Sella Ronda alternativo
Sella Ronda pienamente aperto da oggi, nonostante la carenza di neve naturale: e c'è da credere che saranno già in migliaia a cimentarsi con il mitico giro. Per l'esattezza, sapevate che sono fino a 12 o 13.000 gli sciatori che fanno il Sella Ronda in un giorno di punta (come durante le Feste o a febbraio)? E che in totale sono oltre 500.000 gli utenti (considerando le ripetizioni in giorni diversi ) che completano il giro, di cui più della metà in senso orario, il resto in senso antiorario? E in quei giorni di punta, tendono a formarsi dei flussi prevalenti. In pratica: un po’ negli stessi orari, frotte di sciatori si ammassano negli snodi nevralgici, arrancando verso gli impianti che da Corvara riportano verso il Passo Gardena, o si assembrano nei pochi punti difficoltosi (ad esempio nel primo tratto gobboso in cima, la pista 1 Salere, di Arabba, durante il giro in senso orario – ma tranquilli, è stato migliorato anche questo)… Ecco perché i più scafati degli sciatori dolomitici in un certo senso ‘snobbano’ il Sella Ronda, seppur indiscutibilmente sia lo ski tour più bello e famoso al mondo (è anche questo un successo del made in Italy). Ma a ben cercare negli enormi comprensori sparsi lungo i 4 passi intorno al Sella, non mancano sottoaree ‘furbe’ dove potersi rifugiare a macinare curvoni in santa pace, magari anche in giorni vacanzieri. Non ci credete? Val Stella Alpina, sopra Colfosco (cabinovia): svela un piccolo anfiteatro dolomitico, incantato e selvaggio, ai piedi del Sassongher nel Parco Naturale del Puez. Di fronte si spalanca alla vista il bastione nord del Gruppo del Sella con la Val Mezdì in primo piano. All’interno della conca, la Forcelles porta fino a 2125 m in un punto particolarmente panoramico. Da qui scende un’ampia superpista rossa, con neve sempre bella, dove scatenarsi e fare delle belle pieghe. Sul versante opposto, la cabinovia Col Pradat serve un bel muretto quasi sempre in ombra. Molto carina e rilassante la blu che ritorna a valle. Qui sembra di puntare diritto verso le pareti verticali del Sassongher.
Più a monte, verso il Passo Gardena, se non è troppo freddo (per la temperatura questo è uno dei punti peggiori d’Italia…) e solo negli orari giusti (fra le 12 e le 13 per esempio), le varianti snobbate dal flusso del Sella Ronda sono in campo aperto, con avvallamenti e cambi naturali. Ad esempio la pista della seggiovia Val Setus, sotto le creste del Cir.
In Val Gardena, e ancor peggio in Val di Fassa, è dura trovare ‘spot’ segreti, però… Stupende piste stranamente dimenticate si distendono fra le ampie distese boscose al cospetto del Sassolungo, ‘dietro’ il Ciampinoi e il Piz Sella, ovvero fra questo e l’Alpe di Siusi (per approssimare). Ad esempio le solitarie ‘stradine’ che si trovano prendendo la seggiovia Tramans e anche la nera entusiasmante del Mont de Seura, che confluisce sul soleggiato pianoro di Monte Pana.
Quasi superfluo poi ricordare in Val di Fassa l'area Pozza Buffaure - Ciampac (Skitour Panorama), da quest'anno perfettamente connesso con il sistema Sella Ronda attraverso la nuovo funifor di Alba di Canazei: anche questo può rappresentare un'alternativa al Sella Ronda 'classic'. (nella foto)
Ci sono poi altri modi per evitare gli assembramenti. Sfruttando le ore centrali di pranzo, fra le 12.30 e le 14, anche sulle direttrici principali la gente si dirada, e quello è il momento ideale per tirare un po' di più e guadagnare terreno sulla massa. Oppure, meglio ancora: sfruttiamo una maggiore lentezza per godersi il paesaggio: anche 5 minuti di coda in più all'impianto o una discesa più prudente su una pista affollata, non sono poi la fine del mondo, al cospetto delle architetture più belle del mondo!