Orelle: the secret spot


 

di Fabio Bottonelli

Mi ha sempre intrigato, il collegamento sciistico Orelle-Val Thorens. Erano circa 30 anni che da questo minuscolo paesino della Maurienne, non lontano dal Frejus, ci si poteva arroccare in quota, per poi scollinare in… un altro mondo: quello delle mega stazioni skitotal delle Trois Vallées, 600 km di piste, fino a Meribel e Courchevel.  Però, diciamola tutta, non è che sia mai decollato questo strano matrimonio fra un villaggetto un po’ anonimo di fondovalle (formato in realtà da 10 borghetti arroccati tra 900 e 1200 metri, fino agli anni 90 perfino sede di un’industria pesante) e i grandi nomi del carosello più bello (a mio parere) e grande (dato oggettivo) del mondo. Negli obiettivi, l’operazione avrebbe dovuto rivitalizzare la zona e favorire un maggiore flusso di sciatori, anche italiani, permettendo di evitare il lungo giro stradale attraverso la Maurienne, e soprattutto avrebbe dovuto portare maggiori flussi di visitatori via treno. Una svolta importante, però, è arrivata solo a partire dal 2021, con una colossale operazione di rinnovamento e rilancio da 40 milioni di euro, puntando anche sull’imminente riapertura della linea ferroviaria e della vicinanza, sia stradale che ferroviaria, a Torino (un peccato che i prezzi del traforo autostradale del Frejus siano proibitivi…).  Fino alla chicca finale di questo 2025: l’inaugurazione di un nuovo concept di spazio multifunzionale, con uno dei più alti ristoranti e wine bar d’Europa, Caron 3000, struttura vetrata a parallelepipedo di 800 mq, con rooftop e terrazza, e gestione del tutto green di acqua ed energia.

Fatto sta che – vicinanza o no - non mi era mai capitata l’occasione di sperimentare questo progetto. E allora da appassionato e studioso e di stazioni sciistiche nonché - un tempo - organizzatore di mitiche e movimentate settimane bianche proprio su quelle montagne francesi, ero doppiamente curioso. Grazie anche alla piacevole ‘scusa’ eccomi lì, scarponi ai piedi e sci in mano, a dondolare sulla gigantesca cabinovia di Orelle. Boh, che strano, mi dicevo… L’impianto, corredato da un ampio parcheggio e da una serie di servizi, parte ripidissimo da un punto della vallata apparentemente scelto senza troppa logica, sotto il paesino di Orelle, incassato nella valle fra altissimi versanti che da qua sotto nascondono perfino le cime innevate. Per poi catapultarti in 20 minuti a 2000 metri più in alto, ai 3200 di Cime Caron. Beh, sapete una cosa? Mi sono reso conto che qui per troppo tempo ho perso grandi occasioni di grande sci! Ma non a Val Thorens. Di Val Thorens non serve nemmeno ricordare l’importanza – parliamo di una Mecca dello sci, ogni vero sciatore non può capire che cosa è davvero una grande stazione se non è stato a Val Thorens. Questa nel bene e nel male è una ‘città’ formata grandi residence, alcuni dei quali trasformati in hotel di lusso come l’Altapura, oppure in hotel hub della movida come il Fahrenheit 7. Siamo a ben 2300 metri, quota ‘assurda’, con 25.000 posti letto, per 2.000.000 di pernottamenti (70% di stranieri), al centro di un labirinto di piste e impianti (1.900.000 giornate sci), che – per la cronaca – chiuderanno in questo 2025 il 3 maggio nella parte alta. No no, io mi riferisco proprio a Orelle, che merita di essere protagonista! Il suo comprensorio mi ha entusiasmato quasi più di Val Thorens stessa, fatte le dovute proporzioni. Un  gioiello nascosto. Infatti Orelle è un po’ il contrario di Val Thorens. Niente a che vedere con i rifugi glamour e le frotte di britannici, belgi e olandesi che animano la movida della sorella maggiore nell’altro versante, qui è tutto più ‘umano’. Ma le caratteristiche tecniche del terreno sciabile, quelle restano impressionanti. Piste lunghe di gran personalità, dislivelli importanti, canaloni selvaggi, powder, tanto sole. Merita starci più a lungo e non di considerarlo solo un ‘passaggio’ verso le Trois Vallèes!

Le  piste di Orelle si estendono fra ampi valloni chiusi da cime innevate sui 3000 – 3200 m. Dal punto nevralgico di Plan Bouchet a 2350 m, arrivo del primo tronco, dipartono 3 linee di impianti. Sulla sinistra continua il secondo tronco della cabinovia che porta appunto a Cime Caron, iconico punto delle Trois Vallées da cui si scorgono 1000 vette diverse. Ma c’è anche una seggiovia verso i 3000 m di Col Rosael (altro punto di scollinamento), mentre sulla destra una direttrice di seggiovie, Peyron e Bouchet, si inerpica addirittura al top delle Trois Vallées, a 3220 m, dove si trova anche una bizzarra  zip line (la cosiddetta Bee La Tyrolienne, a scopo ‘fun’). Tra le 9 piste di Orelle, quelle che più mi hanno colpito: la selvaggia Combe Rosael potrebbe diventare un must delle piste nere francesi, ma la vera sorpresa è la Lory, interminabili 4 km di pistona di media difficoltà in paesaggio solitario (nessun altro impianto in vista), che si prende tornando da Val Thorens mediante gli impianti in sequenza Portette. Bella anche la rossa Coraia seguita dalla blu Peyron, per una sciata continua di quasi 1000 metri di dislivello. 

Un’altra novità importante di Orelle è ‘HOB’, un innovativo concept di ski lodge in una moderna struttura 50 m sopra la stazione a valle della cabinovia. O se volete, una sorta di ‘ostello di lusso’, o, visto dall’altra parte, un boutique hotel no frills: ristorante e bar aperto agli esterni, spazio coworking, camere, e i ‘dodos’, mini dormitori da 6 posti alcuni dei quali per solo donne.