Snow experience economy


Vi siate mai chiesti quanti siano i turisti nelle Alpi? Espressi in pernottamenti, sono oltre 500 milioni di all’anno, considerando anche le seconde case. Fra questi, quelli alberghieri sono ben 386 milioni che corrispondono al 15% dei pernottamenti nell’intera UE e al 3% di quelli mondiali. Pensate: il 3% dei pernottamenti nel mondo si fa nelle Alpi! . Il solo Alto Adige fa il 6% del totale delle notti nelle Alpi. E il 43% di questi pernottamenti nell’arco alpino si fa in inverno. Dunque, si capisce bene l’importanza dello sci. Non solo: di tutte le giornate skipass di sci nel mondo, il 45% viene trascorso sulle Alpi, dove si trova l’86% dei più grandi comprensori sciistici. Austria e Francia fanno circa 50 milioni di giornate di sci, Svizzera e Italia si difendono bene con 25 -  30 milioni. Negli ultimi 10 anni la Francia e l’Austria sono rimaste stabili, mentre Italia e Svizzera hanno subito un piccolo calo.

Fatte queste cifre, c’è da chiedersi come si svilupperà il turismo alpino invernale. Quali sono i fattori critici per il successo? Torniamo allo studio “The Future of Winter Travelling in the Alps” affidato ad AlpNet e coordinato da Future Mountains International per conto di IMS Sudtirol: gli esperti hanno indicato come fattori chiave la natura e il paesaggio, seguiti dall’ospitalità, dalla qualità del servizio e dalla cortesia, quindi dall’immagine, dall’infrastruttura e solo per ultimo dal rapporto qualità-prezzo. Notate: la classica atmosfera invernale, lo sci in quanto sport e la grandezza dei comprensori sciistici, non sono così in alto nella classifica. Questo è per certi versi sorprendente.

E allora, dice lo studio, si dovrà proporre una “Snow Experience Economy” focalizzata sulle “attività”, ma anche sul concetto di emozione.

Questa “Snow Experience”, questo modo particolare di vivere la neve, coincide in sostanza con l’essere attivi: sarà importante il benessere e la salute guadagnata con l’attività sportiva nella natura montana. Ecco che in questo contesto rimangono centrali le tematiche “Skiing” e “Winter Hiking”. Ma la seconda guadagnerà punti sullo sci classico. Di questo cambiamento, ne abbiamo alcuni segnali ma personalmente credo che un sorpasso del ‘vivere la neve’ camminando non avverrà mai a scapito dello sci…

Lo studio si è occupato inoltre delle associazioni di idee e delle varie motivazioni di viaggio nella scelta della montagna. I temi “Sports”, “Experiencing Nature and Landscape”, ma anche “Activities”, “Fun” e “Relaxation” vengono indicati nell’ordine.

Slittino e snowboard sono presenti fra i trend del futuro, ma la maggior parte degli osservatori ritiene che saranno di scarsa importanza per le sorti del turismo montano.

Prendendo invece in considerazione la generazione Y (nati tra il 1980 e il 1999) il tema “Fun” e poi solo il tema “Experiencing Nature and Landscape” rivestono un’importanza elevata.

Nel caso della generazione X (nati tra il 1960 e il 1980) si nota come il tema “Experiencing Nature and Landscape” sia più rilevante, a scapito del “Fun”. Anche in questo caso però il carattere sportivo del turismo invernale assume un ruolo centrale.

Stessa cosa per i baby boomer (nati tra il 1955 e il 1964).

Ciò dimostra che abbiamo a che fare con gruppi target molto diversi, ai quali dobbiamo rivolgerci con diversi tipi di prodotti e offerte. All’aumentare dell’età del gruppo target, aumenta anche l’importanza dei temi legati a “Paesaggio e natura”, mentre il tema “Fun” perde sempre più di valore.

Nelle foto:

-Malga Fane, in Alto Adige. Una montagna così, senza impianti, per vivere la neve, sarà vincente?

-Infrastrutture top di una regione ricca, come l'Engadina. Probabilmente qui lo sci non morirà mai, anche se le altre attività outdoor acquisteranno sempre importanza