Montagna d'autunno, intriganti contrasti
In clima di fiera Skipass, in corso in questi giorni, con gli stand affollati di gente a caccia di idee e informazioni per la prima sciata, potrebbe sembrare un controsenso parlare di montagna d’autunno… Notoriamente nelle stazioni sciistiche novembre è un mese un po’ triste (apparentemente), non c’è un bar né un albergo aperto, salvo eccezioni… Eppure vi spiego mediante alcune considerazioni meteorologiche e... psicologiche perché l’autunno è magico in montagna, e un’uscita in quota anche in questa stagione del ‘tutto chiuso’ può regalare sensazioni nuove.
Certo, ci sono i colori. Ma c’è di più: è stagione di grandi contrasti.
Contrasti di colori: i prati ancora verdissimi delle valli si alternano al cielo terso tipico autunnale, alla neve già presente sulle cime, al rosso-giallo degli alberi: un vero fall foliage prima della neve e con la neve.
Contrasto di stagioni: in valle è praticamente ancora relativamente mite, anche se magari ci sono tracce di neve, ma in quota è inverno vero. Quando si sale di altitudine cambia il colore degli alberi (i larici per esempio passano dal verde chiaro al giallo al rosso secondo il progredire dell’altitudine e dunque dell’approssimarsi dell’inverno) e ci si avvicina al limite delle nevi, magari sui 2500 m, dove ormai sono destinate a durare fino a maggio/giugno.
Contrasto di temperature, con inversioni termiche incredibili.
Tra il fondovalle lungo il letto del fiume (dove l’ombra ha già una notevole influenza perdurando per molte ore e, appunto, il fenomeno delle inversioni termiche è marcato) e i pendii sovrastanti più aperti e soleggiati possono esserci gradienti anche di 10/15°C! Anche in pochi metri, tra ombra e sole, si passa dall’estate all’inverno.
C’è’ poi un forte contrasto di stagioni tra la città e la montagna. In montagna si vive un anticipo d’inverno. In estate passare dai 35°C della città ai 25° C dei monti dà un grande sollievo, ma uno se l’aspetta. In inverno passare dai 5° C umidi della città ai -5°C secchi dei monti quasi non si avverte.
In autunno, invece, passare dai 15°C (anche 20°C) della città ai 5°C dei monti ti fa avanzare di una stagione, ti fa sentire in odor la stagione dello sci! Il contrasto è netto.
A me piace moltissimo pestare la prima neve mentre dai camini delle case popolate solo dai residenti esce il primo fumo...
Non solo: l’autunno è la stagione con il tempo più stabile.
Niente moti convettivi che creano nuvoloni. Niente temporali pomeridiani. Niente foschia. Previsioni più sicure. O è davvero brutto (e allora è meglio stare a casa) o è bello (e sei certo che il cielo rimarrà sereno tutto il giorno).
Non a caso ottobre è la stagione preferita dai locals per le escursioni.
Unico accorgimento: è frequente il cosiddetto “mare di nubi”, che può dare la sensazione di maltempo in valle. Un occhio alle webcam, e pronti a salire a cercare l’estate, che apparirà come d'incanto. Provare per credere.
Ma si possono fare le escursioni anche in quota?
Certo! Anzi … in condizioni di tempo stabile più sali di quota più troverai caldo.
Un’altra magia di cui godere in autunno sono …. baite e rifugi chiusi. Trovare tavoli e panche assolati e deserti, e godere del teporino del sole autunnale, è fantastico.
Stagione di grandi picnic l’autunno, senza timore di acquazzoni indesiderati e schiamazzi (tranne il vostro).
Bisogna solo avere la tenacia di cercare il posto giusto nel momento giusto.
Insomma, ci sono tante ragioni per andare alla scoperta della montagna d’autunno. Senza dimenticare quella gastronomica: avete presente il Törggelen dell’Alto Adige? In Valle Isarco, a Merano e dintorni e nella Bassa Atesina fino a Bolzano, si va per masi a piedi a mangiare castagne, vino nuovo, e prodotti tipici, oltre a godere di straordinarie atmosfere e colori.
di Fabio Bottonelli (con la collaborazione e le foto di Matteo Bottonelli, scattate in Cadore e Val Pusteria)