SCI E AMBIENTE - La ski area produce solo il 4% delle emissioni di una vacanza in montagna

28 Aprile 2023

© Fotografia - Carosello Livigno, un mezzo battipista in azione


Lo sci negli ultimi tempi è particolarmente preso di mira a livello mediatico. In particolare si parla dello sci come uno sport con un elevato impatto ambientale. Fatto che, semplicemente, non è vero.

Il comprensorio sciistico rappresenta infatti solo il 4% delle emissioni di anidride carbonica legate a un soggiorno in montagna. Lo ha spiegato Mathieu Dechavanne, amministratore delegato della società degli impianti a fune Compagnie du Mont-Blanc nel corso del convegno "Le funi del futuro. Il settore degli impianti a fune tra innovazioni e transizioni" tenutosi stamani a Courmayeur.

"Il grosso delle emissioni è rappresentato dal viaggio del cliente per raggiungerci, che è del 55% se utilizza la macchina insieme ad altre quattro persone e del 5% se utilizza il treno. Di questo 4%, il maggior impatto, il 70%, è rappresentato dai mezzi battipista".

Per il resto gli impianti di risalita, così come i cannoni per l'innevamento, sono alimentati a energia elettrica (per la maggior parte proveniente da energia rinnovabile). A provocare la maggior parte delle emissioni è quindi la vacanza in sè: lo spostamento, il riscaldamento delle strutture ricettive, etc.

Quindi: si inquina se si fa una vacanza in montagna? Senza dubbio. Ma non cambia praticamente nulla se poi in montagna si fa sci alpino, ciaspole o sci alpinismo.

Lo scorso inverno si è poi parlato spesso del consumo di acqua per innevare le piste. Un finto problema visto che si inneva a fine autunno e inizio inverno quando è minimo il fabbisogno per l'agricoltura e la stessa acqua torna poi naturalmente in circolo al disgelo, proprio quando a valle serve di più. L'acqua è di fatto solo "presa in prestito".

SEGUICI SU INSTAGRAM

SEGUI TUTTI GLI AGGIORNAMENTI SU TELEGRAM

di Redazione DoveSciare.it
28 Aprile 2023

Commenti sull'articolo