VAIL 2015 - La combinata, quella sconosciuta
09 Febbraio 2015
Dal nostro inviato a Vail - Beaver Creek Nello sci alpino ci sono diverse specialità. Lo slalom speciale, regno dei pali stretti e della reattività; il gigante, con pali più distanziati e forse disciplina più tecnica in assoluto; il super gigante, versione XL del gigante, è dove gli atleti iniziano ad aprire il gas su piste thriller; e poi c’è la discesa libera, ovvero la Formula 1 dello sci. Ogni specialità ha i suoi grandi interpreti. Oggi come oggi, l’atleta che sta facendo il buono e cattivo tempo nelle discipline tecniche è l’austriaco Marcel Hirsher, mentre il suo corrispettivo ad alta velocità è il norvegese Kjetil Jansrud. E non a caso i due se le stanno dando di santa ragione per contendersi la Coppa del Mondo generale. Ma come si fa a decretare l’atleta più completo in assoluto, capace di ottenere i migliori risultati in tutte e 4 le diverse varianti dello sci alpino? Semplice. Si fanno gareggiare in una prova ibrida, che mette assieme una manche di discesa libera (più raramente super gigante) e una di slalom speciale. È la Super Combinata (un tempo semplicemente Combinata, che aveva due manches di speciale), disciplina spesso snobbata ma che in realtà in passato ha spesso deciso le sorti della coppa di cristallo. Una prova non banale: corri al mattino con missili da più di 2 metri sotto ai piedi e velocità superiori ai 100 all’ora. Studia le traiettorie e ricordale con precisione mentre affronti un ghiaccio terribile, non scomporti sui salti e cerca la posizione aerodinamica su tutto il tracciato. Il pomeriggio cambia sci: 40 centimetri più corti e decisamente più aggressivi se perdi per un attimo la centralità. Dalla velocità passa alla ricerca della reattività, con doppie e triple a complicare il gioco. I vincitori della combinata sono solitamente fenomeni purissimi. Uno “a caso”: Alexis Pinturault, ultimo vincitore in ordine di tempo in questa disciplina (a Kitzbühel in gennaio proprio prima dei Mondiali). Uno dei migliori talenti dell’intero circo bianco e da quest’anno dichiaratamente alla caccia della generale. In Coppa del Mondo la combinata alpina classica ha fatto la sua comparsa nel 1974 (vittorie di Thöni a Kitzbühel e Wengen), ma già durante i primi Mondiali (1931) e le prime Olimpiadi invernali del 1936, gli atleti si sfidavano in una prova mista per decretare chi fosse il più forte (sostituita dal gigante nel 1950 poi reintrodotta nel 1988). La versione moderna, invece, che prevede una sola prova di slalom speciale, in Coppa del Coppa del Mondo ha debuttato nella stagione 2006/2007, mentre alle Olimpiadi ha fatto la sua apparizione nel 2010 a Vancouver. Le prime medaglie iridate di combinata, invece, si sono assegnate nel 2007. I grandi specialisti nella storia della combinata sono stati il lussemburghese Marc Girardelli, lo svizzero Pirmin Zurbriggen e l’americano Phil Mahre, mentre in epoca più moderna i migliori interpreti sono stati i norvegesi Kjetil André Aamodt e Lasse Kjus e lo statunitense Bode Miller. Per vincere una combinata, però, ci va anche fortuna. Vedi l’oro di Hirscher, che come lui stesso ha dichiarato dopo il traguardo, «non sarebbe arrivato se nello slalom fossi partito per 31° anziché 1°». Ma lo sport in generale è anche questo. Quando la fortuna dà una mano, non la si rifiuta mai. Nicola Busca