VAIL 2015 - Roda senza peli sulla lingua: "I nostri sciatori sono mammoni"
18 Febbraio 2015
L'Italia è uscita con le ossa rotte dai Mondiali di Vail. Zero medaglie e anche zero piazzamenti dignitosi, con il solo Nani, seppur solo per una manche, ad avere una possibilità concreta di medaglia. Queste sono le ore dei processi: inevitabili dopo una debacle pesante, soprattutto se si pensa che negli ultimi anni l'Italsci è stata sempre seconda nel ranking dietro l'Austria, e ha collezionato un buon bottino nelle gare di Coppa del mondo fin qui disputate (13 podi). Non tocchiamo un tasto, ovvero la rivoluzione Fisi che ha mandato di fatto a casa Ravetto, ex dt che ha contribuito ai successi azzurri degli ultimi anni, e nemmeno i problemi economici che la Federsci lamenta e che possono in senso lato ricadere nella casella "crisi" che attanaglia il paese.
Puntiamo piuttosto l'attenzione sui protagonisti, ovvero gli sciatori che, inutile nasconderlo, hanno deluso, come spiegavamo a caldo in questo articolo. In queste ore si parla spesso di una nazionale azzurra composta da atleti indisciplinati, che si lamentano se devono allenarsi con il maltempo, o che storcono il naso se le piste scelte per gli allenamenti sono troppo facili, o con neve molle, come capitato in Sudamerica (salvo avere poi sempre pronta la scusa che le gare con neve non ghiacciata o su pendii non verticali non sono adatti alle loro caratteristiche).
In un'intervista a Flavio Roda, presidente della Fisi, realizzata dalla Gazzetta dello Sport, viene chiesto al numero uno dello sci azzurro proprio questo, ovvero se risponde a verità il fatto che alcuni ragazzi abbiano poca voglia di allenarsi in situazioni estreme e non obbediscano agli ordini dei loro tecnici. "Non ne so niente, se no sarei già intervenuto - la risposta di Roda - Ma le dico questo: se un tecnico non riesce a imporsi sull’atleta vuol dire che non è un leader e allora dovrei mandarlo a casa. Ma se uno dei nostri sciatori si comportasse così, vorrebbe dire che non ha capito niente di ciò che sta facendo e che non ha passione per il suo lavoro. Però è vero che i nostri atleti sono coccolati. E’ da sempre così. Sono mammoni".
di Andrea Greco
18 Febbraio 2015