Che bella francesina! Sembra italiana Serre-Chevalier
Ma che bella francesina! Peccato che sembri un po’ italiana… A Serre Chevalier le piste serpeggiano nel bosco fra cambi di pendenza e curvoni, con strettoie che si alternano a tratti larghi, con una varietà di ‘terrain’ assolutamente esaltante. A valle, borgate e paesini con campanili romanici che svettano inaspettati e sorprendenti tracce di una storia antica, segnata da millenni di traffici e passaggi fra le Alpi. Proprio il contrario delle anonime stazioni sciistiche monstre tipiche di Oltralpe… Al contrario, sembra quasi di essere in Italia, e non soltanto perché la breve distanza con l’Alta Val di Susa, con la quale vi sono molti punti in comune. Va beh, non manca qualche casermone, e i complessi residenziali disseminati lungo la vallata ai piedi del Monginevro non sono poca cosa, ma complessivamente la stazione resta a misura d’uomo. Siamo nelle Hautes Alpes, fra il Col du Lautaret e Briancon, importante cittadina alpina in fondo alla discesa del Monginevro.
La zona sciistica si sviluppa su un unico lungo versante tra 2800 e 1200 metri di quota. I dati ufficiali parlano di 469 ettari sciabili e di 250 km di piste (compreso le stradine, compreso i raccordini e i tracciati paralleli – ma questo è un altro discorso più generale, che affronteremo in un altro pezzo…). L’estremità est, verso l’Italia, coincide con le piste della stessa Briancon. Qui l’atmosfera è particolare, con la città sotto. Si percorrono lunghe piste panoramiche – tipo l’azzurra Chemin o la rossa Grande Gargouille - fino ad arrivare con gli sci quasi in mezzo ai palazzi di città scendendo per la pista Vauban; l’estremità più a ovest, lungo la valle verso il Lautaret, coincide invece con il paese di Monetier les Bains: è una sotto area da amatori, con grandi dislivelli e poca gente. Il ‘cuore’ della stazione vero e proprio è rappresentato da Villeneuve e Chantemerle. Proprio qui, al centro della ski area, è stata aperta due anni fa una grande telecabina di ultima generazione, nipotina di una funivia le cui origini risalgono addirittura al 1941. E dal 2005 a Serre Chevalier hanno investito ben 80 milioni di euro per gli ammodernamenti, fra cui i nuovissimi gatti Pistenbully ibridi elettrici-diesel, con la loro bella livrea verde… Lo sci qui ha una grande tradizione, ma non ci si ferma a vantare impianti e piste dai numeri enormi, ma si punta su inedite formule di turismo esperienziale. Per esempio la scuola guida di gatto delle nevi, gli eventi di ‘snow art’ (figure e tracce sulla neve, tipo land art), oppure le installazioni interattive, davvero di forte impatto, situate in punti strategici delle piste. Queste ultime sono destinate soprattutto ai ragazzi delle scuole locali, e individuano percorsi tematici a sfondo culturale: come Vauban et le manuscrit secret, sulla pista di Briancon, che si ispira al panorama sottostante caratterizzato dai famosi forti difensivi Patrimonio dell’Umanità, opera, a fine seicento, di Vauban, architetto di Luigi XIV, per difendere la zona dai savoiardi. O ancora, le sedie delle seggiovie sono ‘illustrate’ da poesie e frasi celebri… La fantasia e l’efficienza della grande macchina turistica invernale di Serre Chevalier fanno davvero pensare
Ma torniamo alla ‘sostanza’ della stazione: gli impianti sono efficienti quanto basta, sotto l’ala protettrice della potente Compagnie des Alpes, le piste sono davvero di notevole livello tecnico. Però niente muri di gobbe alla francese nè anonime autostrade bianche. C’è un giusto mix. Una per tutte: la super pista dedicata a Luc Alphand, che resta impressa per il suo schuss finale. Sì, proprio lui: il simpaticissimo campione di discesa, sorta di versione francese di Kristian Ghedina… E’ nato e cresciuto qui, dove si è dedicato poi attivamente – un po’ come Kristian – al rombo dei motori. Non a caso a Serre Chevalier c’è anche un circuito di guida e gare su fondo innevato, dove c’è il suo zampino…