Sciare a Verbier senza (i prezzi di) Verbier…


 

In Italia no, in Svizzera si. Si scia. E allora vi racconto di un posto in Svizzera, per sognare un po’, e andarci appena possibile (prima no, dai, fate i bravi). Uno degli ultimi che ho visitato prima della chiusura. Quatres Vallées. Quattro Valli. Verbier. Vi dice niente? Mica quisquilie. Questo è uno dei più grandi comprensori al mondo, veramente sci ai piedi.  413 km di piste e poche storie. Siamo in Vallese, fra Martigny, Sion e le valli laterali di Heremences e Bagnes che poi terminano contro i grandi baluardi della cresta di confine con la Valle d’Aosta. Il tipico posto dove vagabondare fra vallate e paesi, ma che è più noto come la Mecca dei freerider. Con tutto quel che consegue: schiere di giovani da ogni parte del mondo, ‘pro’ freerider, video maker, testimonial, ski bums, e poi bar, negozi sportivi fashion, danarosi millennials con perfetto equipaggiamento di freerider alla moda, e anche 50-60enni che vogliono anche loro apparire con zainetto e pala, per poi alla sera a mischiarsi nei locali (finti hippy, veri ricchi). Tutti, indipendentemente dallo status sociale, con la stessa idea in testa: arrivare primi a disegnare tracce sulla neve fresca, o sfidare le piste impossibili con gobbe selvagge del Mont Fort, 3300 metri, bianca piramide simbolo delle Quattro Valli da cui si ammirano 100 cime diverse fra cui Monte Bianco, Cervino, Grand Combin, Weisshorn. Ma ecco anche le distese di chalet tutto legno da 20 milioni di euro…. Fatto sta che questa atmosfera scoppiettante e ricca di contrasti, unitamente a piste e itinerari oggettivamente bellissimi, pone Verbier al livello di Crans Montana, Gstaad, St Moritz, Zermatt in fatto di prestigio e valori immobiliari. Praticamente inaccessibili a noi italiani, salvo i ricconi. Eppure questa capitale dello sci, affollata – in era Covid, si vedrà - e cara, con un po’ di ‘furbizia’ la si può bypassare, per vivere gli stessi brividi sciistici, Come? Facendo base in uno gli altri paesi del comprensorio. Thyon 2000, Nendaz e Veysonnaz. Da qui ti fai chilometri e chilometri di impianti e collegamenti per andare in pellegrinaggio sulle gobbacce più cattive del mondo sul Montfort o sul Mont Gelee.  Fra questi satelliti (in realtà sono ben indipendenti), Veysonnaz è forse l’unico che suona un po’ familiare, se non altro per essere sede regolare di un classico slalom gigante di Coppa del Mondo FIS sulla pista nera de l’Ours. Noi poi lo ricordiamo bene perchè Alberto Tomba nel 1993 prese a bastonate un addetto alla cabinovia...). Il paese conserva qualche caratteristico edificio che ingentilisce il forte impatto turistico, l’atmosfera è vivace e sportiva, la stazione sciistica è bene organizzata. Ancora più ‘paese’, e in posizione più centrale nel comprensorio, è Nendaz. In pratica una ‘megalopoli’ di chalet e piccoli condomini, ma con qualche pezzo antico come  granai, fienili e cappellette. Il posto si vende come ‘per famiglie’, ma occhio, perché le piste sono toste, e l’accesso verso il nodo di Siviez e poi verso il Colle des Gentianes e il mitico Montfort, prevede obbligatoriamente tracciati neri e rossi. Thyon 2000 è ancora diversa: più vicina al concetto di ski total alla francese, spicca per una serie di residence e condomini non troppo belli ma comodi. Bei panettoni in campo aperto, ma anche un itinerario freeride notevole, L’Eteygeon, in un vallone solitario senza altri impianti in vista, in cima allo skilift Greppon Blanc I (a sua volta raggiungibile anche da Siviez). A proposito, qui ci sono ancora un bel po’ di skiliftacci tosti da sorbirsi.

Sparsi fra boschi e prati con chalettini e baite, altri centri sciistici gravitanti su Verbier sono La Tzoumaz e, dalla parte opposta della vallata di Bagnes, Bruson.

Tornando all’aspetto tecnico e ai numeri per i 413 km di piste, ci sono 78 impianti e 98 tracciati, oltre a 16 itinerari freeride. Gli impianti più bassi partono da 827 m (precisamente a Le Chable, lungo la strada che porta a Verbier, utile per chi arriva in giornata evitando i parcheggi a pagamento in quota) mentre le piste stanno fra i 1370 metri di Veysonnaz e i 3314 del Mont Fort. Gli arroccamenti principali sono da Les Collons e Mayens de L’Ours per Thyon 2000, dove a fianco dei grandi residence scendono diverse piste parallele; da Veysonnaz sempre per Thyon 2000, da Nendaz per Siviez, e ovviamente da Verbier, poi anche da Le Chable-Bruson, verso les Attelas, la Chaux, Col des Gentianes e direttamente al Mont Fort. Da Thyon/Veysonnaz si sale ancora verso la cima dell’Ethérolla (2450 m) e poi con una serie di skilift ci si avvicina a Siviez, 1710 m, snodo nevralgico. A Siviez si arriva anche dal versante di Nendaz, passando per Tracouet (cabinovia) e Plan de Fou (altra cabinovia). Le piste su queste montagne sono lunghe e mai banali, come ad esempio la nera che scende da Plan de Fou.

Da Siviez, poi, si sale verso il Mont Fort passando per Tortin e il Col des Gentianes. Prima però di andare in cima, si prospettano altre opzioni: perdetevi a esplorare le piste basse (si fa per dire: fra i 2000 e i 2700 metri…) proprie di Verbier. In particolare dai colli di Chassoure e di Les Attelas le  ‘nerissime’ o freeride semibattuti. Altro must: da Les Attelas, si può salire al Mont-Gelé (3023 m), per sfidare due grandi classici freeride: Tortin e La Chaux.

E ora, appunto, il Mont Fort, che da Verbier paese è accessibile direttamente: dalla cima si scia prima sulle incredibili piste di neve naturale sui cui si formano sempre alte gobbe, fino al Col des Gentianes a 2950 m,  e poi si continua fino a Verbier paese su tracciati relativamente più rilassanti: 1800 m di dislivello.

Info: www.4vallees.ch