno rifiuti possibili, evitare l’utilizzo di bottigliette di plastica e lattine… Ma, parliamoci chiaro, nonostante tutte le ottimizzazioni, arrivare a emissioni zero è virtualmente impossibile, e allora, raggiungere la neutralità climatica significa anche impegnarsi in misure di “compensazione globale”, per esempio finanziando progetti di difesa del clima portati avanti nei Paesi in via di sviluppo.
di Redazione DoveSciare.it
14 Febbraio 2020