NEVE ARTIFICIALE - Federfuni lancia l'allarme: i costi li pagano solo gli impiantisti

10 Gennaio 2015


Molto si è parlato di questo difficilissimo inizio di inverno per le stazioni sciistiche che hanno avuto pochissima neve e pochissimo tempo per innevare i tracciati. Ci è riuscito chi ha impianti di innevamento efficienti e ben dimensionati, tanto da sfruttare al massimo le brevi finestre di freddo che ci sono state a dicembre. Molto si parla in questi giorni di innevamento programmato e dei problemi connessi; se il presidente del Dolomiti Superski, Sandro Lazzari chiede sostanzialmente la possibilità di fare invasi più grandi per raccogliere l'acqua, il presidente di Federfuni, neonata associazione che riunisce 150 società impianti in Italia, sposta l'attenzione sui costi.  "Produrre neve per coprire le piste e renderle ogni mattina perfettamente agibili, dopo adeguata battitura, ha costi elevatissimi -  spiega Andrea Formento, Presidente di Federfuni Italia - E sono costi che gravano solo sulle spalle degli impiantisti, mentre i benefici di stazioni in funzione, con piste e impianti aperti, vanno a favore di tutto il comparto turistico montano: strutture ricettive, maestri di sci, attività commerciali…In tutte le regioni a statuto ordinario, dove non esistono sostegni diretti, le società degli impianti sono dovunque in grave difficoltà. Va dato atto al Governo e al Parlamento che con il provvedimento sulla fine della vita tecnica degli impianti a fune si e iniziato a porre mano ad iniziative utili per il nostro settore. Ora si chiede però un’attenzione strutturale, in considerazione dell’elevata importanza che la nostra attività riveste per tutta l’economia montana e la sopravvivenza non solo delle nostre società ma di tutto l’indotto. Occorre inoltre proseguire sulla strada di un rinnovato spirito di semplificazione, pur nel rispetto dei parametri di sicurezza che sono il primo obiettivo di noi imprenditori”. Insomma, serve ossigeno per chi permette agli impianti di girare e alle piste di essere percorribili anche in condizioni sfavorevoli, anche perché molte aziende che operano in questo settore non hanno gli strumenti per sopravvivere se una stagione va male. 

di Andrea Greco
10 Gennaio 2015

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